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Il Sindaco Costantini depone fiori sulla lapide del cimitero che commemora i  cittadini caduti della Seconda Guerra Mondiale, in ricordo dei  16 giuliesi morti nei campi di prigionia tedeschiL’Amministrazione pensa ad un progetto per la collocazione delle pietre d’inciampo alla loro memoria

Il prolungarsi dell’emergenza sanitaria ha reso difficoltoso l’organizzazione di cerimonie pubbliche per celebrare la Giornata della Memoria che ogni anno, il 27 gennaio, ricorda le vittime dell’Olocausto. Nonostante queste difficoltà l’Amministrazione comunale di Giulianova ha deciso di istituire un momento di raccoglimento per commemorare i caduti giuliesi, nativi e residenti, morti nei campi di prigionia tedeschi.

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Grazie alla segnalazione di Walter De Berardinis, ricercatore storico sui caduti della Seconda Guerra Mondiale di Giulianova, è stata accertata la presenza di altri caduti giuliesi nei campi di prigionia in Germania, alcuni dei quali sconosciuti e non censiti nella lapide posta all’interno del cimitero di Giulianova.

“La tragedia vissuta dai concittadini giuliesi era stata già anticipata dalla misteriosa morte del lavoratore Alessandro Giorgini, morto il 15 marzo 1941, quando verrà ritrovato privo di vita all’età di 37 anni, nella città di Insel nel land della Sassonia – spiega il ricercatore giuliese De Berardinis – dopo l’8 settembre, le autorità tedesche, iniziarono la cattura e la deportazione nei territori della Germania, classificandoli come IMI (Internati Militari Italiani)”.

“Ci sembrava doveroso, dopo che lo scorso 14 gennaio abbiamo ricordato la compagna di un ebreo morto a Mauthausen, Margarete Wagner, commemorare anche chi scelse in quel periodo storico di resistere contro il nazismo e non collaborando con la RSI – dichiara il Sindaco Jwan Costantini – ricordiamo inoltre che, purtroppo, la stazione ferroviaria di Giulianova rappresentò uno scalo nevralgico per l’arrivo degli ebrei, che vennero trasportati al Kursaal, schedati e poi smistati per essere trasferiti nei campi di internamento della provincia di Teramo. Grazie al lavoro di De Berardinis siamo riusciti a conoscere i nomi di quei concittadini giuliesi, nativi e residenti, che patirono la pena dell’internamento nei campi di prigionia tedeschi e proprio a loro vogliamo dedicare la nostra Giornata della Memoria, anticipando che è volontà della nostra Amministrazione individuare un luogo della città in cui posizionare le pietre d’inciampo alla loro memoria”.

 

In totale Giulianova conta 130 caduti durante la Seconda Guerra Mondale, di cui l’Amministrazione comunale oggi ricorda i cittadini internati:

–  Alessandro Giorgini, morto il 15 marzo 1941, quando verrà ritrovato privo di vita all’età di 37 anni, nella città di Insel nel land della Sassonia;

– Romolo Celj, morto il 16 giugno 1944 a Dortmund e sepolto a Francoforte sul Meno;

– Filippo Covelli, catturato in Montenegro, deportato nello Stalag VI C e Z, morto l’8 novembre 1944; verrà sepolto prima nel Cimitero militare italiano di Gross Fullen (Meppen – Bassa Sassonia) e successivamente, nel Cimitero Militare di Amburgo;

– Renato D’Antonio, catturato a Pola, deportato nello Stalag II A e B, muore nell’ospedale da campo di Neubrandenburg il 13 gennaio 1944 (aveva 19 anni); verrà sepolto nel locale cimitero comunale;

– Vincenzo Di Ferdinando, originario di Teramo, catturato in Albania, muore nel campo di prigionia di Tocci il 15 giugno 1944; poi sepolto a Sinanaj;

– Edmondo Feliziani, catturato in Albania, verrà dato per disperso dal campo di Bor nell’agosto 1944;

– Vincenzo Fidani, catturato nel porto di Tolone, deportato in Germania e ucciso con un colpo di pistola da un sottufficiale tedesco il 20 marzo 1945; il corpo disperso nel territorio di Offstein;

– Castellano Ippoliti, originario di Sant’Omero, catturato in Albania, morto il 23 gennaio 1945 a Trier per bombardamento aereo;

– Salomone Ippoliti, fratello di Castellano, catturato in Italia, verrà deportato prima a Dachau con numero di matricola 54607 e poi nel campo satellite di Mauthausen dove muore il 1 luglio 1944;

– Elio Meloni, originario di Torano Nuovo, catturato in Serbia, muore nel campo di prigionia di Nisich in Serbia il 14 gennaio 1944;

– Giovanni Quatraccioni, nativo di New York da famiglia giuliese, catturato sull’isola di Creta, muore a Biesdorf – Berlino il 26 marzo 1944 (il fratello Antonio era morto nel 1942 nell’affondamento della “Lago Tana” nel canale di Sicilia);

– Bruno Rota, catturato dai tedeschi, deportato in Germania, muore nell’ospedale di Zeithain – Lazarettlager dello Stalag IV B di Mühlberg in Sassonia il 9 marzo 1944;

– Nicola Solipaca, catturato nella base dei sommergibili atlantici – Betasom, verrà rinchiuso nel campo di Germignan in Francia dove muore il 13 agosto 1945; verrà sepolto nel cimitero di St. Medard;

– Francesco Splendiani, lavoratore civile, morto a Linz in Austria il 17 febbraio 1945 per bombardamento aereo sul campo;

– Luigi Stacchiotti, catturato in Grecia, deportato in Germania, disperso il 15 maggio 1944;

– Ernesto Zenobi, catturato in Albania, verrà deportato a Gorlitz dove muore il 15 settembre 1943; oggi è sepolto nel cimitero militare italiano di Varsavia.

 

Per commemorare questi concittadini, oggi, al cimitero di Giulianova, il Sindaco Jwan Costantini, accompagnato dalla Vice Lidia Albani, ha deposto un mazzo di fiori sulla lapide dedicata ai caduti giuliesi della Seconda Guerra Mondiale, recante alcuni dei nomi di questi soldati.

“Un gesto semplice ma dovuto, in ricordo di questi nostri soldati e nel rispetto delle loro famiglie – dichiara il primo cittadino – oggi è stato avviato un progetto alla memoria dei giuliesi periti nel secondo conflitto bellico che, non appena potremo buttarci alle spalle l’emergenza sanitaria, verrà ampliato con l’organizzazione di una serie di iniziative culturali, promosse dal Comune di Giulianova in collaborazione con storici, ricercatori e scrittori”.

 

In allegato foto del Sindaco Costantini e della Vice Sindaco Albani al cimitero per la deposizione dei fiori sulla lapide del caduti giuliesi della Seconda Guerra Mondiale.

Le immagini sono libere da diritti per l’uso editoriale.

 

 

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