TikTok, tik tok: tempo scaduto per l’app cinese anche in Europa?
Lo scontro tra il governo Usa e l’app cinese Tik Tok è arrivato all’ultimo round. Era il 24 aprile 2024 quando il Senato degli Stati Uniti ha approvato il disegno di legge con cui vietare TikTok in America. ByteDance, azienda proprietaria dell’app,ha fatto ricorso, ma è molto probabile che la Corte Suprema confermi la posizione governativa. Intanto la notizia di un possibile interesse di Elon Musk è stata smentita.
E in Europa? Se gli Stati Uniti, nostro più grande alleato — anche dal punto di vista militare e dell’intelligence — reputano TikTok un’app pericolosa per la sicurezza nazionale, perché in Europa dovremmo pensarla diversamente?
di Matteo Navacci, Co-Founder Privacy Week
Milano, 15 gennaio 2025 – Era il 24 aprile 2024 quando il Senato degli Stati Uniti approvò il disegno di legge con cui vietare TikTok in America. A ByteDance, azienda proprietaria dell’app, furono concessi nove mesi per vendere la propria partecipazione ed evitare così il blocco.
Al proprietario cinese di TikTok, ByteDance, vengono concessi nove mesi per vendere la propria partecipazione a una società statunitense per evitare che l’app fosse bloccata. Ebbene, i nove mesi sono quasi scaduti e la Corte Suprema è in procinto di decidere sulla costituzionalità della legge. Secondo le ultime indiscrezioni, il parere potrebbe essere favorevole. Se così fosse, il 19 gennaio 2025 ByteDance avrà di fronte un’amara scelta: vendere tutto o chiudere i battenti.
La Corte Suprema è intervenuta in quanto si riteneva che la legge emanata dal Congresso e approvata dall’ex presidente Biden potesse essere incostituzionale, a causa della potenziale violazione del Primo Emendamento (libertà d’espressione) e della Equal Protection Clause, che tutela le aziende da discriminazioni basate sulla loro origine (straniera).
Il giudizio della Corte Suprema dovrà quindi soppesare da una parte diritti costituzionalmente garantiti, e dall’altra invece questioni che riguardano la sicurezza nazionale. Secondo l’opinione del Congresso e di molti critici, TikTok rappresenterebbe infatti un pericoloso canale di spionaggio e ingerenze straniere da parte del governo cinese.
In effetti, il governo cinese possiede una “golden share” in una delle principali entità cinesi di ByteDance, la Beijing ByteDance Technology. Questo dà la possibilità al governo di nominare un membro del consiglio di amministrazione e anche di influire nelle decisioni strategiche del colosso della Big Tech.
Negli ultimi due anni gli Stati Uniti sono stati particolarmente sensibili al tema delle ingerenze da parte di paesi considerati “avversari”, come la Cina.
A marzo 2023, prima dell’attuale disegno di legge per il divieto di TikTok, approvato ad aprile 2024, fu introdotto da un gruppo bipartisan di senatori anche un altro disegno di legge, con lo stesso obiettivo: il RESTRICT Act (Restricting the Emergence of Security Threats that Risk Information and Communications Technology Act).
La legge mirava a conferire al Segretario del Commercio degli Stati Uniti ampissimi poteri per identificare e gestire rischi per la sicurezza nazionale derivanti dall’uso di tecnologie ICT controllate da paesi come Cina, Russia e Iran.
Al cuore del RESTRICT Act c’erano “covered transactions” e le “covered holdings” con cui s’intendeva rispettivamente qualsiasi “transazione” (rapporto economico) con un’organizzazione controllata dallo Stato Avversario, o soggetta alla sua giurisdizione, e qualsiasi partecipazione economica (anche su aziende statunitensi) da parte dei governi dei paesi avversari.
La legge ad oggi è rimasta ferma, criticata da alcuni per la sua portata eccessivamente ampia e pericolosa per i diritti e interessi dei cittadini e delle aziende statunitensi. Così commentavo, aprile 2023, la proposta: “Se l’obiettivo è vietare TikTok, questa legge è tanto proporzionale quanto usare una bomba nucleare per disinfestare il giardino di casa. Data l’ampissima portata dei poteri assunti dal Segretario qualcuno già ne parla come se fosse un nuovo, peggiore PATRIOT ACT.
Insomma, non dovrebbe stupire nessuno se oggi siamo arrivati davvero a questo punto. È molto probabile che la Corte Suprema si pronunci in favorevolmente. Nel frattempo, il caos dilaga. Come riferiscono alcune indiscrezioni, ByteDance starebbe addirittura valutando di vendere la porzione statunitense a Elon Musk, una notizia che però sarebbe stata immediatamente smentita.
Nel frattempo, anche gli utenti cercano di sdrammatizzare gli eventi, per superare lo shock di una possibile chiusura del loro social preferito. Nelle ultime settimane si stanno diffondendo a macchia d’olio video ironici di scambio tra americani e cinesi che si salutano rispettivamente — dove i cinesi (che comunque sono cittadini americani) assumono la veste di “spia” del governo di Bejing che saluta i propri spiati preferiti ricordando i bei tempi andati.
Noi ci limitiamo ad aspettare, ma la domanda sorge spontanea: se gli Stati Uniti, nostro più grande alleato — anche dal punto di vista militare e dell’intelligence — reputano TikTok un’app pericolosa per la sicurezza nazionale, perché in Europa dovremmo pensarla diversamente?
Matteo Navacci, Co-Founder Privacy Week