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Le Piccole Morti annunciano l’uscita di PRODROMI, il nuovo EP disponibile dal 7 dicembre 2024

 

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La band alt-rock modenese Le Piccole Morti, quintetto originario di Pavullo nel Frignano, annuncia l’uscita del nuovo EP PRODROMI, che sarà disponibile dal 7 dicembre 2024 su tutte le piattaforme digitali e in edizione fisica limitata.
Con PRODROMI la band propone tre brani inediti risalenti a un periodo antecedente e in parte contemporaneo alla produzione di Vol.1, l’album uscito nel 2019 che ha consolidato il loro percorso artistico. Questo EP non è solo una raccolta di canzoni, ma una finestra sul passato del gruppo, che riporta alla luce tracce musicali genuine. Registrato in presa diretta per preservare l’energia delle esibizioni live, PRODROMI cattura l’intensità originaria di una band agli albori, senza filtri o interventi correttivi, offrendo a chi ascolta un’esperienza autentica e immediata.
Il titolo, PRODROMI, riflette la natura anticipatoria dei brani, simb oleggiando i momenti che precedono un evento significativo, siano essi di cambiamento personale, fisico o sociale. Questi tre brani sono “prodromi” – istanti di crescita e scoperta che segnano la band prima della sua evoluzione definitiva, una fotografia sonora di ciò che Le Piccole Morti erano e che non saranno mai più.
La copertina dell’EP immortala un dettaglio del primo palco su cui Le Piccole Morti si esibirono il 6 maggio 2017, data che rappresenta l’inizio di un percorso che li ha portati fino a qui. Con PRODROMI la band chiude simbolicamente un ciclo, tornando alle origini per riflettere sugli episodi fondativi della propria storia.

Release

 

Per celebrare l’uscita di PRODROMI, Le Piccole Morti terranno un evento esclusivo il 7 dicembre 2024 presso il Limo Club, in Galleria Aldo Moro 14/16, Pavullo nel Frignano (MO). Una serata speciale, in cui i fan potranno ascoltare i brani dell’EP dal vivo e rivivere insieme alla band quei momenti che hanno segnato l’inizio della loro evoluzione artistica.

LE PICCOLE MORTI – PRODROMI

(Alternative/Progressive Rock)

 

I tre brani che compongono l’EP testimoniano bene, dal punto di vista compositivo, il momento di transizione dall’esperienza Old Scratchiness al nuovo universo sonoro proprio de Le Piccole Morti: la musica è spesso sviluppata partendo da jam sessions in sala prove, affinate dal vivo, lasciando che le singole sezioni dei brani si articolino liberamente; il risultato si manifesta dunque attraverso composizioni dal minutaggio ampio, che spesso e volentieri scardinano la forma-canzone per lanciarsi verso divagazioni strumentali vicine al rock progressivo. Si riconoscono in ogni caso le ispirazioni anni ’90 che permeano la maggior parte della musica del disco. Un elemento importante, che diventerà poi sempre più centrale nell’economia sonora della band, è il pianoforte: i tre brani di PRODROMI sono costruiti prevalentemente attorno alle chitarre, ma si inizia a comprendere quanto le tastiere e i sintetizzatori ricopriranno un ruolo cruciale nella stesura delle canzoni che andranno poi a dare vita a Vol. 1 (2019). Ancora più importanti infine i testi che, da questo momento in poi, inizieranno ad essere scritti esclusivamente in italiano.

 

ADDIO (Testo: Degl’Antoni – Musica: Cavani, Degl’Antoni, Caroli)

 

Il brano che apre l’EP è il più diretto e conciso di tutti: l’introduzione è affidata ad un riff scritto da Alessandro, che porta poi il pezzo su binari dal sapore blues. La struttura è stata perfezionata in sala prove e per tanti anni proprio questa canzone ha aperto i concerti de Le Piccole Morti. Il ritmo rimane sempre elevato per poi rallentare nello special centrale, quasi sempre improvvisato o modificato durante i concerti. Sul finale rimangono solamente il basso e la voce, per una chiusura anti-climatica che dà ancora più rilievo al testo.

SOFIA (Testo: Degl’Antoni – Musica: Cavani, Ferrari)

 

Questo è l’esempio perfetto di come il pianoforte si è imposto come elemento fondamentale nella composizione dei brani de Le Piccole Morti: infatti inizialmente la canzone era suonata solamente dalla chitarra, non essendo ancora giunto Francesco nella band. L’arpeggio principale, concepito in forma embrionale da Alessandro e sviluppato poi da Alex, è stato infatti affidato al pianoforte solo in un secondo momento, cambiando radicalmente l’atmosfera del pezzo. Esaurita l’ideale prima sezione della canzone, si entra nuovamente nel campo dell’improvvisazione, con un ostinato di chitarra e basso sul quale i sintetizzatori sono liberi di svisare a proprio piacimento, apportando un’importante componente psichedelica. Anche in questo caso, dal vivo, la parte veniva sempre improvvisata o modificata, fino a giungere ad un finale più classicamente rock ispirato ai Queens Of The Stone Age. Lungo tutta la composizione è forte anche l’influenza dei Pink Floyd, in particolar modo nei due assoli di chitarra.

LA CRONACA DEL PIANTO (Testo: Degl’Antoni – Musica: Cavani)

L’EP si conclude con il brano più lungo e complesso della discografia de Le Piccole Morti; si tratta di una suite divisa in quattro sezioni e fortemente ispirata al rock progressivo anni ’70, dove lo scenario sonoro cambia di continuo: l’introduzione traccia un ponte diretto con Vol. 1 essendo la stessa identica sezione melodica che costituisce l’ossatura di “Introduzione”, che apre il disco del 2019. La volontà era quella di chiudere un cerchio collegando canzoni pubblicate in momenti diversi, ma concepite nello stesso momento. La seconda sezione comprende due strofe e due ritornelli, che proseguono invece con un’atmosfera fiabesca dai toni scuri che conduce a un momento di stasi; la terza sezione vede protagonisti voce, chitarra e campane che si muovono su uno sfondo ambient il quale va a stratificarsi sempre di più per implodere infine in un riff di chitarra acustica dove viene concluso il testo della canzone. Infine la quarta ed ultima sezione lascia spazio alla melodia con pianoforte e chitarra acustica, che preparano all’assolo finale di chitarra. Le influenze principali del brano sono senza dubbio da ricercare in “Hero and Heroine” (1974) degli Strawbs, in “Benefit” dei Jethro Tull e nel più recente “Heritage” (2011) degli Opeth.

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