DALL’ESPERIENZA CON GLI UOMINI ALL’USO DI UN LINGUAGGIO CORRETTO
Atto finale a Pordenone del progetto europeo CHANGE, che ha restituito alla città due anni di lavoro per prevenire la violenza di genere
PORDENONE – Oltre 2300 studenti coinvolti in percorsi di sensibilizzazione tra scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado, 200 insegnanti e 455 famiglie, 300 operatori di prima linea formati, 4 sportelli CUAV aperti o potenziati, che hanno sinora accolto 60 uomini autori di violenza. Sono i numeri del progetto biennale “CHANGE. Pathways to prevent and combat gender-based violence”, che ha operato tra Friuli Venezia Giulia e Veneto nelle città di Pordenone, Gorizia, Treviso e Conegliano per la Sinistra Piave.
Inserito all’interno del Programma CERV 2021 – Citizens, Equality, Rights and Values, Sezione Daphne e guidato dalla Cooperativa sociale Itaca, è stato co-finanziato dalla Commissione Europea con oltre 375 mila euro, cui si sommano 41 mila euro di cofinanziamento da parte dei partner, per un importo totale di oltre 417 mila euro.
Il 29 ottobre in Sala Teresina Degan della Biblioteca civica del Comune di Pordenone l’evento finale di presentazione dei risultati, cui hanno partecipato numerosi giornalisti, la giornata è infatti stata organizzata in stretta collaborazione con l’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia e ha previsto crediti deontologici all’interno della formazione continua obbligatoria per giornalisti.
In due anni di lavoro (il progetto si chiuderà formalmente a novembre), CHANGE ha sviluppato una serie di azioni concrete e a tutto tondo per prevenire e contrastare la violenza di genere, sensibilizzando le giovani generazioni, formando i professionisti e potenziando i servizi dedicati agli uomini che hanno scelto di agire violenza. Attraverso queste azioni CHANGE ha contribuito a rafforzare la filiera dei servizi sociosanitari, promuovendo un welfare integrato pubblico-privato fondato sulla prevenzione.
Il progetto è stato guidato dalla Cooperativa sociale Itaca in qualità di lead partner e ha coinvolto un partenariato motivato e competente, composto da Comune di Pordenone e Comune di Treviso, AsFO, AsuGI e Ulss 2 Marca trevigiana, Centro di Ascolto uomini Maltrattanti, Fondazione di Comunità della Sinistra Piave ets, Ires Fvg, L’Istrice aps, Relive – Relazioni libere dalle violenze, Cooperativa sociale Una casa per l’uomo, European Network for the Work With Perpetrators of Domestic Violence.
I PERCORSI CON GLI STUDENTI
CHANGE ha sviluppato azioni per la creazione e messa a sistema di percorsi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere attraverso attività di sensibilizzazione e educazione nelle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado.
IL BOARD GAME “FREE TO CHOOSE”. È entrato in tre Istituti superiori di Pordenone, coinvolgendo 291 studenti e studentesse di 15-17 anni delle classi quarte di Isis Flora, Isis Mattiussi-Pertini e Isis Zanussi. Free to Choose è uno strumento innovativo di apprendimento basato sul gioco per coinvolgere direttamente i giovani uomini, ma non solo, stimolandoli a decodificare, riconoscere e contrastare gli stereotipi di genere, riflettendo sui propri comportamenti. Il gioco è stato sperimentato negli anni scorsi all’interno dell’omonimo progetto europeo, guidato anche in questo caso da Itaca, e il progetto è stato scelto nel 2019 dalla Commissione Europea quale best practice nella lotta agli stereotipi di genere.
IL PERCORSO “ALICE INCONTRA POLLICINO”. A Treviso sono stati coinvolti 2047 studenti di 19-14 anni appartenenti a 5 Istituti comprensivi, 48 classi di cui 20 quinte della scuola primaria, 14 seconde e 14 terze della scuola secondaria di primo grado, 200 insegnanti e 455 famiglie. Coinvolti gli Istituti comprensivi 1 Arturo Martini, 2 Augusto Serena, 3 Gian Giacomo Fellissent, 4 Luigi Stefanini e Luigi Coletti.
