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Fino al 16 novembre 2024 prosegue, nelle due sedi di KROMYA Art Gallery a Lugano e Verona, la mostra personale dell’artista Sergio Fermariello (Napoli, 1961), noto per aver fatto del guerriero armato di lancia il proprio segno di riconoscimento.

Curata da Demetrio Paparoni, l’esposizione s’intitola Meridiano in riferimento ad un luogo mentale, ad un orizzonte di intenti, all’attitudine di un emisfero che detta tempi lenti. Attraverso la reiterazione del segno, l’artista infatti scolpisce il tempo, una delle più grandi ricchezze del presente.

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«Muoversi su una linea di confine tra astrazione e figurazione – scrive Demetrio Paparoni – non comporta l’allontanamento dalla realtà. Tutt’altro. Com’è noto, nel lavoro di Fermariello la lancia e lo scudo del guerriero rimandano a due lettere dell’alfabeto, alla “i” e alla “o”, che accostate formano la parola “io”. Compressa all’interno del perimetro dell’opera, questa miriade di “io” pone l’accento sul nostro essere nel mondo. Il foglio affollato all’inverosimile rivela l’idea dell’artista secondo cui dall’essere troppi siamo passati all’essere “di troppo”, che la nostra individualità è soffocata, che siamo diventati massa in una società nella quale lo spazio vitale si è sempre più ridotto».

«Nella mia pratica – dichiara Sergio Fermariello – coltivo il segno sino al parossismo, secondo una coazione a ripetere che va oltre il principio del piacere. Non mi interessa il significato, anche se nella figura del guerriero sono presenti numerose simbologie. Il mio intento è recuperare questo archetipo, che in passato si sarebbe trasformato in una divinità, per restituire il senso di appartenenza ad un destino maggiore, che non ci tradisce e che ci sintonizza con il sé di gruppo in un unico atto creativo».

Il percorso espositivo, articolato nelle due sedi di Lugano e Verona, comprende una trentina di opere di recente produzione, molte delle quali inedite. Oltre alle tele su acciaio, che a volte si presentano come bassorilievi, e agli acrilici su carta, la mostra comprende anche una Tela scrittura, ovvero un’opera disegnata nel tempo in cui il segno visto a distanza diviene astrazione, e una scultura totemica virata nell’arancio. A tracciare un’ideale ponte tra le due sedi è la scultura denominata Knot, composta da due tubi di ferro zincato che presentano al centro una strozzatura, un nodo che rallenta la discesa dell’acqua, alludendo ad altre possibili strade e vie d’uscita.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da KROMYA Art Gallery con un testo critico inedito di Demetrio Paparoni e la documentazione delle opere esposte.

La sede di Lugano è aperta al pubblico da martedì a venerdì con orario 13.00-18.00, sabato su appuntamento, chiuso dal 9 al 12 ottobre. La sede di Verona è aperta al pubblico da giovedì a sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-19.30, lunedì martedì e mercoledì su appuntamento.

Per informazioni: KROMYA Art Gallery Lugano (T. +41 919 227000, tecla@kromyartgallery.com), KROMYA Art Gallery Verona (T. +39 045 9788842, elisabetta@kromyartgallery.com),  www.kromyartgallery.com.

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