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Esprimo la mia tristezza per la scomparsa di Franco Marini, sindacalista e politico di grande rilievo, Presidente emerito del Senato della Repubblica, già Ministro del Lavoro e Segretario Generale della Cisl, deceduto oggi a Roma. Ho trovato belle dichiarazioni da tutto il mondo istituzionale, sindacale ed economico. Ancor più mi hanno fatto piacere quelle del mondo politico, del campo a Lui vicino e da quello avverso, a significare la sua grande statura di uomo della Politica e delle Istituzioni, con le lettere maiuscole. Non aggiungerò altre parole, che rischierebbero di essere ultronee a quanto altri meglio di me sapranno commentare sulla vita e sulle opere del Sen. Franco Marini, del quale ho condiviso la comunanza di valori del cattolicesimo democratico.

Mi piace, invece, richiamare la semplicità del suo tratto, la bonomia e l’austera sobrietà che ha contrassegnato la sua vita pubblica. E l’attaccamento alla sua terra, a San Pio delle Camere dove era nato 87 anni fa e dove aveva sistemato la sua casa modesta dove volentieri tornava, all’Aquila e all’Abruzzo. E l’attaccamento alle antiche amicizie e alla gente della sua terra natìa. Pur ai massimi livelli di rappresentanza della Repubblica non ha mai perso questo legame autentico e profondo con la sua terra e la sua gente. Un forte esempio di umiltà, anche (direi soprattutto) quando si ricoprono altissime funzioni.

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Ho avuto per molti anni modo di stargli vicino e di sostenere la sua opera, nella vita politica ed istituzionale, da quando nel 1992 entrò in Parlamento. Ma soprattutto nella vita di partito, dapprima nella Democrazia Cristiana, poi nel Partito Popolare del quale divenne Segretario, poi ancora nella Margherita e nel Partito Democratico. Ma in questo momento voglio ricordarlo proprio per questo suo tratto di semplicità e predilezione per l’autenticità dei rapporti interpersonali.

Da alpino non posso non rilevare anche il suo straordinario radicamento ai valori dell’alpinità, egli sempre presente alle manifestazioni dell’ANA in campo nazionale, regionale e locale. Lo ricorda oggi molto bene il presidente della Sezione Abruzzi dell’ANA Pietro D’Alfonso, con belle parole. Franco Marini per gli Alpini è stato un affidabile punto di riferimento, in ogni momento, dai Raduni nazionali (ricordiamo quello dell’Aquila del 2015), a quelli regionali e locali. Era iscritto al gruppo Alpini di Barisciano, che raccoglie un po’ tutte le penne nere dell’altopiano, e quando poteva sempre ha frequentato quel gruppo condividendone le iniziative e la socialità, tra un bicchiere di vino e un canto di montagna.

Non a caso scelgo questa foto del 2007. Era Presidente del Senato quando partecipò, a Paganica, alla celebrazione del 50° anniversario della costituzione del nostro Gruppo Alpini “Mario Rossi”. Arrivò puntuale in una giornata un po’ uggiosa, seguì la sfilata delle penne nere dei gruppi abruzzesi, poi restò ancora con noi per un brindisi prima di riprendere la strada per Roma. E’ stato più recentemente a Paganica nel 2017, quando abbiamo tenuto un convegno sulla Grande Guerra, ricordando la Medaglia d’Oro Colonnello Francesco Rossi nel centenario della morte e tutti i caduti di Paganica e frazioni, riportati nel bel volume di Fernando Rossi. Franco Marini intervenne con un magnifico contributo a quel Convegno, anche come Presidente Nazionale per le celebrazioni del Centenario della Grande Guerra.

Ecco, oggi scelgo di ricordarlo così il Sen. Marini, per questa sua indole popolare, per questa sua bella semplicità nei comportamenti pubblici, per il suo particolare portamento istituzionale, per la sua integrità. L’Aquila, l’Abruzzo e l’Italia gli debbono essere grati per la sua importante opera di Uomo delle Istituzioni, certamente, ma anche per questo particolare suo esempio di rigorosa e austera sobrietà, che tanto dovrebbe insegnare oggi al mondo politico, dove le cadute di stile, la spettacolarizzazione e talvolta la sguaiatezza dei toni sono purtroppo assai frequenti. Addio Presidente Marini, addio caro Franco, da cristiano credente nella Resurrezione oggi in Cielo troverai Luisa ad aspettarti, la tua amatissima moglie.

Goffredo Palmerini

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