Alice, l’eroina del celebre libro di Lewis Carroll, è un simbolo di coraggio, determinazione e curiosità. Pollicino, invece, rappresenta l’innocenza dei bambini, spesso vittime indifese di situazioni di violenza. Unendo queste due figure, il progetto Alice incontra Pollicino mira a educare bambini e bambine a riconoscere e opporsi alla violenza di genere, proteggendo se stessi e gli altri.
IL PROTOCOLLO ENGAGE
Con la “Formazione Engage” sono stati formati 295 operatori di prima linea tra Friuli Venezia Giulia e Veneto appartenenti a servizi sociali, sanitari, di protezione all’infanzia, operatori delle Forze dell’ordine, avvocati, ma anche specialisti privati e volontari che entrano o possono entrare in contatto con uomini che agiscono violenza nelle relazioni affettive. Sei le edizioni online effettuate con crediti Ecm per figure professionali sanitarie e crediti per assistenti sociali. La formazione ha fornito competenze specifiche sulla rilevazione della violenza e le strategie di accompagnamento degli uomini che la commettono ai Centri specialistici del territorio, con l’obiettivo di costruire risposte coordinate tra i servizi esistenti, incrementando anche la sicurezza delle donne e dei minori vittime di violenza.
I CENTRI PER UOMINI AUTORI DI VIOLENZA
Sono stati aperti o potenziati 4 “Sportelli CUAV” – Centri per Uomini Autori di Violenza a Pordenone e Treviso (potenziati), a Gorizia e Conegliano per il territorio della Sinistra Piave (ex novo). Finora gli Sportelli hanno accolto 60 uomini. I Centri si rivolgono a uomini che abbiano agito violenza di genere, così come definita dalla “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica” (Istanbul, 2011). Gli uomini vi possono accedere spontaneamente o essere indirizzati da terzi come, ad esempio, i Servizi sociosanitari, l’ammonimento operato dal Questore, o le Forze dell’ordine.
Tutte le azioni del progetto CHANGE hanno arricchito la filiera dei servizi sociosanitari di riferimento, attraverso la promozione di un welfare pubblico-privato quanto più vicino possibile alle risorse e ai bisogni dei territori.
GLI INTERVENTI
Chiara Grando, project manager CHANGE, Cooperativa sociale Itaca
“La violenza di genere è una sfida socioculturale vitale per la nostra società. Insieme ai partner di CHANGE abbiamo scelto di affrontarla a 360 gradi, mettendo a sistema le nostre competenze e professionalità. Siamo intervenuti con le giovani generazioni per educare i bambini ai valori della parità di genere e del rispetto reciproco, e per offrire ai giovani strumenti per riconoscere, sradicare e superare gli stereotipi di genere. Abbiamo formato gli operatori che si trovano in prima linea e si relazionano con uomini che hanno scelto di agire violenza. E ci siamo rivolti agli stessi uomini, attivando ex novo 2 sportelli CUAV e potenziandone altrettanti. Come Cooperativa Itaca abbiamo optato per una scelta di campo volta ad adottare una strategia complessiva, che metta in sicurezza le vittime, donne e minori, e si occupi altresì della presa in carico dell’uomo che tali violenze agisce”.
Federica Brazzafolli e Rossella Di Marzo, dirigenti del Comune di Pordenone
“Il lavoro del Comune di Pordenone per contrastare la violenza di genere si può riassumere in una parola: rete. Il progetto CHANGE si inserisce in un contesto di lavoro di squadra fra tutti gli attori (Comune, Prefettura, Forze dell’Ordine, Azienda Sanitaria, Centro Antiviolenza, Associazioni, Cooperative e molti altri soggetti della rete), finalizzato a rafforzare gli strumenti in campo per prevenire il fenomeno, ma anche ad intervenire quando si manifesta.
