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MAGGIORANZA SULLA LEGALIZZAZIONE: SONDAGGIO SWG: IL 58% DEGLI ITALIANI DICE SÌ ALLA CANNABIS

 

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Il Comitato Referendum Cannabis ha tenuto questa mattina una conferenza stampa per la presentazione del nuovo sondaggio commissionato dal magazine BeLeaf e dalla campagna Meglio Legale all’istituto di ricerca SWG – specializzato in indagini di opinione, di mercato e studi di settore – sul favore degli italiani in tema di legalizzazione della cannabis e conoscenza della materia.

 

Secondo questa nuova ricerca, il 58% degli italiani è a favore della legalizzazione della cannabis. L’indagine quantitativa è stata condotta mediante una rilevazione con metodo CAWI (Computer Assisted Web Interview), all’interno di un campione di 1.200 soggetti maggiorenni residenti in Italia.

 

I favorevoli appartengono principalmente alle fasce d’età tra i 18-34 anni e 35-44 anni, entrambe al 66%. Per quanto riguarda l’elettorato, gli elettori di PD e M5S si dichiarano a favore della legalizzazione, rispettivamente il 74% e l’81%, per quanto riguarda i partiti notoriamente contrari, quattro elettori su dieci di Lega e FDI si dichiarano a favore della legalizzazione.

 

Chiamate ad esprimere due preferenze, per 8 persone su 10 tra chi è a favore, legalizzare vuol dire togliere mercato alla criminalità organizzata. Tra le motivazioni che spingono i sostenitori del sì c’è anche il “rendere più sicura la sostanza usata” (in 4 su 10) e il “rendere più libero e consapevole il consumo” (3 su 10).

 

Un dato particolarmente interessante è la correlazione tra il favore alla legalizzazione (58%) e l’informazione sulla materia: maggiore è l’informazione, maggiore è la predisposizione degli italiani alla legalizzazione. Guardando ai dati dello scorso anno raccolti dal sondaggio Eurispes del luglio 2020, il favore risulta aumentato di circa il 10% se di considera il che solo il 47,8% di cittadini si diceva d’accordo con la legalizzazione.

 

Tra le domande poste dal sondaggio SWG, condotto 22 e il 27 settembre 2021, un quesito anche sull’attuale legge riguardante la coltivazione domestica di cannabis: il 56% degli intervistati si è espresso, infatti, contrario alla norma in vigore che punisce fino a 6 anni di reclusione chi coltiva cannabis anche se per uso personale. I principali oppositori alla norma sulla coltivazione si trovano tra i laureati (il 62%), tra gli elettori del M5S (60%) e del PD (69%) che si sono dichiarati fortemente intenzionati a cambiare l’attuale legge sulla coltivazione domestica.

 

Alla conferenza stampa – insieme a Riccardo Bennati (Ricercatore SWG) e Stefano Cagelli (Direttore BeLeaf Magazine) – sono intervenuti anche i membri del comitato Referendum Cannabis Legale Marco Cappato (Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni), Antonella Soldo (Coordinatrice di Meglio Legale) e Riccardo Magi (+Europa) che hanno commentato così la nuova ricerca: “Una maggiore consapevolezza fa diminuire la paura, risponde a dubbi e perplessità, di conseguenza fa aumentare il numero di persone favorevoli alla legalizzazione. Anche per questo useremo le settimane rimaste per aprire occasioni di dibattito in ogni città e invitare la Rai e gli altri organi di informazione ad affrontare un tema che è più che sentito tra i cittadini”.

 

Il sondaggio è stato realizzato dall’istituto di ricerca SWG per conto di magazine BeLeaf e dalla campagna Meglio Legale con il contributo di JoinToYou Delivery.

 

 

NOTA METODOLOGICA – L’indagine quantitativa è stata condotta mediante una rilevazione con metodo CAWI (Computer Assisted Web Interview),

all’interno di un campione di 1200 soggetti maggiorenni residenti in Italia.

Le interviste sono state somministrate tra il 22 e il 27 settembre 2021.

I metodi utilizzati per l’individuazione delle unità finali sono di tipo casuale, come per i campioni probabilistici. Tutti i

parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall’ISTAT. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la

rappresentatività rispetto ai parametri di zona, sesso, età, livello scolare e partito votato alle ultime elezioni. Il margine

d’errore statistico dei dati riportati è del 2,8% a un intervallo di confidenza del 95%.

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