Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda con commozione un drammatico evento ormai dimenticato dall’opinione pubblica e dai media ma che rappresenta una ferita aperta non solo per i familiari delle vittime ma per tutti coloro che credono nella giustizia: la strage del Cermis.
Il 3 febbraio del 1998 persero la vita venti persone, delle quali tre di nazionalità italiana (Edeltraud Zanon-Werth (56, nata a Innsbruck, residente a Bressanone); Maria Steiner-Stampfl (61, Bressanone); Marcello Vanzo (56, Cavalese), manovratore della Cabina in discesa): un aereo militare statunitense Grumman EA-6B Prowler della United States Marine Corps durante un volo tranciò di netto il cavo della funivia su cui si trovavano nei pressi di Cavalese.
La vicenda segnò un momento di crisi nei rapporti Italia – USA; inizialmente sembrava che i marines americani volessero assumersi le responsabilità di una tragedia determinata da una serie di errori umani inammissibili, in quanto ogni forma di precauzione era stata trascurata dall’equipaggio del velivolo (limiti di altezza e di velocità furono totalmente disattesi; ma soprattutto serietà e concentrazione non furono osservate). Successivamente la ricostruzione reale degli avvenimenti divenne impossibile perché ogni filmato di riferimento venne distrutto intenzionalmente. Inoltre, malgrado gli sforzi della magistratura italiana, le competenze sul caso furono attribuite, in base alla convenzione di Londra del 19 giugno 1951, alla Corte marziale americana. Nessuno pagò per quelle 20 vite umane; da archiviare come “danni collaterali”, dal momento che contestualmente infuriava la guerra in Bosnia e l’Italia costituiva una base eccellente per le operazioni militari.
Arrivò soltanto un risarcimento in termini economici sulla base della Legge 497/99 “Disposizioni per la corresponsione di indennizzi relativi all’incidente della funivia del Cermis del 3 febbraio 1998 a Cavalese” ma tutti i soldati furono assolti.
Il CNDDU invita tutto il personale educativo interessato alle tematiche umanitarie a parlare dei fatti del Cermis e non far cadere nel dimenticatoio il dramma di una giustizia negata.
Si invitano le scuole di ogni ordine e grado a creare un logo commemorativo e a postarlo sulle nostre pagine Facebook. Chi vorrà inviare anche elaborati di contenuto diverso (poesie, temi, disegni, fotografie etc. troverà spazio sui nostri canali social.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU