BUILDING ha il piacere di annunciare la sua prima partecipazione a miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano che dal 17 al 19 settembre 2021 apre la venticinquesima edizione negli spazi di fieramilanocity. Per l’occasione, all’interno della sezione Established Contemporary, BUILDING presenta un’installazione creata appositamente da Remo Salvadori in dialogo con una selezione di importanti tessili antichi del XV e XVI secolo provenienti dalla collezione della Galleria Moshe Tabibnia. L’inedito progetto espositivo ci interroga, svelando singolari risonanze fra le trame simboliche e formali delle opere di Salvadori e i motivi ancestrali racchiusi nei frammenti tessili, mostrando una fusione fra arte contemporanea e arte tessile antica.
Foto: Remo Salvadori, Nel momento, 2017, dimensioni variabili
Artista con cui BUILDING ha inaugurato nel 2017, Remo Salvadori presenta l’opera Il silenzio delle radici, con cui mostra un alfabeto di corrispondenze e di consapevolezza. Una pratica, la sua, da sempre connessa alla natura delle sostanze, ai sette metalli della tradizione storica. I materiali metallici che l’artista plasma riecheggiano in modi imprevedibili nelle trame antiche delle opere tessili esposte.
Di straordinaria importanza storico-artistica, i frammenti tessili presentati narrano la storia di antiche civiltà, attraverso la forza poetica del frammento. Dalla Persia, all’Anatolia, alla Spagna, sino ad arrivare alla Cina, questi frammenti sono testimoni di un mondo antico che si ridesta a nuova vita, nella memoria di un tutto immaginabile seppur inafferrabile. Preziosi dettagli che conducono lo spettatore ad avvicinarsi e soffermarsi, alla ricerca e alla riscoperta di un mondo perduto. Finestre che disvelano lussureggianti paradisi persiani, luoghi sacri della tradizione islamica, regali motivi della corte ottomana, eleganti decorazioni della dinastia cinese Ming, così come arcaiche forme di antiche tribù anatoliche. Motivi di epoche passate che tornano forti nelle forme moderne delle opere di Salvadori. Forme regolari, permeabili, fragili, eppure straordinariamente perfette, che parlano di un tempo lontano e vicino. Qui l’opera di Salvadori offre una risonanza che ci parla di un tempo continuo, infinito e presente.
Il percorso espositivo continuerà presso la Galleria Moshe Tabibnia, in via Brera 3, dove un’opera di Remo Salvadori sarà esposta in dialogo con una selezione di tessili antichi.
Tappeto multi-nicchia da preghiera, Khorasan, Persia orientale, XVII secolo, frammento, 173 x 104 cm, interno: 161 x 93 cm. Inv. 128930, Courtesy Galleria Moshe Tabibnia, Milano
Cenni biografici
Remo Salvadori nasce a Cerreto Guidi, Firenze nel 1947. Si trasferisce a Milano nei primi anni Settanta, affermandosi come esponente di una generazione successiva all’Arte Povera e all’Arte Concettuale. Il suo lavoro si sviluppa dapprima attraverso l’uso della fotografia e di oggetti comuni, disseminandoli nello spazio, per reinterpretare concetti filosofici o legati al mito. Il rapporto di questo artista con la forza di gravità, la materia, la solidità e la fragilità dei materiali – non ossimoro o illusione, ma esito tangibile – si realizza in nuove composizioni, aperte ed equilibrate, regolari e irregolari, che sono il risultato di una conoscenza, una composizione e una disciplina matematica che ha sempre praticato. Se i concetti di metamorfosi e alchimia possono evocare dettami della tradizione storica, l’esito delle opere di Salvadori si risolve in un’armonia essenziale, in proporzioni, in geometrie e in una deliberata e intensa nuova versione metafisica. Remo Salvadori ha esposto in importanti musei italiani ed europei e ha partecipato negli ultimi decenni alle maggiori rassegne internazionali come la Biennale di Venezia (1982, 1986, 1993) e documenta, Kassel (1982, 1992). Sue mostre personali si sono svolte presso: Stiftung Insel Hombroich, Neuss (2018); BUILDING, Milano (2017); Galleria Christian Stein, Milano (2018, 2007, 2005, 1999, 1995, 1991, 1988); Musei San Domenico – Chiesa di San Giacomo, Forlì (2016); MAXXI, Roma (2012); Fondazione Querini Stampalia, Venezia (2005); Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (1997); Studio Trisorio, Napoli (1996); Centre National d’Art Contemporain, Grenoble (1991); Istituto di Cultura Italiano e Project Room dell’Art Gallery of Ontario, Toronto (1987); Galleria Locus Solus, Genova (1989, 1987, 1985); Galleria Salvatore Ala, New York e Milano (1982, 1981, 1980); Galleria Pieroni, Roma (1986, 1985, 1981); Galleria Lucrezia De Domizio, Pescara (1979, 1978); Galleria Paola Betti, Milano (1978); Galleria Lucio Amelio, Napoli (1978); Galleria Tucci Marinucci, Torino (1976); Galleria Toselli, Milano (1973). Fra le mostre collettive: Dalla materia spirituale dell’arte, MAXXI (2019); Classic Reloaded. Mediterranea. Dalla collezione MAXXI, Villa Audi, Roma; Mosaic Museum, Beirut; Bardo National Museum, Tunisi; Villa des arts de Rabat, Rabat (2018); Fondazione Querini Stampalia, Venezia, Una fornace a Marsiglia. Cirva (2018); Museo Novecento, Firenze, Un nuovo Museo Novecento (2018); Omaggio a Margherita Stein, mostra inaugurale Magazzino Italian Art, Cold Spring, New York (2017); Ytalia, energia, pensiero, bellezza, Forte Belvedere, Firenze (2017); Au rendez-vous des amis, Palazzo Vitelli, Città di Castello (2015); Trame, La Triennale di Milano, Milano (2014); Tridimensionale, MAXXI, Roma (2012); Terre vulnerabili, Hangar Bicocca, Milano (2011); Lives and Works in Istanbul, European Capital of Culture, Istanbul (2010); Happiness: A Survival Guide for Art and Life, Mori Art Museum, Tokyo (2003); L’idea di Europa, Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (1991); Chambres d’amis, Ghent (1986); Correspondentie Europa, Stedelijk Museum, Amsterdam (1986); Ouverture II, Castello di Rivoli, Rivoli (1986); The European Iceberg, The Art Gallery of Ontario, Toronto (1985).
Tappeto multi-nicchia da preghiera, Khorasan, Persia orientale, XVII secolo, frammento, 173 x 104 cm, interno: 161 x 93 cm. Inv. 128930, Courtesy Galleria Moshe Tabibnia, Milano