Gli assessorati alle Pari opportunità e alle Politiche sociali intervengono su diversi aspetti: il primo la formazione, informazione e prevenzione attraverso progetti mirati, contribuendo alla diffusione di una cultura del rispetto che condanni ogni forma di violenza; il secondo prende in carico le vittime, le sostiene, protegge e le aiuta ad affrontare la situazione con diverse soluzioni.
Il rafforzamento del CUAV di Pordenone realizzato grazie a CHANGE è il frutto di un’intensa attività di collaborazione, svolta sia con i partner nel contesto del progetto, sia con i soggetti che nel territorio lavorano a contrasto del fenomeno”.
Patrizia Cicuto, direttrice AsFO.
“Emerge con sempre maggiore evidenza come la problematica della violenza sulle donne non sia più un fatto isolato, chiuso all’interno di una coppia o di una famiglia, ma un’esperienza culturale che riguarda ogni individuo, l’intera società, tutte le istituzioni.
Pertanto, affrontare la violenza significa sostenere progetti ed esperienze di comunità che abbiano un senso preventivo, in tutte le forme anche di collaborazione tra singoli, istituzioni pubbliche e privato sociale, che accompagnino nella crescita bambini e adulti”.
Pasquale Fiorente e Valeria Capalbo, presidente e vicepresidente L’Istrice aps.
“Il progetto CHANGE ha rafforzato le azioni per l’intercettazione degli uomini autori di violenza, grazie all’apertura di un nuovo sportello “L’Istrice” a Gorizia e al potenziamento del CUAV di Pordenone. Offrendo così la possibilità agli uomini, anche in modo preventivo, di accedere a un percorso per interrompere i propri comportamenti violenti.
CHANGE, inoltre, ha permesso di consolidare la rete di supporto per il contrasto alla violenza di genere, rafforzando così l’efficacia dei percorsi rivolti agli uomini autori di violenza e contrastando la perpetrazione della violenza di genere”.
Marilena Francioso, direttrice AsuGI.
“La violenza di genere e domestica ha origine strutturale, è un fenomeno complesso, ha una diffusione trasversale alle classi sociali e assume rilevanza macroscopica nell’ambito della salute pubblica. Impatta pesantemente sul sistema famiglia generando vittime di violenza anche assistita, una forma di maltrattamento traumatico subito dai figli con possibili compromissioni nella sfera della salute psicologica ed emotiva, e rischio di trasmissione intergenerazionale.
Grazie a CHANGE, con l’apertura dello sportello CUAV di Gorizia, nell’ Isontino si è completata la rete territoriale che, con approccio multicentrico e multidisciplinare, sta promuovendo un modello di welfare pubblico-privato sociale integrato nei percorsi di accompagnamento delle famiglie segnate dalla violenza”.
Alessandra Pauncz, direttrice WWP European Network.
“La Convenzione di Istanbul ha riconosciuto l’importanza dei programmi per autori di violenza, stabilendo nel corso degli ultimi dieci anni le basi normative per la creazione dei CUAV. Sono stati stanziati fondi, sebbene ancora insufficienti per il loro adeguato sviluppo. Nel progetto Change, la formazione degli operatori e il potenziamento dei CUAV rivestono un ruolo centrale. Tuttavia, comunicare agli uomini l’importanza di riconoscere e modificare i comportamenti violenti rimane una sfida cruciale per promuovere il cambiamento”.
Federico Presta, educatore Cooperativa sociale Itaca.
“Abbiamo coinvolto circa 300 studenti delle scuole superiori di Pordenone giocando a “Free To Choose”, uno strumento innovativo di apprendimento basato sul gioco per stimolarli a codificare e contrastare gli stereotipi di genere, in specie se legati alla scelta delle professioni lavorative. Nelle classi a netta prevalenza, o totalità, femminile o maschile, sono emerse alcune sovrastrutture mentali, che hanno dimostrato come gli stereotipi non appartengano solo ad un genere, e come essi siano interiorizzati in larga scala in ognuno di noi.
