La grande sfida dell’unità nazionale che prepara la ripartenza del Paese
Abbiamo davanti a noi un’Italia da ricostruire. Draghi farà le scelte necessarie e darà il senso di direzione, ma il resto dovrà farlo una politica rinnovata. Per fare questa rivoluzione che si muove su uno schema temporale di 10/20 anni serve oggi il governo Draghi e serve che faccia tre cose: 1) Un progetto di Recovery Plan fatto con l’Europa, scandito da riforme come pubblica amministrazione e giustizia civile e da un cronoprogramma di ferro per ogni singolo progetto. 2) Un piano di vaccinazioni che funzioni. 3) Ridare vigore al multilateralismo e allo sforzo ambientale grazie alla presidenza del G20 e alla copresidenza del Coop 26. Ciò che serve all’Italia che vive esclusivamente se viene riconosciuta dagli altri
di Roberto Napoletano, Direttore del Quotidiano del Sud – l’Altravoce dell’Italia
Mario Draghi compra immagine per l’Italia. Compra tempo. Compra competenza. Compra la capacità di trovare competenza. Rappresenta una carta straordinaria a livello internazionale perché Draghi ha la fiducia dei mercati e è ritenuto nel mondo un politico, anzi l’unico politico, capace di disincagliare oggi il Titanic Italia dallo scoglio dove lo hanno portato a sbattere venti anni di crescita zero e la stagione dell’irrealtà del doppio populismo. Non è definitivo, insomma, ma transitorio il governo Draghi. In questa transizione, però, ci sono l’immediato riprezzamento del rischio Italia (Btp decennale allo 0,50 dallo 0,71) e il suo rafforzamento strategico di lungo termine (rimettere alle spalle Spagna, Portogallo, Grecia) perché anche la Lega di Salvini dopo i Cinque stelle di Grillo rientrano nell’alveo dell’europeismo e liberano il Paese dal cappio al collo dei no-euro e di un sovranismo senza sovranità.
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