REFERENDUM CANNABIS: PARTE LA RACCOLTA FIRME PER LA DEPENALIZZAZIONE DELLA COLTIVAZIONE. OBIETTIVO 500.000 ADESIONI IN SOLI 20 GIORNI, ENTRO IL 30 SETTEMBRE 2021
WEBINAR DI PRESENTAZIONE: sabato 11 settembre ore 17 QUI LA DIRETTA
INTERVENGONO: Marco Perduca (Ass. Luca Coscioni), Grazia Zuffa (Società della Ragione), Leonardo Fiorentini (Fuoriluogo), Antonella Soldo (Meglio Legale), Franco Corleone (Forum Droghe), Riccardo Magi (+Europa), Beatrice Brignone (Possibile), Matteo Mantero (Potere al Popolo), Giulia Crivellini (Radicali Italiani), Daniele Farina (Sinistra Italiana). Conclude Marco Cappato (Ass. Luca Coscioni)
Sabato 11 settembre 2021 – Al via il referendum cannabis. È stato depositato presso la Corte di Cassazione un quesito referendario che propone di intervenire sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative per quanto riguarda la cannabis.
A proporlo, e depositarlo in Cassazione lo scorso 7 settembre, un gruppo di esperti, giuristi e militanti, da sempre impegnati contro il proibizionismo, coordinati dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone, Società della Ragione. Alla proposta hanno preso parte anche rappresentanti dei partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani.
Parte dunque la raccolta firme, da completare in soli 20 giorni in quanto, come previsto dalla legge, le firme vanno raccolte dall’ 1 gennaio al 30 settembre dello stesso anno: sarà possibile sul sito www.referendumcannabis.it grazie alla firma digitale, una possibilità unica per la pratica della democrazia diretta per via telematica. I promotori si appellano al Governo perché non vi siano discriminazioni circa la possibilità di consegna delle firme certificate entro il 30 ottobre, come per gli altri referendum presentati in Cassazione prima del 15 giugno.
Quello della coltivazione, vendita e consumo di cannabis è una delle questioni sociali più importanti nel nostro Paese. Un tema che attraversa la giustizia, la salute pubblica, la sicurezza, la possibilità di impresa, la ricerca scientifica, le libertà individuali e, soprattutto, la lotta alle mafie. Sono 6 milioni i consumatori di cannabis in Italia, tra questi anche moltissimi pazienti spesso lasciati soli dallo Stato nell’impossibilità di ricevere la terapia, nonostante la regolare prescrizione. Questi italiani hanno oggi due sole scelte: finanziare il mercato criminale nelle piazze di spaccio o coltivare cannabis a casa rischiando fino a 6 anni di carcere. Un dibattito che non può più essere rimandato e deve essere affrontato con ogni strumento democratico.