Il confronto avvenuto nelle classi al termine delle sessioni di gioco, ci ha permesso di guidare gli studenti in un percorso di consapevolezza, rispetto alle competenze richieste e alle opportunità che si offrono nel mercato del lavoro, adottando una prospettiva di genere, riconoscendo e superando gli stereotipi e riducendo i limiti alla libera scelta della propria professione”.
Paola Dalle Molle, vicepresidente Ordine dei giornalisti del Fvg.
“Sono tre le dimensioni fondamentali dello sviluppo sostenibile: quella ambientale, quella economica e quella sociale. E in una società sostenibile non ci potrà mai essere giustizia climatica finché non ci sarà anche parità fra uomini e donne. In questa direzione il progetto CHANGE ci vede tutti uniti e mette in evidenza il contributo importante che il giornalismo può portare al raggiungimento di questo obiettivo attraverso un’informazione corretta, verificata e consapevole, lontana da stereotipi e da facili sensazionalismi”.
Federico Bianchi e Chiara Cristini, ricercatori ed esperti di monitoraggio e valutazione, Ires Fvg.
“La valutazione ha accompagnato tutto il progetto favorendo una riflessione sui punti di forza e di debolezza di CHANGE, sull’efficacia e la capacità di impatto rispetto ai destinatari e alle comunità coinvolte. Se nella fase intermedia questa attività è stata fondamentale per apportare alcune modifiche e migliorare l’intervento, nella fase finale – i cui esiti sono stati presentati a Pordenone – sono stati distillati i risultati, le buone prassi, gli strumenti e i metodi che possono rendere l’esperienza replicabile e sostenibile nel tempo. Il metodo partecipato utilizzato durante la presentazione ha arricchito ulteriormente le proposte di continuità”.
Atto finale a Pordenone del progetto europeo CHANGE, che ha restituito alla città due anni di lavoro per prevenire la violenza di genere
PORDENONE – Oltre 2300 studenti coinvolti in percorsi di sensibilizzazione tra scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado, 200 insegnanti e 455 famiglie, 300 operatori di prima linea formati, 4 sportelli CUAV aperti o potenziati, che hanno sinora accolto 60 uomini autori di violenza. Sono i numeri del progetto biennale “CHANGE. Pathways to prevent and combat gender-based violence”, che ha operato tra Friuli Venezia Giulia e Veneto nelle città di Pordenone, Gorizia, Treviso e Conegliano per la Sinistra Piave.
Inserito all’interno del Programma CERV 2021 – Citizens, Equality, Rights and Values, Sezione Daphne e guidato dalla Cooperativa sociale Itaca, è stato co-finanziato dalla Commissione Europea con oltre 375 mila euro, cui si sommano 41 mila euro di cofinanziamento da parte dei partner, per un importo totale di oltre 417 mila euro.
Il 29 ottobre in Sala Teresina Degan della Biblioteca civica del Comune di Pordenone l’evento finale di presentazione dei risultati, cui hanno partecipato numerosi giornalisti, la giornata è infatti stata organizzata in stretta collaborazione con l’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia e ha previsto crediti deontologici all’interno della formazione continua obbligatoria per giornalisti.
In due anni di lavoro (il progetto si chiuderà formalmente a novembre), CHANGE ha sviluppato una serie di azioni concrete e a tutto tondo per prevenire e contrastare la violenza di genere, sensibilizzando le giovani generazioni, formando i professionisti e potenziando i servizi dedicati agli uomini che hanno scelto di agire violenza. Attraverso queste azioni CHANGE ha contribuito a rafforzare la filiera dei servizi sociosanitari, promuovendo un welfare integrato pubblico-privato fondato sulla prevenzione.
