Roma. Il 2 giugno di 40 anni fa, all’età di soli trent’anni anni, Rino Gaetano, perse la vita in un incidente stradale, dopo una serata passata nei locali: stava tornando a casa da solo a bordo della sua auto, una Volvo 343 grigio metallizzato e, alle 3,55, mentre percorreva via Nomentana, all’altezza dell’incrocio con via Carlo Fea, invase con la sua vettura la corsia opposta; un camionista che sopraggiungeva nell’altro senso di marcia provò a suonare il clacson, ma l’urto con il mezzo pesante fu inevitabile. La parte anteriore e il lato destro della Volvo vennero distrutti; Rino batté violentemente la testa contro il parabrezza, sfondandolo, mentre l’impatto del petto sul volante e il cruscotto fu violentissimo. L’autopsia rivelerà come causa della perdita di controllo dell’auto un possibile collasso prima dell’impatto. Quando arrivarono i mezzi di soccorso, l’artista era già in coma; giunto al Policlinico Umberto I furono riscontrate una frattura alla base cranica, varie ferite a livello della fronte, una frattura malare destra e una sospetta allo sterno. Successivamente ricoverato al Gemelli, Gaetano morì alle sei del mattino. Seguirono polemiche per il mancato ricovero e venne aperta un’inchiesta giudiziaria e presentata un’interrogazione parlamentare. I funerali si tennero il 4 giugno nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, dove il cantautore avrebbe dovuto sposarsi di lì a poco. Ai funerali parteciparono parenti, amici, personaggi della musica, fan e dirigenti della RCA, fra cui anche Pierluigi Germini, musicista e produttore musicale, che all’epoca lavorava nella promozione artistica della RCA, autore, insieme alla figlia Carolina, del libro “Raccontami di Rino”.
Le spoglie vennero dapprima sepolte nel piccolo cimitero di Mentana e il 17 ottobre trasferite al cimitero del Verano.
“Raccontami di Rino” è tanti libri: è un libro-dialogo tra un padre e una figlia, tra due generazioni lontane che, durante il lockdown, provano a comunicare; è un libro-paesaggio in cui emergono le figure quasi eroiche dell’epoca d’oro della musica italiana: musicisti, produttori, organizzatori, tutti uniti da una passione indomabile. È infine un libro-confessione in cui viene raccontata la storia del successo di Rino Gaetano vista con gli occhi di uno degli amici più intimi e storico collaboratore della casa discografica RCA.
«Ora che hai nominato Rino, sai cosa mi colpisce molto? – ha chiesto Carolina a Pierluigi – Il modo indipendente in cui la mia generazione si è avvicinata alla sua musica. A differenza delle canzoni di Battisti, che ci sono state letteralmente trasmesse, a Rino siamo giunti per conto nostro».
«Non è stato necessario che i nostri genitori lo amassero per fare altrettanto – ha aggiunto Carolina – In questi giorni ne ho avuto conferma. Dario, un mio amico, mi ha detto che è stato il primo della sua famiglia a comprare il cofanetto con la raccolta dei dischi di Rino. E Irene, una ragazza che ho conosciuto proprio in questi giorni, mi ha raccontato che quando marinava la scuola andava a trovare Rino al Verano. Cosa significa per te questo?».
«Credo che la mia generazione abbia dimenticato Rino e le sue canzoni a seguito della sua scomparsa, perché noi sentivamo quei brani in maniera un po’ distratta, mentre, dopo circa una ventina d’anni dalla sua morte, i ragazzi hanno iniziato ad ascoltare le sue canzoni – ha ammesso Pierluigi – E c’è una differenza sostanziale tra sentire e ascoltare. Voi avete apprezzato fino in fondo ciò che lui dice, facendolo diventare un vostro punto di riferimento. Sì, forse è proprio così. Sembra quasi che Rino si rivolga non alla sua generazione ma a quella successiva».
È quello che Rino disse durante un suo concerto sulla spiaggia di Capocotta nel ’79: «C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio. Io non li temo, non ci riusciranno! Sento che in futuro le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni, che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera. Capiranno e apriranno gli occhi anziché averli pieni di sale».
Rino Gaetano, all’anagrafe Salvatore Antonio Gaetano, è stato un cantautore italiano. Viene ricordato per la sua voce ruvida, per l’ironia e i profondi testi caratteristici delle sue canzoni, nonché per la denuncia sociale spesso celata dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati.
Carolina Germini, coautrice del libro, è laureata in filosofia, scrive per diverse riviste culturali e testate giornalistiche; è fondatrice e caporedattrice della rivista «Tre Sequenze»; frequenta l’Accademia Silvio D’Amico e ascolta da sempre Rino Gaetano.
Franco Gigante