Al ministro Franceschini, dato il preoccupante silenzio calato sulla vicenda che oppone il MiC alla prestigiosa Frick Collection di New York, è stato chiesto con una interrogazione dei senatori Corrado, Angrisani, Granato e Lannutti, “quale sia lo stato odierno del braccio di ferro legale iniziato ad agosto 2018 con l’annullamento in autotutela dell’attestato di libera circolazione che ha consentito l’uscita dall’Italia alla volta degli U.S.A., nel 2017, del “Ritratto del principe Camillo Borghese” di François Gérard; quali iniziative abbia intrapreso il Ministro in indirizzo, da quando è tornato per la seconda e poi per la terza volta al Collegio Romano, al fine di tutelare l’interesse nazionale al recupero di tale importantissimo documento storico-artistico che, appartenuto alla famosa quadreria di una delle famiglie principesche italiane, tramanda l’immagine del rampollo dei Borghese cui si devono, tra l’altro, la vendita a Napoleone delle 695 statue antiche della collezione di antichità di famiglia per creare il Louvre e la commissione ad Antonio Canova, nel 1804, del celebre ritratto marmoreo di “Paolina di Borghese come Venere vincitrice” oggi alla Galleria Borghese.” L’annullamento in autotutela di una licenza di libera esportazione, in questo caso da parte della Soprintendente ABAP di Bologna ad agosto 2018, si limita ad aprire un contenzioso in cui la determinazione del decisore politico – in questo caso l’eterno Franceschini – a rientrare in possesso del bene culturale ‘sfuggito’ risulta sempre decisiva perché la rivendicazione vada o meno a buon fine. A monte, però, ci sono errori del Servizio IV della Direzione generale ABAP e del Sistema informatico degli uffici esportazione (S.U.E.), che dovrebbe coordinare l’attività dei singoli uffici sparsi sul territorio nazionale ma anche verificarne e vidimarne le decisioni, imputabili principalmente alla carenza di personale che ha condotto il MiC sull’orlo del baratro. Per citare solo i casi più clamorosi, si va dalla vendita al Louvre da parte dei Contini Bonacossi, ormai quasi mezzo secolo fa, del “Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta” eseguito da Piero della Francesca alla “Danae” di Orazio Gentileschi, uscita dall’Italia pochi anni dopo e finita al Getty Museum; dal “Nudo disteso” di Amedeo Modigliani, già in collezione Mattioli, esportato a Shangai nel 2015 e “Il miracolo delle quaglie” di Jacopo Bassano arrivato al Getty nel 2021.
Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – Commissione Cultura)