L’onorevole Anna Cisint, europarlamentare per la Lega è intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus, durante la trasmissione “Greenwich” curata e condotta da Vanessa Piccioni e Michele Gioia, per discutere del ruolo dell’Europa nella lotta all’immigrazione irregolare e per analizzare l’impatto dell’Islam nella società italiana.
On. Cisint (europarlamentare Lega) sull’estremizzazione dei concetti religiosi:
“La mia battaglia contro l’islam radicale non è conclusa: è ormai una missione guidata dalla consapevolezza di ciò che accade e che, purtroppo, accadrà in Europa e in Italia. La mia esperienza, prima da cittadina e poi da sindaca, mi ha dato una consapevolezza concreta e quotidiana di cosa significhi l’islamizzazione integralista di un paese o di una città. Mi stupisco sempre di come ciò sia possibile: vedo una mancanza di dignità da parte di una fetta della popolazione e della politica. Per combattere questo processo serve amore verso le proprie radici profonde, verso la propria cultura. La politica, invece, accetta qualsiasi tipo di sopruso da queste religioni così violente. Certamente ci sono persone islamiche moderate, ma l’Islam, come religione, non è moderato. È un modello culturale che, quando si sovrappone agli altri, li annienta. È incompatibile con il modello occidentale e, soprattutto, con il nostro sistema giuridico.”
On. Cisint (Lega) sulle difficoltà in Italia di convivere con il testo della Sharia:
“C’è da ricordare che la parità di genere in Italia è un fatto giuridico: non si può ignorare. Non si possono tollerare le spose bambine; segregare una donna in casa impedendole di imparare la lingua italiana è un reato. La cosa più grave è che una parte della politica italiana accetta supinamente questo percorso. Non si può scegliere tra applicare le norme del diritto italiano o quelle del diritto islamico: sono in netto contrasto. Nei paesi islamici è la religione a decidere; in Italia deve decidere lo Stato.”
On. Cisint (Lega), sull’urgenza di una postura più incisiva da parte dell’UE:
“L’Europa è una delle maggiori responsabili di questa situazione. Noi della Lega stiamo combattendo questa modalità operativa che Bruxelles continua a seguire, anche se si respira un’aria diversa. Ho appena terminato il mio intervento in plenaria a Strasburgo su questo problema, legato all’applicazione rigida della Sharia. L’Europa ha perso di vista cosa significhi amare la propria storia e le proprie tradizioni. Una globalizzazione mal gestita ha portato danni enormi, tra cui l’abuso del multiculturalismo. Nei passati cinque anni, l’Europa si è dimostrata impreparata e poco rispettosa della dignità dei popoli che la compongono. Noi oggi stiamo conducendo una grande lotta: siamo il terzo gruppo al Parlamento Europeo e speriamo di instillare consapevolezza sulla necessità di un cambio di rotta.”
On. Cisint (Lega) sull’urgenza di costruire una reale difesa dei confini:
“La difesa dei confini è fondamentale. Solo venti giorni fa sono stata sulla rotta balcanica: si parla molto degli scafisti, e il nostro ministro rischia il carcere per aver difeso il suo popolo, ma una parte sostanziale del problema migratorio si trova nei Balcani. Ho visto con i miei occhi che da lì entrano quasi esclusivamente uomini, tutti provenienti da paesi che non sono in guerra e quasi tutti di religione islamica. Il loro obiettivo è arrivare nel nostro paese. Quello che mi ha sconvolto è scoprire che l’Unione Europea finanzia centri per i migranti non destinati al rimpatrio, situati ai confini dell’Europa. La Croazia respinge i migranti irregolari, indirizzandoli in questi centri, dove vengono messi nella condizione di percorrere la rotta balcanica irregolarmente.
C’è da chiedersi: cosa vogliamo per il futuro? Legalità? Confini sicuri? L’attuale modus operandi non garantisce la sicurezza dei confini. La politica deve mettere questa tematica tra le sue priorità più urgenti.”