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Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani vuole ricordare due vittime innocenti dimenticate della mafia: il primo Pietro Patti, imprenditore, è stato assassinato la mattina del 27 febbraio 1985 a Brancaccio; il secondo Pietro Polara, viene ucciso il 27 febbraio 1989 a Gela. Due imprenditori, due uomini onesti che nulla avevano a che fare con la mafia e le dinamiche criminali di quegli anni. Pietro Patti non si era mai voluto piegare ai ricatti vessatorio della mafia: il pizzo non lo voleva pagare, perché avrebbe dovuto? Un uomo giovane e onesto deve andare avanti, guardare lontano, perché il ricatto, l’intimidazione sono solo parte di una società marcia, corrotta, senza prospettive. Amava sicuramente la sua terra e seguendo le orme della legalità aveva costruito le fondamenta di un’impresa per il commercio delle mandorle, patrimonio della Sicilia, con sacrificio e onestà. Più volte era stato bersaglio di atti intimidatori, ma sua forza e il suo coraggio lo avevano spinto ad andare avanti, nonostante tutto. I sicari, proprio davanti a una scuola, mentre Pietro Patti stava accompagnando le sue piccole figlie, lo hanno colpito a morte a soli 47 anni, ferendo gravemente anche una delle bambine.

Pietro Polara, imprenditore e politico, per il grande impegno profuso durante la sua attività lavorativa, nel 1985 riceve un grande riconoscimento: viene dichiarato cavaliere del Lavoro dalla Bertolini. Purtroppo è il fratello di Salvatore, noto boss mafioso in ascesa ammazzato qualche mese prima insieme alla sua famiglia, e per questo deve “pagare”, nonostante la sua completa estraneità alla malavita.

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Il CNDDU, malgrado le vittime non siano oggi molto note all’opinione pubblica nazionale, ritiene doveroso ricordarle nelle scuole; chiede pertanto ai docenti che vorranno partecipare di approfondire le questioni legate all’impresa in contesti territoriali compromessi. Creiamo un logo per commemorare le vittime. L’hashtag è #inNomedellOnestà

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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