Il vice sindaco di Massafra, Michele Bommino con deleghe al Turismo, Spettacolo, e Lavori Pubblici, fa chiarezza sugli immobili abbandonati nel centro storico. Precisa che il Comune di Massafra con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 73 del 06.09.2019 ha approvato il “Regolamento per l’acquisizione al patrimonio comunale, la riqualificazione e il riuso, di beni in stato di abbandono nel territorio comunale”.
Come è noto, il Centro storico di Massafra costituisce un patrimonio storico, architettonico e naturalistico inestimabile, finora non adeguatamente valorizzato, nel quale vi sono numerosi immobili abbandonati che versano nel degrado più totale.
Il regolamento è stato adottato proprio con la finalità di avviare un processo di recupero e riqualificazione degli immobili abbandonati del centro storico.
Considerato che lo stato di abbandono spesso deriva dal disinteresse dei proprietari a recuperare gli immobili di loro proprietà, o a situazioni ereditarie abbastanza complesse,
come previsto dal Regolamento, il Comune ha pubblicato in data 24 Dicembre 2020, un avviso rivolto ai cittadini che intendevano manifestare la disponibilità a cedere a titolo gratuito gli immobili di proprietà detenuti in stato di abbandono nel centro storico.
Purtroppo (come precisa il vice sindaco Bommino), le adesioni a detto Avviso sono state pochissime.
Il passo successivo sarebbe l’emissione di Ordinanze di messa in sicurezza/pulizia degli immobili abbandonati, ma questo risolverebbe il problema della pubblica incolumità o igienico, ma non quello del decoro del centro storico.
Pertanto l’amministrazione, proprio in questi giorni, sta valutando la possibilità di concedere un contributo ai cittadini che intendono ristrutturare immobili del centro storico.
Il vice sindaco Bommino precisa ancora: “Quelli che vi invitano a cercarvi l’avvocato, perché il Comune starebbe realizzando un esproprio “proletario” delle case abbandonate del centro storico, vogliono solo farvi spendere soldi a vuoto”.
Nella foto il vice sindaco Michele Bommino (foto di Luigi Serio)
Nino Bellinvia