Assolombarda lancia una nuova piattaforma digitale a cura del Centro Studi dedicata ad alcuni asset di sviluppo della città metropolitana di Milano
Da oggi online “Your Next Milano” con un approfondimento sull’occupazione femminile, che a Milano tiene di più che nel resto d’Italia (-0,7% nel 2020)
Tra gli altri focus già disponibili: l’impatto della pandemia sul mercato del lavoro, sulla mobilità, sullo smartworking, sull’economia, sulle disuguaglianze, sull’attrattività
Milano, 10 giugno 2021 – È da oggi online “Your Next Milano” (https://yournextmilano.it/), la nuova piattaforma di Assolombarda, a cura del Centro Studi, ideata per ospitare le analisi su Milano e su alcuni asset di sviluppo della città.
Il sito si pone come punto di riferimento per il territorio e per tutti gli stakeholder: istituzioni, imprese, cittadini, media, offrendo studi sulle tematiche più rilevanti della nostra economia e mettendo a disposizione indagini e infografiche interattive, scaricabili e condivisibili, anche sui principali canali social.
La nuova piattaforma sarà, inoltre, integrata con “Genio & Impresa”, il web magazine di Assolombarda. Infatti, ad ogni analisi pubblicata su “Your Next Milano”, il web magazine dedicherà al tema racconti di impresa, interviste, opinioni, focus e articoli correlati.
Tra i focus già disponibili su “Your Next Milano” ci sono le analisi relative all’impatto della pandemia rispettivamente sul mercato del lavoro, sullo smartworking, sull’economia, sulle disuguaglianze, sulla mobilità, sull’attrattività. Il più recente riguarda un tema di grandissima attualità: l’occupazione femminile durante la crisi pandemica, che mette in luce la minore perdita di occupazione delle donne a Milano nel 2020 rispetto agli uomini. Un risultato in controtendenza rispetto a quanto accade a livello nazionale.
Infatti, sono più di 5mila le donne che hanno perso il lavoro a Milano nel 2020, pari al -0,7% delle occupate. Il calo è però più contenuto di quello degli uomini (-1,8%) a differenza di quanto accade in Italia, dove è la componente femminile a soffrire maggiormente.
È l’effetto della struttura economica del territorio, che vede – prima di tutto – una forte presenza di donne in settori rilevanti dell’economia locale e che sono stati fondamentali nella pandemia, come la sanità e il commercio di beni essenziali. Oltre ad una concentrazione delle donne in lavori a maggiore contenuto professionale dove è stato possibile un uso più esteso dello smart working di emergenza.
In secondo luogo, Milano è da sempre una città che offre più opportunità lavorative alle donne rispetto al resto del Paese. Infatti, è la quarta provincia italiana dopo Trieste, Bologna e Bolzano per tasso di occupazione femminile: al 64,2% nel 2020, ben sopra la media nazionale del 49%. Tuttavia, rimane ampio il gap di genere: 9 punti percentuali distanziano il tasso di occupazione femminile da quello maschile a Milano, molti meno dei 28 punti nazionali ma ancora troppi rispetto ai benchmark europei. Infatti, rispetto alle regioni europee a maggior vocazione produttiva, la percentuale di donne occupate a Milano è in linea con Cataluña (65,0%) e Rhone-Alpes (65,7%), ma ancora lontana dalle regioni tedesche, vicine al 75% (Baden Wurttemberg 74,8%, Bayern 75,8%). Se guardiamo, tuttavia, al gap di genere, i 9 punti percentuali di Milano sono quasi il doppio della distanza tra occupazione maschile e femminile in Rhone-Alpes (5,2 punti) e comunque ben al di sopra di quello delle altre regioni benchmark, intorno ai 7 punti.
Infine, questa crisi si differenzia dalle passate per una crescita più rapida e consistente della inattività, in particolare per effetto della sfiducia a trovare un impiego. Tra il 2019 ed il 2020, infatti, la quota di popolazione che non ha un lavoro né lo cerca (gli inattivi) è aumentata sia tra gli uomini (dal 19,8% al 22,3%), sia tra le donne (dal 30,1% al 31,8%, quindi con una crescita più contenuta di +1,7 punti), ma la stessa dinamica nasconde una differenza sostanziale. Tra gli uomini è diventato inattivo sostanzialmente chi ha perso il lavoro, il calo dell’occupazione maschile è infatti speculare, -2,6 punti, e il tasso di disoccupazione rimane sostanzialmente invariato. Al contrario, la maggior quota di donne inattive deriva in parte dal calo del tasso di occupazione (-1,2 punti), in parte dalla diminuzione della disoccupazione (-0,5 punti, dal 6,3% del 2019 al 5,8% del 2020). Pertanto, per la componente femminile la condizione di inattività (e l’effetto scoraggiamento) si è verificata sia tra chi ha perso il posto di lavoro, sia tra chi ha smesso di cercarlo. Rispetto a questa dinamica complessiva, a Milano si distinguono le donne tra i 18 e i 29 anni, che nell’anno della pandemia non hanno rinunciato a cercare (e alcune a trovare) opportunità lavorative: nel 2020 infatti diminuiscono le giovani inattive (-0,6 pp, dal 49,2% al 48,6%), aumentano le disoccupate (+0,7 pp), crescono lievemente le occupate (+0,2 pp).
Le prossime analisi, a cura del Centro Studi di Assolombarda, pubblicate su Your Next Milano a partire da fine giugno con cadenza mensile, riguarderanno: la smart city, quindi come Milano, alla luce della pandemia, interpreta e realizza la smartness urbana nel confronto con i benchmark europei; l’internazionalizzazione delle imprese e la loro tenuta competitiva in termini di export e di partecipazione alle filiere globali. E, inoltre, una particolare attenzione sarà data all’attrattività di Milano nel confronto globale verso i talenti, gli studenti, i turisti, gli investimenti esteri.
Giacomo Beretta