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11 Gennaio 2022, Marina Paterna ricorda: Muoiono, oggi, un Grande David Sassoli e un Piccolo Di Matteo.

 

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“Muoiono lo stesso giorno due pezzi di storia, quasi a volersi ricordare e rincorrere a vicenda. Come a ricordarsi e ricordarci che l’uno, il buon Giornalismo, non ha mai smesso di ricordare, inseguire e anticipare l’altro. La morte del Piccolo Giuseppe Di Matteo, un episodio di vita atroce che, senza un giornalismo onesto e senza i suoi lanci al Tg1, forse, sarebbe stato dimenticato per sempre. Voglio immaginarli così questi piccoli grandi uomini di valore, vicini, che si tengono ancora per mano. Vicini, nel giorno dei giorni in cui uno insegna all’altro qualcosa e che sia indelebile. Qualcosa che sia per sempre.”

 

È la dedica di Marina Paterna, Regista, finalista  per ben due volte al Premio David di Donatello con IO VIVO e IO SONO GIUSEPPE Film Brevi in cui veste i panni di una Giornalista ossessionata dalla ricerca della verità. Secondo posto sul podio al Festival Internazionale del Cinema di Taormina ai suoi esordi. Attrice, Produttrice, Scrittrice, Premio Peppino Impastato, Menzione di merito al Premio Salvatore Quasimodo, Premio Italia Narrativa Mario Luzi, Premio Vitality’s Casa Sanremo. Autrice del libro “Burnout” sui casi di suicidio degli Agenti di Polizia Penitenziaria e del romanzo “SMS. Scrivimi sulla pelle”. Autrice del libro HO SCONFITTO la mafia. IO SONO VIVO! Romanzo presentato in anteprima al Padiglione Italiano del Festival Internazionale del Cinema di Cannes; dedicato alla vera storia del piccolo Giuseppe Di Matteo, sequestrato, spostato da un covo all’altro per mezza Sicilia e, dopo 779 giorni di prigionia, strangolato e dissolto nell’acido, per volontà di Giovanni Brusca. Nello psicotriller la scrittrice veste, ancora una volta, i panni di una Giornalista sulle orme del piccolo Giuseppe fino a rischiare di perdere la vita pur di salvare ciò che resta: la memoria, il ricordo di un’anima innocente.

 

Marina Paterna lo ricorda ancora oggi il Piccolo Di Matteo nel ventiseiesimo anniversario della sua morte, lo stesso giorno in cui si è spento uno dei pilastri del vero e buon giornalismo, onesto e pulito: “David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, ex Giornalista professionista dal 1986; Vicedirettore del TG1 dal 2006 al 2009. Si è spento alle ore 1.15 dell’11 Gennaio presso il CRO di Aviano (Pordenone) dove era ricoverato a causa di una grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario. Una complicazione negli ultimi giorni ha aggravato drammaticamente le sue condizioni di salute” ha spiegato Cuillo, portavoce di David Sassoli, parlando a Rainews24. Nel suo ricordo di Sassoli, Cuillo ha ricordato come il presidente avesse “vissuto il suo impegno da presidente del Parlamento Europeo e suo impegno da giornalista come missione per riavvicinare le istituzioni europee ai cittadini. Un uomo buono, tenace, che ha combattuto contro il male in questi ultimi giorni”.

 

Da volto familiare del TG1 ma prima ancora del Tg3, a parlamentare europeo e poi presidente. Giornalismo e politica le coordinate della sua vita: a cavallo fra Firenze, Roma e Bruxelles fino a diventare nel 2019 presidente dell’Europarlamento. Nato nel capoluogo toscano il 30 maggio 1956, ha frequentato da giovane l’Agesci, Associazione guide e scout cattolici italiani. Il padre era un parrocchiano di don Milani e lui ha cominciato fin da giovane a lavorare per piccoli giornali e in agenzie di stampa prima di passare a ‘Il Giorno’ e poi in Rai.

 

“Certi volti rassicuranti come il suo restano, io credo, immortali e indelebili nel tempo. David Sassoli é sempre entrato in casa degli italiani con educazione, rispetto ed eleganza. Mai una parola fuori posto, mai un aggettivo impertinente. La notizia, anche la più atroce, entrava nelle nostre case, in tutte le case degli italiani tagliente ma in punta di piedi. Dovremmo essere tutti nella vita, almeno una volta, un po’ David Sassoli; per rispettare la crudezza di alcune parole, l’irruenza della notizia che scalcia pur di arrivare irriverente dentro le nostre case, puntuale all’ora di cena, più presto che può e così com’è a tavola, come un piatto bollente da consumare subito senza, a volte, neanche chiedere il permesso.” Commenta commossa la scrittrice Marina Paterna.

 

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