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ABATE (Gruppo Misto – Capogruppo Commissione Agricoltura): «Il Consorzio di bonifica integrale dei bacini dello jonio cosentino assolva ai compiti previsti nello statuto o venga commissariato. Gli agricoltori sono stanchi di pagare i ruoli e non avere acqua per le proprie colture».

 

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Nonostante le polemiche di questi giorni sulla carenza idrica che sta colpendo diverse zone agricole sia di Corigliano-Rossano che dell’intera Sibaritide, al Consorzio di bonifica integrale dei bacini dello jonio cosentino e ai suoi dirigenti sembra interessare poco o nulla. Tanto è vero che i problemi non solo non vengono risolti ma, anzi, continuano ad aumentare. Le ultime segnalazioni mi sono arrivate proprio in queste ore in quanto alcuni agricoltori sono sul piede di guerra poiché non ricevono l’acqua che dovrebbe ricevere per irrigare i propri agrumeti.

Nonostante si paghino cifre considerevoli ogni estate  si ripresenta puntualmente lo stesso problema: l’assoluta insufficienza di acqua per irrigare i propri fondi in un periodo in cui le temperature di molto superiori alla norma metteno a serio rischio sia le piante che l’intera produzione di agrumi.

Pare che in alcune zone interessate dal fenomeno sia stato riferito agli agricoltori che il problema sarebbe causato dall’avaria di una o più pompe e che la manutenzione dell’impianto, pompe comprese, sia di competenza regionale e quindi a carico della Regione Calabria.

È bene, però, precisare che, per statuto, il Consorzio «provvede alla manutenzione e all’esercizio di tutte le opere facenti parte integrante della rete di bonifica e di irrigazione (pulizia dei canali di irrigazione, funzionamento degli impianti di pompaggio, periodico riescavo del fondo dei canali della rete di colo, monitoraggio della rete scolante); assiste i consorziati nella trasformazione degli ordinamenti produttivi delle singole aziende, nella progettazione ed esecuzione di opere di miglioramento fondiario nelle iniziative inerenti lo scolo delle acque».

Non bisogna, quindi, giocare con chi investe tempo e denaro per cercare di fare agricoltura di qualità, che paga regolarmente i ruoli ma, allo stesso tempo, continua a ritrovarsi senza servizi.

Il consorzio è carente anche dal punto di vista della gestione dei propri dipendenti: è notizia di queste ore che gli stessi lavoratori del Consorzio hanno dichiarato ufficialmente lo stato di agitazione perché non ricevono gli stipendi da diversi mesi. Mentre ho già segnalato in passato il caso degli ex dipendenti andati in pensione che non hanno ancora oggi ricevuto il tfr.

A questo punto è lecito chiedersi che fine fanno i soldi dei contribuenti se i lavoratori non vengono pagati, non gli viene corrisposto il tfr e gli imprenditori agricoli non ottengono servizi ma, anzi, si cerca di raggirarli scaricando le colpe su altri. Auspico che, finalmente, la Regione Calabria attivi i suoi poteri ispettivi (visto che i Consorzi sono materia regionale) e si faccia piena luce su cosa sta succedendo al Consorzio di bonifica integrale dei bacini dello jonio cosentino.

Ho sollecitato diverse volte l’Assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo in merito alla crisi idrica e alle mancanze del Consorzio ma lui sembra essere troppo impegnato a distribuire i soldi che sono stati sbloccati a livello centrale mentre resta indifferente (al pari delle associazioni di settore) ai veri e gravi problemi che devono affrontare i piccoli e medi imprenditori agricoli.

Allo stesso tempo chiedo che sempre il suddetto dell’ente consortile assolva ai compiti previsti nello statuto o, a questo punto, che venga commissariato. Non è corretto che per meri giochi politici e per le inadempienze dei dirigenti si scarichi tutto sugli agricoltori che rischiano di andare in rovina.

 

Rosa Silvana Abate

Senato – Gruppo Misto

Capogruppo Commissione Agricoltura

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