Ormai sono stanco di dire, se vuoi anche con l’attenuante della mia precarietà culturale, che il sistema capitalistico più non regge e, fors’anche, quello democratico, inteso quest’ultimo come liberismo da associare al concetto di libertà con riferimento alla circolazione delle merci, delle persone e dei capitali, realtà che, grazie al profitto conseguente a detto concetto, praticamente soffoca e schiaccia anche la stessa democrazia che, a mio avviso, finisce per far valere la legge del più forte ai danni delle persone oneste, sagge, ma prive di risorse economico-finanziarie che fanno parte della maggioranza.
In Italia, ma anche nel resto del mondo ove si decanta tanto la “democrazia”, quest’ultima è diventata un pretesto legale per fare ciò che si vuole, togliendo allo Stato la facoltà di qualsiasi intervento che non sia “gradito” all’interesse di pochi. Atteso che per libertà si deve intendere anche quella dal bisogno, la forma capitalistica odierna cozza contro la stessa Costituzione che mira alla rimozione delle disuguaglianze sociali ed economiche. Attenzione, non voglio certo privilegiare il comunismo rispetto all’ideologia democratica (Dio me ne salvi e liberi !), tuttavia, come è agli occhi di tutti, questo tipo di liberismo sfrenato non costituisce democrazia sociale, ma tout court un pretesto per accumulo di capitali nelle mani di pochi. Lo Stato non interviene e tace in quanto conta sugli introiti fiscali connessi a detto sistema capitalistico, abbastanza perverso ed a tutto svantaggio dei più che oggi, vuoi per pandemia ma anche per detta perversione economica, attualmente lambiscono fra la precarietà assoluta, mentre molti stanno morendo di fame… Ergo, non si può parlare di democrazia popolare ma di dittatura capitalistica !Ecco perché da anni sostengo, scrivendolo anche su questo giornale, che oggi, più che mai, c’è la necessità di mettere in discussione tutto o quasi se si vorrà campare, quanto meno, sulla base dei nostri parametri fisiologici; e ciò in quanto, il sistema sta scoppiando avvisandoci anche attraverso eventi pandemici che, neppure la scienza moderna, può prevedere e/o prevenire, ma neanche parare subito “alla bisogna” (Covid docet !), non conoscendo la loro eziologia in continua incubazione. Un sociologo-scrittore diceva una frase di un certo effetto:…..è’ necessario rimettere in gioco le regole dei diritti sociali e di quelli politici, barattandoli con i cosiddetti “diritti civili”, notoriamente a costo zero ed estremamente utili alla causa capitalista. In altre parole, è necessario rimescolare le carte del mazzo preventivamente truccato, perché tornino in mano anche a coloro che non le hanno mai avute…”Quelli che mi leggono e mi conoscono sanno che non sono un Marxista, tuttavia mi par di poter dire, anche sulla base di corsi e ricorsi storici, col condizionamento della mia precarietà culturale espressa in premessa, che una “rispolveratina” dell’ideologia marxista, ovviamente adattandola e contestualizzandola alle attuali esigenze, non guasterebbe. E ciò, e questo lo dico con estrema convinzione, farebbe onore anche alla nostra costituzione quando recita : È compito della Repubblica ( art. 3 ) rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Al contrario, purtroppo, è lo Stato stesso che viola le sue regole fondamentali, seppur con l’attenuante dell’incapacità funzionale dei suoi apparati burocratici, i quali, parallelamente alla sperequazione economico-finanziaria fra classi sociali, traggono linfa da una politica che respinge le persone capaci ed oneste a tutto vantaggio di improvvisatori della stessa in direzione “pancia loro”. E mi fermo qui.
ARNALDO DE PORTI
Belluno Feltre