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Per rilanciare l’economia non bastano i sussidi, bisogna evitare le disuguaglianze investendo sul futuro dei giovani

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  1. Draghi

 

Riprendiamo l’appello che viene dai territori che ogni giorno si impegnano per dare un’opportunità ai bambini di Napoli, specie a quelli che vivono in contesti difficili e con alta densità di fenomeni mafiosi, perché è da qui che bisogna ripartire.

Raccogliamo l’appello di Gianni Maddaloni, medaglia olimpica, che attraverso lo sport insegna ai ragazzi di Scampia il rispetto delle regole; di Carmela Manco, che a San Giovanni a Teduccio,in un bene confiscato alla camorra, accoglie bambini molto piccoli e le loro famiglie sottraendoli alle camorre; di Cesare Moreno, maestro di strada, maestro pensante, che cerca di riportare a scuola i ragazzi che la abbandonano e che sta provando a contrastare la catastrofe educativa di cui ha parlato anche Papa Francesco; e di decine di associazioni che stamattina hanno lanciato un forte appello al nuovo Governo, affinché metta al centro del suo lavoro l’infanzia.

Raccogliamo l’appello di Don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis, perché è anche occupandosi dell’infanzia che si fa concreta antimafia e si riduce il rischio di nuovi episodi come quelli che sono costati la vita a tanti ragazzi che hanno subito la fascinazione subdola del male, divenendo prede di una subcultura mafiosa e poi vittime essi stessi.

“O’ sistema”, ci ha detto don Gennaro Pagano, cappellano del carcere minorile di Nisida, insegna il male ai bambini, noi vogliamo invece un sistema efficiente ed efficace che insegni il bene.

La quota di giovani neet a Ponticelli rispetto a quella del Vomero è tre volte superiore. E a Napoli i 10 quartieri con più neet in ben 8 casi compaiono anche nella classifica delle 10 zone con più famiglie a disagio sociale.

Ed allora riteniamo che quanto di buono tante donne e tanti uomini fanno ogni giorno sui nostri territori debba essere affiancato e qualificato da un grande Piano Nazionale per l’infanzia.

È necessaria una regia e una continuità per dare una vera efficacia ai tanti progetti in campo. E l’Italia ha già sperimentato una grande iniziativa per l’infanzia con la legge 285/97, che istituì un fondo nazionale speciale da destinare a interventi a favore dell’infanzia e dell’adolescenza realizzati dalle amministrazioni locali.

Raccogliamo tutta l’energia positiva che le tante associazioni stamattina hanno messo in campo e che è per noi molto contagiosa. Porteremo immediatamente all’attenzione del presidente del Consiglio e del nuovo governo, appena si sarò insediato, l’appello che viene da chi ogni giorno si batte per dare un’opportunità ai nostri ragazzi, affinché si utilizzi strategicamente una quota del Recovery Fund per realizzare un Piano Nazionale per l’infanzia. Ponendo, così, i bambini veramente al centro dell’azione politica, con un’attenzione particolare proprio ai territori e alle famiglie più vulnerabili, attraverso concrete e precoci strategie di adozione sociale, per contrastare e finalmente abbattere le diseguaglianze nel nostro Paese.

 

Paolo Siani

Paolo Lattanzio
Debora Serrachiani

 

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