Nonostante le richieste avanzate dall’Azerbaigian per l’ottenimento delle mappe delle mine antiuomo, utilizzate dalle forze armate armene nei territori liberati del Nagorno-Karabakh, l’Armenia continua a ignorarne gli appelli. I sabotatori armeni che si infiltrano nei territori dell’Azerbaigian stanno predisponendo nuove mine negli insediamenti e nelle strade dell’Azerbaigian. Come risultato di tali azioni insidiose e disumane, i civili vengono feriti e uccisi. L’ennesima tragedia è avvenuta il 4 giugno. Questa volta sono stati i giornalisti a essere vittime della provocazione armena.
Il 4 giugno 2021 intorno alle ore 11 un autobus che trasportava dipendenti di canali televisivi e agenzie di stampa distaccati nel distretto di Kalbajar, liberato dall’occupazione, per lo svolgimento delle loro funzioni di servizio, è stato colpito da una mina anticarro mentre si muoveva in direzione del villaggio di Susuzlug nel summenzionato distretto. Di conseguenza due rappresentanti dei media e un funzionario pubblico sono stati uccisi e altri quattro sono stati ricoverati in ospedale con varie ferite.
Il corrispondente di Azertag Muharram Ibrahimov e il cameraman del canale AZTV Siraj Abishov hanno perso la vita quando il veicolo dell’equipaggio è esploso a causa di una mina anticarro. Tra le vittime dell’esplosione anche Arif Aliyev, un vice rappresentante dell’Ente territoriale di Kalbajar nel distretto amministrativo-territoriale del villaggio di Susuzlug.
Il continuo rifiuto di consegnare tali mappe, o qualsiasi altra informazione che possa agevolare gli sforzi dell’Azerbaigian per salvare vite umane, ha causato e continua a causare, per i civili azeri, gravi violazioni dei diritti della Convenzione Europea ai sensi degli articoli 2 e 8 di tale Convenzione e dell’articolo 1 del Protocollo n. I, e gli articoli 2 (1) e 3 (2) del Protocollo n. IV.
Le mine antiuomo e altri ordigni esplosivi predisposti dall’Armenia hanno ucciso o ferito più di centoventi persone dal momento della firma della dichiarazione congiunta. Tali cifre sono state in continuo aumento nei duecento giorni successivi alla firma della dichiarazione congiunta, nonostante gli sforzi per sminare oltre trentacinquemila ordigni inesplosi nei territori liberati.
Chiediamo ai responsabili di tutti i media internazionali di condannare con forza le continue provocazioni dell’Armenia, e di far sentire la loro voce in segno di protesta. Questo non è solo un attacco alla vita dei civili, ma anche un aperto atto di terrorismo contro la libertà di parola, le attività dei giornalisti e le loro vite. Ci auguriamo che i media internazionali non rimangano in silenzio per questo.
Chiediamo ancora anche alla comunità internazionale di condannare le azioni dell’Armenia, contrarie alle norme del diritto internazionale nonché di disapprovare fermamente che operatori dei media e civili continuino ad essere vittime del terrorismo nell’esercizio delle proprie funzioni ufficiali, mostrando in tal modo la dovuta solidarietà.
Ass. Napoli-Baku
Giuseppe Caniglia