Ieri, Mons. Lino Mottes, novantunenne, importantissimo prelato nel bellunese, in pieno efficace e lucido esercizio del suo apostolato cristiano, ha parlato degli anziani a cui, come tanti, pure io appartengo. In particolare, egli si è soffermato sulla figura del nonno che, in questa era post-moderna, viene considerato poco o nulla in quanto sembra che oggi l’uomo conti solo in funzione di quanto produce, esattamente come una macchina.
A questo riguardo, proprio quest’anno il Papa ha programmato a livello mondiale una giornata, da festeggiare la quarta domenica di luglio, a partire da ora, da dedicare ai nonni di tutto il mondo. Il Santo Padre li ha definiti un anello di congiunzione tra le generazioni, che trasmettono ai giovani esperienza di vita e di fede. Essi sono figure fondamentali, sono la nostra memoria. Essi devono essere ricordati in una Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, istituita per ricordare che ad essi si deve riconoscenza, attenzione affettuosa in opposizione (testuali parole del Papa) alla cultura dello “scarto” che impoverisce la civiltà. In tutta la tradizione biblico-cristiana si vive la storia come successione di generazioni intendendo con questa parola l’atto di generare e il fiorire dei discendenti. In nessuna età della vita la persona è destinata a “non esserci” e sempre è presenza che genera nell’universo il dono più grande. Tra i “saperi” più decisivi per l’avvenire ci sono i sentimenti ed i presentimenti di chi ci ha generato.
Nell’ascoltare queste parole, mentre ero all’organo ad accompagnare la funzione religiosa domenicale, continuavo ad elaborare in cuor mio dette parole pensando a tutti coloro che, pur essendo nonni, non sempre hanno la possibilità di stare con i nipoti per motivazioni varie che traggono origine da una separazione familiare, da un “uso” strumentale dei nipoti per non farli vedere ai nonni stante il fatto che la “mamma” ha sempre la meglio rispetto al padre, specie se separato o divorziato, realtà tutte che oggi come oggi sembra essere quasi una costante. E così le famiglie si disgregano ulteriormente ed i figli sentono sempre meno il bisogno della famiglia per improvvisarsi…anche su brutte strade.
Purtroppo, di questo passo, malgrado le raccomandazioni papali, i nonni e gli anziani in generale, cosa orrenda a dirsi, sono destinati ad essere considerati come un rifiuto, (il Papa parla di scarto), che viene espulso dalla forza centrifuga di una sorta di lavatrice sociale, fatte salve le tante e fortunate eccezioni, come è successo anche allo scrivente che non ha fatto altro che amare figlia e nipoti, incontrando da oltre mezzo secolo, gli ostacoli riconducibili al citato uso strumentale dei minori dopo una necessaria separazione di cui non poteva fare a meno.
In ogni caso, viva i Nonni !
Arnaldo De Porti