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Nicola Zingaretti si è dimesso dal PD. Ha usato parole pesanti: “Mi vergogno di un partito che pensa solo alle primarie e alle poltrone”. A lei, che del PD è stato per anni un dirigente, che effetto ha fatto il j’accuse del leader dimissionario?

“Le dimissioni di Zingaretti sono un fatto interno ad un altro partito e vanno valutati come tali. Certo le parole che ha usato sono dette da chi il pd lo conosce bene, da chi ha visto muoversi le correnti per i posti in consiglio dei ministri non per le idee. Quello che è chiaro è che la crisi del PD non è questione delle ultime settimane, ma affonda le sue radici nella decisione di appiattirsi sulla linea politica del movimento 5Stelle e nel definire Giuseppe Conte il leader della sinistra. Mi auguro per il PD che a questo punto possa ritornare ai suoi principi ispiratori che da tempo ha perso per strada. Motivo per cui ce ne siamo andati”.

 Se cambiasse, oltre alla leadership, anche la linea politica, è ipotizzabile un vostro riavvicinamento alla PD o addirittura una confluenza?

“La nostra casa ora è un’altra, è quella di chi crede nel riformismo e  non ha paura del cambiamento, investe sul futuro senza avere sempre lo sguardo rivolto all’indietro. Comunque mi creda non è questo il tempo del risiko politico: i partiti si concentrino su come affrontare le emergenze, quella sanitaria, quella economica e quella educativa. Sono le uniche priorità nella testa degli italiani, devono esserlo anche per la politica, sicuramente lo sono per noi”.

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 Con il Governo Draghi c’è stato il cambio di passo che voi auspicavate? E se sì, che cosa soprattutto è cambiato?

“Il cambio di passo è sotto gli occhi di tutti. Il Presidente Draghi sta dimostrando che si poteva fare diversamente e meglio su tante questioni. Le nomine di Franco Gabrielli all’autorità delegata per i servizi segreti, del generale Paolo Figliuolo come  commissario strardinario per l’emergenza COVID e  il ritorno di Fabrizio Curcio a capo della Protezione Civile ne sono la prova. Tre persone di indubbia qualità, tre servitori dello stato al di  sopra di ogni critica. Il tutto senza proclami Facebook, conferenze stampa notturne, senza alcun clamore. La cifra di questo governo è proprio questa, poche parole e tanti fatti. E appunto, per esempio, sono tre persone che si sono messi subito al lavoro con discontinuità ed efficacia”.

 Quale è il vostro ruolo specifico all’interno del Governo Draghi? Quali sono le vostre priorità?

“Le ho citate prima. Bisogna fronteggiare le tre emergenze. Serve da subito un piano vaccini che recuperi i ritardi accumulati, con un patto di collaborazione leale con le regioni. Servono poi provvedimenti per sostenere le attività chiuse da mesi: i decreti ristori non hanno dato risposte sufficienti per tutti, alcune categorie risultano pesantemente penalizzate, cosi come sono penalizzate le famiglie italiane con figli in età scolare su cui la ministra Bonetti ha chiesto maggiori risorse per i congedi parentali e analoghi strumenti anche per i professionisti non dipendenti. C’è poi l’emergenza educativa, con i ragazzi che hanno perso troppi giorni di scuola, e la didattica a distanza non basta. Bisogna investire sulle vaccinazioni a loro e ai loro insegnanti prima che altre categorie”.

 Siamo sull’orlo del baratro economico. Da dove si deve cominciare?

“L’Italia si rialzerà più forte di prima. E lo farà se sapremo usare bene le tante risorse messe a disposizione dall’Europa. E’ la vera scommessa, quella che il governo Conte stava drammaticamente perdendo. Oggi il presidente Draghi ha una responsabilità straordinaria e si vede che la sente tutta. Noi gli saremo accanto, il Recovery sarà scritto e eseguito bene, una potente leva e l’economia italiana ripartirà”.

 Che cosa l’ha più fatta arrabbiare durante la fase politica che precede e segue l’avvento di Mario Draghi?

“Tempo molto difficile per noi, in cui chi si rendeva conto che avevamo ragione a denunciare l’immobilismo ma ne traeva beneficio ha alimentato una vera campagna d’odio contro di noi. Ma la soluzione a cui siamo arrivati, con un premier veramente autorevole e una maggioranza di unità nazionale come serve in un caso di emergenza e crisi così grave e profonda come quella che stiamo attraversando, hanno ripagato della fatica e delle offese ricevute”.

 

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