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Camus tra solitudine e esilio raccontato da Pierfranco Bruni nel canto del mito

 

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Toni Fagnani

 

La solitudine e l’isola in Albert Camus sono i viaggi fondamentali nella ricerca dello scrittore che ha raccontato la caduta e la rivolta dell’uomo.

Il recentissimo libro di Pierfranco Bruni, “Camus. In solitudine d’esilio”, (Solfanelli editore, collana Micromega) è un percorso di alto spessore poetico e filosofico. Dopo Kafka non poteva non arrivare Camus. In Pierfranco Bruni c’è un progetto preciso. È un fatto certo. Ogni lavoro apre ad un altro. Kafka Sgalambro Camus. Un triangolo singolare che soltanto i grandi geni riescono a coniugare. Ma cosa è questo Camus di Pierfranco Bruni?

Albert Camus abita l’esistenza tra il vissuto e il pensato. Ma cosa è una esistenza? Lungo tutto il viaggio non si può dare una risposta unica e definitiva. Certo è che non è una storia e non è storia. È un pensiero che incontra il “dritto e il rovescio” delle vite che abbiamo attraversato tra il sole e la tempesta.

Entriamo nelle emozioni che incrociano la nostra frammentarietà in un tempo di catastrofi. Se non dovessimo toccare con consapevolezza la catastrofe verremmo sopraffatti dalle macerie e dalle rovine che lasciamo sulle orme dei nostri passi.

L’ombra dei passi è l’ombra dei giorni. Di tutti i giorni che abbiamo perso e che mai più riavremo. Che mai più recupereremo. Avrebbe senso recuperare ciò che non possiamo più avere come un tempo lo abbiamo conosciuto?

Camus ha stretto il necessario e l’assoluto nella visione della rivolta e ponendosi davanti a uno specchio ha sconfitto la storia a vantaggio del mistero, perché il destino altro non è che dissolvenza del caos. Un pellegrinaggio che conduce, tra l’oblio e il tutto, a un desiderio d’amore e in cui la conoscenza e la memoria sono dei pilastri indispensabili.

Questo libro nasce non solo da una lettura comparata sulla produzione di Camus, ma da una profonda empatia con un’opera magistrale che resta riferimento di un’epoca contraddittoria e in disgregazione che segna un passaggio inevitabile tra tradizione e pensiero in rivolta.

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