Caso Giuli, Filippo Roma (Le Iene) Non mi risulta tentativo di censura da parte del ministro Giuli, se vero sarebbe un grave attentato alla libertà di stampa. La figlia? Quando lo abbiamo intervistato di sicuro non c’era. Le immagini lo dimostrano.
“Confermo che non mi risulta alcun tentativo di interferenza o censura da parte di Giuli nei confronti del mio servizio. Non ho francamente idea di come l’ipotesi di una telefonata del ministro alla famiglia Berlusconi abbia cominciato a girare”.
Queste le prime parole di Filippo Roma, inviato delle Iene, nel corso della sua intervista ai microfoni di Radio Cusano, durante la trasmissione ‘5 Notizie’ condotta da Gianluca Fabi. Il giornalista prosegue in merito alla diatriba che lo ha visto coinvolto “anche perché se fosse vera sarebbe una grave interferenza alla libertà di stampa, soprattutto perché fatta da un giornalista come lo è Giuli. Che un giornalista chiami un editore per fermare un pezzo sarebbe deplorevole”.
Roma si sofferma poi sulle parole del ministro, che lamenta lo spavento di sua figlia durante l’intervista condotta dall’inviato.
“Tengo a chiarire una cosa fondamentale, trattandosi di un aspetto molto delicato perché parliamo di minori: quando noi abbiamo intervistato Giuli, su suolo pubblico, non c’era alcuna bambina con lui. E a conferma delle mie parole ci sono le immagini, poi se la bambina fosse affacciata alla finestra non lo posso sapere. Quello che ha detto Giuli a proposito è falso, tengo a ribadire che non c’era nessuna bambina. Lui ha affermato che una volta salito a casa ha visto la figlia turbata, ma questa è la sua parola contro la mia. Bisogna precisare poi -aggiunge- che il padre è un personaggio importante per il lavoro che fa e non è strano che gli vengano fatte delle interviste. Non solo, l’intervista in questione, come le precedenti, è sempre stata condotta con toni cordiali e amichevoli”.
Invitato ad esprimere la sua opinione, Roma affronta il tema del rapporto in essere tra il giornalismo e la politica “dal nostro punto di vista nulla è cambiato, e non ci sopportano perché non abbiamo mai fatto sconti a nessuno, né a destra né a sinistra. Posso dire- precisa- che le Iene rappresentano un modello di imparzialità e di equidistanza. Non si saprà mai, al contrario di altri giornalisti, cosa pensa politicamente una Iena e il potere non ci ha mai tollerati semplicemente perché abbiamo sempre fatto domande scomode. Quindi il cambiamento dei rapporti tra giornalismo e politica ai miei occhi non c’è stato”, ribadisce.
L’inviato termina la sua intervista parlando della sua carriera e di eventuali censure nei suoi confronti “Io nella mia carriera non ho mai riscontrato tentativi di bloccare un mio servizio. Poi quando sei una Iena, dopo che hai consegnato il tuo girato, sai poco di quello che accade o se ci possano essere state eventuali interferenze. Posso affermare, in maniera cristallina, che nella nostra azienda c’è la massima libertà di agire: se si ha in mano una notizia documentata e riscontrata, noi possiamo andare da qualsiasi politico, intervistare e girare, anche se di Forza Italia. Non so-conclude Roma- quante altre realtà abbiano una libertà così netta”.