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Siria nord-occidentale: Save the Children, tre bambini e una giovane insegnante uccisi da attacchi aerei mentre andavano a scuola questa mattina. Il bilancio totale è di almeno 10 vittime e 40 feriti.

In Siria settentrionale due bambini su tre non hanno accesso all’istruzione dopo quasi 10 anni di conflitto, sfollamento e povertà.

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L’Organizzazione chiede a tutte le parti in conflitto di rispettare il diritto umanitario internazionale e di garantire la sicurezza e la protezione dei bambini.

 

Tre bambini e un’insegnante sono rimasti uccisi oggi mentre si recavano a scuola ad Ariha, in Siria nord-occidentale, a causa di una serie di attacchi aerei nel governatorato di Idlib. Questo è quanto confermato da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro –  e Hurras Network, partner dell’Organizzazione nel Paese.

Gli attacchi hanno ucciso almeno 10 persone tra cui 3 bambini – due di 12 anni e uno di 16 – e un’insegnante di 28 anni, mentre camminavano lungo una strada che conduce a sei diverse scuole. Almeno altre 40 persone sono rimaste ferite negli attacchi. Gli attacchi aerei hanno colpito una delle strade principali di Ariha e un mercato, danneggiando i negozi. Un bombardamento è avvenuto a 50 metri da una scuola causando danni minori al giardino e anche un altro complesso scolastico è stato danneggiato.

Tutte le lezioni nelle scuole della zona sono state sospese fino a nuovo avviso. Gli studenti che erano già a scuola sono stati evacuati mentre a tutti gli altri bambini e insegnanti è stato detto di rimanere a casa.

“C’è una casa abbandonata a circa 50 metri dalla scuola che è stata colpita da una granata ed è stata distrutta. Abbiamo immediatamente contattato tutti e sospeso le lezioni. Alcune schegge sono finite nel giardino della scuola ma il danno è stato minore, fortunatamente” ha raccontato a Save the Children Muhannad*, il preside della scuola danneggiata.

“Non appena noi e gli studenti siamo arrivati a scuola sono iniziati i bombardamenti e gli attacchi aerei. Gli alunni erano terrorizzati, hanno iniziato ad urlare e noi non sapevamo che fare. Avevamo paura che gli studenti rimanessero feriti visto che gli edifici non sono protetti. È stato orribile, le persone urlavano per le strade, erano tutti nel panico e impauriti” ha detto Haitham*, un insegnante di una scuola vicina.

Secondo una ricerca di Save the Children, due bambini su tre in Siria settentrionale non hanno accesso all’istruzione dopo quasi 10 anni di conflitto, sfollamento e povertà. Si stima inoltre che metà dei bambini che andavano a scuola prima del Covid-19 l’abbiano ora abbandonata del tutto e l’Organizzazione avverte che le continue violenze rappresentano un’ulteriore minaccia all’educazione. 

“La notizia della morte di un’insegnante e di tre studenti mentre si recavano a scuola è straziante. Tutte le parti in conflitto devono rispettare il cessate il fuoco concordato lo scorso anno e proteggere tutti i civili, compresi i bambini. Il loro diritto ad accedere in sicurezza all’istruzione deve essere salvaguardato e le scuole devono essere luoghi sicuri in cui i bambini possano imparare senza paura” ha dichiarato Sonia Khush, responsabile di Save the Children per la risposta in Siria.

Save the Children chiede a tutte le parti in conflitto di rispettare il diritto umanitario internazionale, di approvare la Dichiarazione Scuole Sicure, di evitare di prendere di mira le scuole e le infrastrutture civili e di garantire la sicurezza e la protezione dei bambini.

 

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