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La Corte dei Conti ha bacchettato la Regione Calabria per la mancanza di trasparenza nell’uso del denaro pubblico in materia di interventi straordinari nei settori idrogeologico e forestale. Il 18 maggio u.s., infatti, a valle dell’approvazione del Rapporto sottoposto alla Sezione di controllo sulle amministrazioni dello Stato, è stato diffuso un comunicato stampa da cui si evince che i poco meno di 2 miliardi di euro di investimenti statali concessi all’uopo alla Regione Calabria negli anni 2007-2019 sono serviti, in realtà, per spese assimilabili a quelle di natura obbligatoria (costo della manodopera e generali), cioè quasi esclusivamente per pagare gli stipendi degli operai forestali, sommandoli ad altre risorse messe a disposizione dall’Ente. La Corte ammette e precisa, però, di non sapere quanto sia costato ciascun progetto, né quale sia la quota parte di contributo pubblico per singolo intervento, anche perché ignora il numero di operai impiegati volta per volta. Da queste lacune gravissime discende la raccomandazione alla Regione di realizzare un sistema che, a fronte del cospicuo esborso di denaro pubblico, consenta il tracciamento dei dati. Nel merito, poi, dell’attività dei singoli Enti attuatori, tra i quali primeggiano A.Fo.R. fino al 2013 e la subentrata Azienda Calabria Verde dal 2014, se nel decennio 2007-2017 la maggior parte delle risorse assegnate (73,5 milioni) sono state destinate ad interventi di “Manutenzione dei boschi esistenti” e “Gestione del patrimonio forestale indisponibile”, e ad oggi restano da erogare ‘solo’ poco più di 700.000 euro, la “tendenza altalenante” o “sviluppo altalenante” riscontrati, e che la nota stampa descrive con puntualità, sono sintomatici di una scarsa capacità di pianificazione. Si naviga a vista, insomma, senza avere chiari gli obiettivi diversi dalla mera volontà di spendere. La difesa idrogeologica del suolo mediante interventi di forestazione e il contrasto agli incendi, ridotti secondo la Regione del 9%, farebbero stimare medio e medio-alto il beneficio complessivo ricavato ma la Corte ribadisce con il garbo consueto che “resta, comunque, necessario rendere sempre più adeguata la proporzione tra forze lavoro impiegate e l’area territoriale interessata”. I mali della Calabria, dunque, sono sempre gli stessi e le amministrazioni regionali che si sono susseguite (almeno fino al 2019) non hanno inteso intaccare l’esercito degli operai forestali: uno dei più cospicui e consolidati bacini elettorali dei politici calabresi. Anche con questi temi si misura la Giunta in carica e fra qualche mese si misurerà la nuova. È sperabile che non voglia anch’essa eludere le proprie responsabilità né lasciare mano libera ad uffici che sembrano ignorare i principi di efficacia, efficienza ed economicità ai quali le pubbliche amministrazioni dovrebbero conformarsi.

 

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Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – L’alternativa c’è)

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