Il progetto è stato guidato dalla Cooperativa sociale Itaca in qualità di lead partner e ha coinvolto un partenariato motivato e competente, composto da Comune di Pordenone e Comune di Treviso, AsFO, AsuGI e Ulss 2 Marca trevigiana, Centro di Ascolto uomini Maltrattanti, Fondazione di Comunità della Sinistra Piave ets, Ires Fvg, L’Istrice aps, Relive – Relazioni libere dalle violenze, Cooperativa sociale Una casa per l’uomo, European Network for the Work With Perpetrators of Domestic Violence.
I PERCORSI CON GLI STUDENTI
CHANGE ha sviluppato azioni per la creazione e messa a sistema di percorsi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere attraverso attività di sensibilizzazione e educazione nelle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado.
IL BOARD GAME “FREE TO CHOOSE”. È entrato in tre Istituti superiori di Pordenone, coinvolgendo 291 studenti e studentesse di 15-17 anni delle classi quarte di Isis Flora, Isis Mattiussi-Pertini e Isis Zanussi. Free to Choose è uno strumento innovativo di apprendimento basato sul gioco per coinvolgere direttamente i giovani uomini, ma non solo, stimolandoli a decodificare, riconoscere e contrastare gli stereotipi di genere, riflettendo sui propri comportamenti. Il gioco è stato sperimentato negli anni scorsi all’interno dell’omonimo progetto europeo, guidato anche in questo caso da Itaca, e il progetto è stato scelto nel 2019 dalla Commissione Europea quale best practice nella lotta agli stereotipi di genere.
IL PERCORSO “ALICE INCONTRA POLLICINO”. A Treviso sono stati coinvolti 2047 studenti di 19-14 anni appartenenti a 5 Istituti comprensivi, 48 classi di cui 20 quinte della scuola primaria, 14 seconde e 14 terze della scuola secondaria di primo grado, 200 insegnanti e 455 famiglie. Coinvolti gli Istituti comprensivi 1 Arturo Martini, 2 Augusto Serena, 3 Gian Giacomo Fellissent, 4 Luigi Stefanini e Luigi Coletti.
Alice, l’eroina del celebre libro di Lewis Carroll, è un simbolo di coraggio, determinazione e curiosità. Pollicino, invece, rappresenta l’innocenza dei bambini, spesso vittime indifese di situazioni di violenza. Unendo queste due figure, il progetto Alice incontra Pollicino mira a educare bambini e bambine a riconoscere e opporsi alla violenza di genere, proteggendo se stessi e gli altri.
IL PROTOCOLLO ENGAGE
Con la “Formazione Engage” sono stati formati 295 operatori di prima linea tra Friuli Venezia Giulia e Veneto appartenenti a servizi sociali, sanitari, di protezione all’infanzia, operatori delle Forze dell’ordine, avvocati, ma anche specialisti privati e volontari che entrano o possono entrare in contatto con uomini che agiscono violenza nelle relazioni affettive. Sei le edizioni online effettuate con crediti Ecm per figure professionali sanitarie e crediti per assistenti sociali. La formazione ha fornito competenze specifiche sulla rilevazione della violenza e le strategie di accompagnamento degli uomini che la commettono ai Centri specialistici del territorio, con l’obiettivo di costruire risposte coordinate tra i servizi esistenti, incrementando anche la sicurezza delle donne e dei minori vittime di violenza.
I CENTRI PER UOMINI AUTORI DI VIOLENZA
Sono stati aperti o potenziati 4 “Sportelli CUAV” – Centri per Uomini Autori di Violenza a Pordenone e Treviso (potenziati), a Gorizia e Conegliano per il territorio della Sinistra Piave (ex novo). Finora gli Sportelli hanno accolto 60 uomini. I Centri si rivolgono a uomini che abbiano agito violenza di genere, così come definita dalla “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica” (Istanbul, 2011). Gli uomini vi possono accedere spontaneamente o essere indirizzati da terzi come, ad esempio, i Servizi sociosanitari, l’ammonimento operato dal Questore, o le Forze dell’ordine.
