Nell’attesa che gli Stati Uniti prendano una decisione in merito al ritiro delle loro truppe dal territorio Afghano, non si placa la violenza nel paese: nella mattina di domenica 21 febbraio un ordigno artigianale legato a una motocicletta nella città di Lashkar – gah è detonato nei pressi delle residenze dei governatori, uccidendo una persona e ferendone molte altre. A poche ore di distanza, un secondo ordigno esplodeva nella città di Kabul, uccidendo almeno altre due persone.
“Il nostro Centro chirurgico per vittime di guerra a Lashkar-gah si è subito attrezzato per affrontare una possibile strage, ricevendo 16 pazienti, uno dei quali morto all’arrivo. Nove li abbiamo ricoverati, mentre cinque sono stati trattati sul momento,” dichiara Marco Puntin, Programme Coordinator di EMERGENCY in Afghanistan.
“A quanto ci risulta, l’ordigno è detonato appena una macchina della Polizia Nazionale Afghana gli è passato vicino. Due poliziotti sono rimasti feriti ma, come sempre, sono stati i civili a pagare il prezzo più alto. Tra i feriti erano presenti anche due minori,” prosegue Puntin.
Dallo scorso ottobre, la città di Lashkar-gah e la regione dell’Helmand sono diventati infatti di nuovo teatro sia di scontri armati quotidiano fra le forze governative e gli insorti, sia di attentati continui. “Dal nostro ospedale è ormai abituale sentire il rumore delle bombe e dei mortai,” spiega Puntin.
A distanza di poche ore, il Centro chirurgico per vittime di guerra di EMERGENCY a Kabul riceveva i feriti del secondo attentato, ricoverando sei pazienti, trattandone uno sul momento e dovendo purtroppo registrare due morti all’arrivo.
“In tutto il 2020, a Kabul avremo avuto solo tre settimane senza che la città fosse vittima di un attacco esplosivo o di un attentato,” racconta Puntin.
“Quando accaduto rappresenta l’ennesima conferma – semmai ce ne fosse bisogno – che, nonostante gli accordi tra la passata amministrazione americana e i talebani e i negoziati di pace attualmente in corso a Doha, la guerra in Afghanistan non si è in realtà mai fermata, e i cittadini ormai non ne possono più,” conclude Puntin.
EMERGENCY è presente in Afghanistan dal 1999 con due Centri chirurgici per vittime di guerra nelle località di Kabul e Lashkar-gah, un Centro chirurgico e pediatrico e un Centro di maternità ad Anabah e una rete di 44 Posti di primo soccorso.
Nel corso del 2020, i suoi due Centri chirurgici per vittime di guerra hanno ricevuto 4627 pazienti con ferite provocate dalle violenze. Comparando il numero di pazienti a gennaio 2021 con quelli dello stesso mese dello scorso anno, i Centri hanno già ricevuto il 51% dei pazienti in più.