Era il 1987, erano le 09:05 ed un terribile incendio uccise i “picchettini”, impegnati nella pulizia della stiva della motonave gassiera “Elisabetta Montanari”, così veniva definito il personale addetto ai lavori più umilianti. Quali erano i lavori in questione? Picchettare la ruggine in fondo alle navi; insomma ripulirne le stive e i posti più difficili e pericolosi da raggiungere. Molti senza un contratto regolare e alla disperata ricerca di un lavoro. Uomini invisibili, paria, contrattualmente non importanti; senza qualifica, non sindacalizzati, livello d’istruzione basso; in definitiva bassa manovalanza marginalizzata.
Conosciamo i loro nomi per non dimenticarli
Filippo Argnani, di 40 anni.
Marcello Cacciatore, 23 anni, di Ruffano (LE).
Alessandro Centioni, 21 anni, di Bertinoro.
Gianni Cortini, 19 anni, di Ravenna, era al suo primo giorno di lavoro.
Massimo Foschi, 36 anni, di Cervia.
Marco Gaudenzi, 18 anni, di Bertinoro.
Domenico Lapolla, 25 anni, di Bertinoro.
Mosad Mohamed Abdel Hady, 36 anni, egiziano, residente a Marina di Ravenna.
Vincenzo Padua, 60 anni, unico dipendente della Mecnavi, a un passo dal pensionamento.
Onofrio Piegari, 29 anni, di Bertinoro.
Massimo Romeo, 24 anni, al suo primo giorno di lavoro.
Antonio Sansovini, 29 anni.
Paolo Seconi, 24 anni, di Ravenna, al suo primo giorno di lavoro.
Gli accertamenti verificarono che nessuna norma di sicurezza era stata applicata e né tanto meno era presente nel cantiere. Ai responsabili fu comminata una pena pari a 7 anni trasformata in quattro successivamente. Nessuna giustizia fu realmente fatta e chi morì in quell’incidente non ebbe nessun riconoscimento e nessuna menzione.
Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani invita studenti e docenti ad approfondire il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro affrontando casi come questo per non dimenticare. L’hashtag è #RicordiamoiPicchettinidellaMecnavi.
“Continuate a lottare per quel che era giusto” (Alex Langer)