Tutte le azioni del progetto CHANGE hanno arricchito la filiera dei servizi sociosanitari di riferimento, attraverso la promozione di un welfare pubblico-privato quanto più vicino possibile alle risorse e ai bisogni dei territori.
GLI INTERVENTI
Chiara Grando, project manager CHANGE, Cooperativa sociale Itaca
“La violenza di genere è una sfida socioculturale vitale per la nostra società. Insieme ai partner di CHANGE abbiamo scelto di affrontarla a 360 gradi, mettendo a sistema le nostre competenze e professionalità. Siamo intervenuti con le giovani generazioni per educare i bambini ai valori della parità di genere e del rispetto reciproco, e per offrire ai giovani strumenti per riconoscere, sradicare e superare gli stereotipi di genere. Abbiamo formato gli operatori che si trovano in prima linea e si relazionano con uomini che hanno scelto di agire violenza. E ci siamo rivolti agli stessi uomini, attivando ex novo 2 sportelli CUAV e potenziandone altrettanti. Come Cooperativa Itaca abbiamo optato per una scelta di campo volta ad adottare una strategia complessiva, che metta in sicurezza le vittime, donne e minori, e si occupi altresì della presa in carico dell’uomo che tali violenze agisce”.
Federica Brazzafolli e Rossella Di Marzo, dirigenti del Comune di Pordenone
“Il lavoro del Comune di Pordenone per contrastare la violenza di genere si può riassumere in una parola: rete. Il progetto CHANGE si inserisce in un contesto di lavoro di squadra fra tutti gli attori (Comune, Prefettura, Forze dell’Ordine, Azienda Sanitaria, Centro Antiviolenza, Associazioni, Cooperative e molti altri soggetti della rete), finalizzato a rafforzare gli strumenti in campo per prevenire il fenomeno, ma anche ad intervenire quando si manifesta.
Gli assessorati alle Pari opportunità e alle Politiche sociali intervengono su diversi aspetti: il primo la formazione, informazione e prevenzione attraverso progetti mirati, contribuendo alla diffusione di una cultura del rispetto che condanni ogni forma di violenza; il secondo prende in carico le vittime, le sostiene, protegge e le aiuta ad affrontare la situazione con diverse soluzioni.
Il rafforzamento del CUAV di Pordenone realizzato grazie a CHANGE è il frutto di un’intensa attività di collaborazione, svolta sia con i partner nel contesto del progetto, sia con i soggetti che nel territorio lavorano a contrasto del fenomeno”.
Patrizia Cicuto, direttrice AsFO.
“Emerge con sempre maggiore evidenza come la problematica della violenza sulle donne non sia più un fatto isolato, chiuso all’interno di una coppia o di una famiglia, ma un’esperienza culturale che riguarda ogni individuo, l’intera società, tutte le istituzioni.
Pertanto, affrontare la violenza significa sostenere progetti ed esperienze di comunità che abbiano un senso preventivo, in tutte le forme anche di collaborazione tra singoli, istituzioni pubbliche e privato sociale, che accompagnino nella crescita bambini e adulti”.
Pasquale Fiorente e Valeria Capalbo, presidente e vicepresidente L’Istrice aps.
“Il progetto CHANGE ha rafforzato le azioni per l’intercettazione degli uomini autori di violenza, grazie all’apertura di un nuovo sportello “L’Istrice” a Gorizia e al potenziamento del CUAV di Pordenone. Offrendo così la possibilità agli uomini, anche in modo preventivo, di accedere a un percorso per interrompere i propri comportamenti violenti.
CHANGE, inoltre, ha permesso di consolidare la rete di supporto per il contrasto alla violenza di genere, rafforzando così l’efficacia dei percorsi rivolti agli uomini autori di violenza e contrastando la perpetrazione della violenza di genere”.
