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a cura di fra Alberto Tortelli
Cara amica, caro amico,

 

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L’estate è sempre un tempo favorevole per rientrare in contatto più diretto con la natura, il creato, la bellezza che ci circonda. Un tempo dunque anche sempre carico di spiritualità e impregnato di Dio, autore e sorgente di ogni creatura e essere vivente e di tutto quanto ci circonda.

 

Credo e spero che molti di noi in questi mesi riescano a concedersi qualche salutare momento di relax e svago, andando al mare, o in montagna, o mettendosi in cammino per qualche itinerario, escursione o pellegrinaggio.

Abbiamo assolutamente bisogno di recuperare questo legame con il creato dopo tanti mesi di chiusure e restrizioni; abbiamo bisogno di riaccendere gli occhi allo stupore e alla meraviglia per un tramonto sul mare o contemplando le nostre belle montagne, o anche semplicemente godendoci una gita in bicicletta in campagna o una camminata in un bosco.

Abbiamo bisogno di tornare a sperare, ad amare, a ringraziare e lodare l’Altissimo,  autore e sorgente di ogni creatura e essere vivente e di tutto quanto ci circonda.

Noi che nei mesi recenti ci siamo scoperti così piccoli e fragili, abbiamo bisogno di sentirci avvolti dal Suo calore e dalla Sua bellezza e dalla Sua immensità,  dal Suo amore più grande e potente di noi, come solo la forza della natura sa esprimere; come solo il creato sa cantare e narrare e mostrare. A noi aprire il cuore e gli occhi e le braccia a tale opportunità e consapevolezza!

 

Facilmente ci capiterà, accanto a tanta bellezza, di intercettare e vedere da vicino anche le molte ferite inferte al creato: l’inquinamento, l’incuria, lo sfruttamento, l’indifferenza. Ferite inevitabilmente rivolte anche verso una parte di umanità più fragile e debole. Papa Francesco ha richiamato tutti al riguardo, con la sua recente enciclica “Laudato si’” ad attivare “una nuova solidarietà universale”.

“Sorella terra – scrive il Papa – protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla… Dimentichiamo che noi stessi siamo terra. Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.”

 

Ottocento anni fa, ben comprese tutto questo Francesco d’Assisi, componendo il suo Cantico delle Creature o di frate Sole: un inno di lode straordinario al Signore che in ogni cosa o essere vivente ha lasciato l’impronta della sua bellezza e grandezza, del suo amore debordante, per cui lodare e gioire e rendere grazie. Un bene immenso da custodire e conservare e consegnare ancora alle generazioni future.

 

Che anche la tua l’estate, possa trasformarsi in un Cantico e in un inno d’amore al Signore.

A Lui sempre la nostra lode.
fra Alberto Tortelli

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