DI MATTEO (PDF): “PRESIDENTE EMILIANO, NON DOVEVATE DIFENDERE LA SALUTE?”
“Continua la strategia scellerata della giunta regionale pugliese in materia di ambiente: come succede a Taranto per l’ILVA, anche a Bari si sta cercando di imporre la costruzione di un inceneritore di rifiuti senza tenere in minima considerazione le legittime preoccupazioni dei cittadini che abitano nell’area interessata dal progetto”. E’ quanto denuncia il coordinamento regionale pugliese del Popolo della Famiglia (PdF), in vista della decisione domani del Tar in merito alla legittimità e regolarità amministrativa della scelta della giunta Emiliano di non assoggettare la costruzione del nuovo impianto alla procedura di Valutazione Impatto Ambientale (VIA), nonostante le modifiche proposte dall’azienda costruttrice dell’opera.
“Se, come asserito dalla Regione, le modifiche proposte escludono ‘potenziali impatti negativi’, che problema ci sarebbe a passare per la procedura di VIA?”, domanda il PdF pugliese. “Inoltre, la logica del buon senso avrebbe suggerito di coinvolgere anche la Conferenza dei servizi, per tentare di rendere la decisione il più possibile condivisa dalla popolazione. Invece la Regione tira dritto, forza le procedure amministrative, ignora la netta contrarietà espressa dai territori interessati, evita sistematicamente il confronto con i cittadini, che si sentono sempre più abbandonati e costretti a subire l’ennesima decisione calata dall’alto”.
Il Popolo della Famiglia sottolinea i numerosi dubbi che nascono da un simile comportamento dell’Amministrazione regionale pugliese, interrogandosi anche come possa una struttura amministrativa decidere solo sulla base di una relazione tecnica, tra l’altro fornita dalla stessa azienda che sta lavorando sull’opera. “Presidente Emiliano, si ricordi che lei e la sua Giunta siete stati eletti con la promessa di una Regione più sensibile alla salute e alla qualità della vita”, afferma Nicola Di Matteo, vicepresidente e coordinatore nazionale del PdF. “Da sempre diamo ascolto e voce alla gente, alle persone che quotidianamente affrontano problemi concreti. Il grado di esasperazione è davvero alto per tutti. Non è accettabile essere stati costretti a rivolgersi al Tar per difendere il diritto di respirare!”.