di Francesco Lenoci
Docente Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano
Non vi è dubbio alcuno che Cataldo Albano sia innamorato di Verona, la fatal Verona, la città dove ha messo su famiglia e ha curato vari interessi, tra cui l’amata Arte delle Fotografia.
La fatal Verona…..eravamo qui io e Cataldo Albano il 25 ottobre 2019 …. Piazza dei Signori….la Loggia Vecchia….Dante Alighieri era stato lì sette secoli prima.
La fatal Verona….ho declamato i versi che ripeto adesso.
“Verona ebbe un dì due famiglie rivali:
i Capuleti e i Montecchi.
Per le guerre fra loro, a tutt’e due fatali,
la soglia dei palazzi sanguinò.
Come nel cielo oscuro
brilla un vermiglio raggio,
Giulietta apparì e Romeo l’amò.
Si scordarono il nome loro
ed ogni oltraggio
e un solo amore li infiammò.
Cruda sorte! O animi ciechi!
Questi infelici amanti diedero così
la fine agli odi antichi
sacrificando i loro dì”.
Era il 25 ottobre 2019…..Piazza delle Erbe, Piazza Bra….erano piene di gente festosa.
Non avevamo ancora idea di cosa ci aspettasse…. Non sapevamo che quelle allegre passeggiate sarebbero nel giro di pochi mesi diventate “assembramenti” e, quindi, sarebbero stati vietati. Stop al Vinitaly, nuovo format rinnovato nei calendari e nei contenuti per Fieracavalli 2020, il Festival 2020 della Fondazione Arena di Verona spostato al 2021…. Ferite profonde per l’economia di Verona, ferite che sanguinano ancora.
Come mostrano e dimostrano le foto di Cataldo Albano, è un teatro dell’assurdo quello in cui siamo precipitati e la scuola ne è la principale vittima, sacrificando…..e il pensiero torna a Giulietta e Romeo…. quella che è la risorsa più preziosa di cui un Paese può disporre, vale a dire l’intelligenza, la creatività e la genialità dei ragazzi e dei giovani.
È un teatro dell’assurdo da cui dobbiamo uscire. . . .adesso, ricorrendo inter alia ai meravigliosi versi di una grande poetessa: Alda Merini.
“Ho bisogno di poesia
questa magia che brucia
la pesantezza delle parole
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi”.
Poesia fa rima con fotografia: una magia, come dimostra questo catalogo di Cataldo Albano, che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi e un cuore nuovo alla Città dell’Amore.
Ma non basta. Perché quelle di Cataldo Albano non sono semplici immagini, ma immagini del silenzio. E il silenzio non può non essere accostato alla musica.
Al riguardo Caterina Cavallone nel racconto intitolato “Il silenzio e la musica” scrive:
“E forse non tutti sanno che il silenzio
è un caro amante della musica.
S’innamorò di lei sin dalla prima volta che la conobbe,
ai tempi della nascita dell’universo.
Il silenzio in principio regnava nell’infinito,
ma un giorno sentì qualcosa di melodioso,
vibrazioni che lo accarezzavano e gli facevano il solletico,
ma nello stesso tempo si accorse che
mentre queste vibrazioni aumentavano lui si dissolveva.
Quelle vibrazioni armoniose portarono alla nascita dell’Universo
e, da allora, la musica ha continuato a crescere
creando nuovi suoni e melodie”.
Sia lode a gloria a Cataldo Albano, che con generosità d’animo ha descritto la sua esperienza di geniale fotografo durante il lockdown, offrendo variegate opportunità di riflessione, conditio necessaria per la ripartenza di Verona.