Marilena Francioso, direttrice AsuGI.
“La violenza di genere e domestica ha origine strutturale, è un fenomeno complesso, ha una diffusione trasversale alle classi sociali e assume rilevanza macroscopica nell’ambito della salute pubblica. Impatta pesantemente sul sistema famiglia generando vittime di violenza anche assistita, una forma di maltrattamento traumatico subito dai figli con possibili compromissioni nella sfera della salute psicologica ed emotiva, e rischio di trasmissione intergenerazionale.
Grazie a CHANGE, con l’apertura dello sportello CUAV di Gorizia, nell’ Isontino si è completata la rete territoriale che, con approccio multicentrico e multidisciplinare, sta promuovendo un modello di welfare pubblico-privato sociale integrato nei percorsi di accompagnamento delle famiglie segnate dalla violenza”.
Alessandra Pauncz, direttrice WWP European Network.
“La Convenzione di Istanbul ha riconosciuto l’importanza dei programmi per autori di violenza, stabilendo nel corso degli ultimi dieci anni le basi normative per la creazione dei CUAV. Sono stati stanziati fondi, sebbene ancora insufficienti per il loro adeguato sviluppo. Nel progetto Change, la formazione degli operatori e il potenziamento dei CUAV rivestono un ruolo centrale. Tuttavia, comunicare agli uomini l’importanza di riconoscere e modificare i comportamenti violenti rimane una sfida cruciale per promuovere il cambiamento”.
Federico Presta, educatore Cooperativa sociale Itaca.
“Abbiamo coinvolto circa 300 studenti delle scuole superiori di Pordenone giocando a “Free To Choose”, uno strumento innovativo di apprendimento basato sul gioco per stimolarli a codificare e contrastare gli stereotipi di genere, in specie se legati alla scelta delle professioni lavorative. Nelle classi a netta prevalenza, o totalità, femminile o maschile, sono emerse alcune sovrastrutture mentali, che hanno dimostrato come gli stereotipi non appartengano solo ad un genere, e come essi siano interiorizzati in larga scala in ognuno di noi.
Il confronto avvenuto nelle classi al termine delle sessioni di gioco, ci ha permesso di guidare gli studenti in un percorso di consapevolezza, rispetto alle competenze richieste e alle opportunità che si offrono nel mercato del lavoro, adottando una prospettiva di genere, riconoscendo e superando gli stereotipi e riducendo i limiti alla libera scelta della propria professione”.
Paola Dalle Molle, vicepresidente Ordine dei giornalisti del Fvg.
“Sono tre le dimensioni fondamentali dello sviluppo sostenibile: quella ambientale, quella economica e quella sociale. E in una società sostenibile non ci potrà mai essere giustizia climatica finché non ci sarà anche parità fra uomini e donne. In questa direzione il progetto CHANGE ci vede tutti uniti e mette in evidenza il contributo importante che il giornalismo può portare al raggiungimento di questo obiettivo attraverso un’informazione corretta, verificata e consapevole, lontana da stereotipi e da facili sensazionalismi”.
Federico Bianchi e Chiara Cristini, ricercatori ed esperti di monitoraggio e valutazione, Ires Fvg.
“La valutazione ha accompagnato tutto il progetto favorendo una riflessione sui punti di forza e di debolezza di CHANGE, sull’efficacia e la capacità di impatto rispetto ai destinatari e alle comunità coinvolte. Se nella fase intermedia questa attività è stata fondamentale per apportare alcune modifiche e migliorare l’intervento, nella fase finale – i cui esiti sono stati presentati a Pordenone – sono stati distillati i risultati, le buone prassi, gli strumenti e i metodi che possono rendere l’esperienza replicabile e sostenibile nel tempo. Il metodo partecipato utilizzato durante la presentazione ha arricchito ulteriormente le proposte di continuità”.