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Io, da sempre ottimista e che, per natura, cerco sempre di vedere l’aspetto positivo delle cose e comprendere chi sbaglia, ormai da tempo sono preoccupato delle conseguenze psicologiche che il Covid lascerà sul campo, una volta che, grazie all’importante supporto del mondo scientifico, esso incomincerà ad  “infastidire” meno,  dato che dovremo purtroppo convivere ancora per molto con questa grave patologia.

Un giorno, Indro Montanelli, ebbe a dirmi a Cortina d’Ampezzo, che questa nuova società (eravamo  allora prima degli anni 2000) ha una percentuale di imbecilli da far paura: non ripeto detta percentuale perché farebbe rabbrividire persino un soggetto dai nervi d’acciaio, oltre a suscitare polemiche e/o offese. Ed aveva perfettamente ragione (tanto per dirne solo una, l’ improprio uso delle mascherine o addirittura non uso, docent !)

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Va subito detto che se lo dice Montanelli fa un certo effetto, se lo dice invece lo scrivente, una tale affermazione viene considerata acqua fresca, come lo è stato fino ad oggi, giorno in cui, almeno a mio avviso, si stanno materializzando le profezie del filosofo austriaco Rudolf Steiner secondo il quale in futuro non sapremo esimerci dalla pazzia collettiva anche se dovessimo sconfiggere il cancro,  poi del citato decano del giornalismo Indro Montanelli che ipotizzava percentuali come detto sopra e, con molta modestia, del sottoscritto che, addirittura in qualche libro edito intorno a quegli anni, prefigurava un “inceppamento” dell’esistenza umana a causa di uno spasmodico progresso che non badava a regole, al rispetto della natura, alla forzatura dei bioritmi fisiologici, in quanto proteso solo verso il profitto ad ogni costo.  Ed ora siamo arrivati a questo e, per di più, senza perseguire anche il profitto.

E vengo alle conseguenze di cui a titolo, peraltro già espresse più volte in altri contesti mediatici.

Non è certo una bufala affermare che i circa 60 milioni di italiani a cui pure io appartengo, stiano soffrendo ogni giorno di ansia, malesseri, conflittualità psicologiche, ma anche per la fame. Realtà che, col passare dei giorni, tende a somatizzare finendo per trasformarsi in vera patologia collettiva. Ieri sera, 14/1/2021, su Piazzapulita, uno scrittore ospite fisso della trasmissione, Stefano Massini, ha espresso personali sentimenti attraverso  una  narrazione che suffraga in toto quanto detto prima: una persona normale,  perfettamente sana, in coda per il tampone, improvvisamente si accascia urlando ed imprecando “non ne posso più” al punto da essere subito barellato e portato in corsia. Domanda: “ Quanti di noi sono in queste condizioni, solo perché in quel preciso momento non si sono presentate le condizioni psico-fisiche che hanno investito detta persona sana “.   Penso che la percentuale sia altissima ed in perfetta linea con il pensiero di Montanelli, anche se da attualizzare in chiave Covid…

Di questi casi, più o meno manifesti, l’Italia è piena e nessuno lo dice, specie l’interessato; e ciò per una sorta di falso pudore, dignità, voglia di nascondere in quanto non gioverebbe ecc.ecc., fino ad arrivare a quello stremo psico-fisico che apre le porte dell’ospedale.  Ebbene, arrivati qui, e cioè all’Ospedale, tutti dovremmo chiederci come sta il…personale sanitario, a partire dal medico per finire a chi pulisce i corridoi dei vari reparti.

Io penso che si debba da subito spendere una parola a favore di questo prezioso contesto medico-infermieristico-ausiliario ecc.ecc, che, non solo deve essere allo stremo delle sue possibilità operative, ma anche, cosa non meno importante, che detta condizione potrebbe avere dei risvolti non sempre positivi nei confronti degli assistiti. E questa realtà si sta manifestando giorno dopo giorno: penuria di medici, infermieri, operatori vari che addirittura rifiutano questo tipo di lavoro.

Domanda finale: “ Fino a quando si potrà andar avanti in queste condizioni ? E se anche gli operatori della salute ad un certo momento non dovessero più farcela, al pari di tutti noi che siamo fuori dalle mura ospedaliere, cosa dovremmo aspettarci ? Che tutto, speriamo tanto di no, dovrà essere demandato a ciò che fatalmente potrebbe succedere quanto ad imponderabilità ?”

Queste avvisaglie di stanchezza, di incertezza, di impotenza, spesso alimentate, loro malgrado, dai vari virologi, infettivologi,  pneumologi, scienziati che inflazionano le varie televisioni, paiono sin da ora una sorta di anticamera nella quale chiedere solo … clemenza e pietà al virus.  Prodotto quest’ultimo solo e sicuramente dalla mano dell’uomo a causa delle motivazioni che sono persino loro stanche di essere ripetute.

Arnaldo De Porti

Belluno Feltre

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