Pasolini e la colonizzazione culturale
Chissà che cosa direbbe, o scriverebbe, Pier Paolo Pasolini a proposito, ad esempio, della “festività” esterofila di Halloween e dell’insignificanza totale che riveste, al di là delle manifestazioni esteriori. Probabilmente, sulla scia della riflessione “corsara” e “luterana” concernente la cosiddetta “mutazione antropologica del popolo italiano”, noterebbe che si tratta di un fenomeno di conformismo sociale e culturale neanche così strisciante come, invece, accadeva negli anni ’60 e ’70 del nostro Paese. La festività di “Halloween” è una ricorrenza estranea alle tradizioni culturali e religiose storicamente radicate nella vita e nelle consuetudini localistiche e particolaristiche delle regioni e dei territori del nostro Paese. Halloween è una celebrazione di origine “celtica”, dunque importata dall’estero ed imposta “di sana pianta” dal Potere di un sistema edonistico-consumistico di massa. È un esempio demenziale, plateale ed invasivo di un processo di “globo-colonizzazione” di matrice anglosassone, di omologazione e di pervasività ideologica di Poteri economici di ispirazione globalista e neoliberista. Il caso di Halloween è l’emblema di un ordine imperialista sovranazionale di origine anglo-statunitense, di un cosmopolitismo e di una liberalizzazione sfrenata e selvaggia dei consumi e delle merci. La frenesia consumista ed edonista si ripara sotto uno strato apparente di abitudini ed usanze pseudo-religiose scevre di qualsiasi nesso o legame con le radici storico-culturali di civiltà millenarie, quali quelle dell’area mediterranea.
Lucio Garofalo