Sommario: MATTARELLA, UN UOMO IN GRIGIO – COME VA IL PNRR? – POVERA ROMA – VIOLENZA DI GRUPPO
MATTARELLA, UOMO IN GRIGIO
Finisce (forse) il settennato al Colle di Sergio Mattarella ed è tempo di un bilancio che, senza preconcetti, definirei grigio, come il personaggio.
Ho conosciuto da vicino Mattarella quando per diversi anni eravamo insieme componenti della Commissione Esteri della Camera: la sua una presenza costante, sobria, corretta, seria (anzi, serissima), competente, mai una parola sopra i toni e – da eletto al Quirinale – non ha mai mutato la sua impronta di aplomb istituzionale.
Ha svolto con serietà e rigore il suo ruolo considerandosi forse come il più importante impiegato della Repubblica senza sbavature, ma mi è difficile ricordare un momento di passione trascinante o di immagine coinvolgente in un settennato certamente impegnativo, ma in un ruolo svolto senza strappi.
Se pensate a Pertini in tribuna quando vincemmo i “mondiali” rispetto al Mattarella in impermeabile a Wembley per la finale dell’Europeo la differenza c’è tutta e ben rende l’idea.
Nei giorni scorsi Mattarella ha tenuto a sottolineare che diventando presidente bisogna perdere la casacca di appartenenza politica per essere “super partes” ed è su questo che qualche dubbio ce l’ho, perché Mattarella ha forse voluto essere sopra le parti nel suo intimo ma in sette anni non mi sembra abbia mai preso una posizione contro la “sua” parte e – da persona di destra – devo esprimere una critica verso questo suo atteggiamento che non ha mai tenuto conto degli umori dei cittadini-elettori: non ricordo davvero un solo episodio in cui Mattarella abbia preso le distanze dalla sua “casa-madre” (ovvero il PD, versante ex democristiano). Una presidenza senza scandali (e non è poco) ma contraddistinti da un diluvio di dichiarazioni scontate, prese di posizioni corrette quanto spesso del tutto ovvie, senza mai assumere una posizione che mettesse in imbarazzo chi ne volle l’elezione e – in primis – proprio il “suo” PD.
No alle elezioni anticipate, per esempio, eppure Mattarella sapeva benissimo che il Parlamento non rappresentava più da molto tempo l’opinione politica degli italiani e non solo per il cambiamento degli umori politici, ma perchè ben oltre il 10% dei parlamentari ha cambiato gruppo politico, infischiandosene dell’opinione di chi li aveva eletti, tanto che il suo successore sarà eletto da un Parlamento dove il partito più numeroso è appunto quello dei “senza partito” in un diluvio di migrazioni che hanno del tutto stravolto il voto elettorale e si prestano oggi a mercanteggiamenti sottobanco di ogni tipo.
Certo, la Costituzione gli imponeva di tenere un doveroso basso profilo, ma non c’è dubbio che in passato altri suoi predecessori abbiano contraddistinto il loro mandato con un diverso livello di visibilità e di condivisione con la gente, Mattarella ha invece preferito tenersi sempre defilato.
In un settore, però, penso non possa essere ricordato con positività: la sua (non) gestione della Magistratura di cui il Presidente è sì solo il capo formale, ma con obblighi che a volte gli imporrebbero di uscire dal riserbo e dal silenzio. Un vertice giudiziario che negli anni si è trasformato in un groviglio di veti, correnti e tresche immorali avrebbe imposto un ben altro profilo e livello di intervento.
Preso atto che il CSM è stato di fatto lasciato nelle mani del suo “ex partito” e relativi correnti deviate, credo che Mattarella avrebbe avuto il dovere di intervenire maggiormente in prima persona con fatti concreti, esplicite richieste di dimissioni, sollecitazioni chiare e non solo messaggi scontati. Non lo ha fatto, si è tenuto lontano dal rischio di “sporcarsi le mani” assumendo decisioni coraggiose, ma dando così spazio al moltiplicarsi dei veleni e di fatto proteggendo chi ne aveva approfittato. Molti italiani attendevano e soprattutto speravano in suoi interventi concreti prima e dopo il “caso Palamara” ma non è emerso nulla oltre le solite, scontate dichiarazioni di principio.
Vedremo se, almeno in un primo tempo, Mattarella succederà a sé stesso, certo credo che gli italiani vorrebbero comunque un presidente più rappresentativo in attesa di una riforma costituzionale che, superati antichi timori, dia maggiori responsabilità all’inquilino del Colle soprattutto se – finalmente – fosse eletto direttamente dai cittadini.
COME VA IL PNRR ?
Se ne parla poco, pochissimo, eppure ribadisco ancora una volta che se i fondi europei legati al PNRR sono indispensabili per il rilancio nazionale peseranno in futuro come un macigno sulle finanze pubbliche. Urge quindi spenderli bene ma – almeno per il cittadino comune – tuttora non si capisce che fine prenderanno. I piani mandati in Europa, pieni di buone intenzioni, non chiariscono infatti quali siano le vere PRIORITA’ che verranno messe in campo.
Molto semplicemente, quali sono le prime e più importanti 10 iniziative CONCRETE che si vogliono finanziare con i fondi di Bruxelles?
Non un generico “ammodernamento della rete autostradale e ferroviaria” ma quali sono gli specifici “grandi interventi” che si vogliono mettere in campo e da chi verranno spesi? Nei giorni scorsi ho attraversato l’Italia ed il livello delle infrastrutture – primo passo per un rilancio nazionale – e spesso del tutto carente. Mi spiego: se percorrete l’Autostrada del Sole potrete verificare che alcuni tratti (come da Firenze ad Orte) sono ancora a due corsie come negli anni ’60 pur con un traffico decuplicato. Molti degli svincoli per entrare ed uscire da Roma (a parte lo schifo della non manutenzione) sono quelli inaugurati per le Olimpiadi del 1960 e avanti così. Inoltre i lavori in atto anno dopo anno sono più o meno sempre allo stesso punto (vedi appunto il tratto toscano della A1 dal Mugello a Firenze o a sud della città) nonostante il caro-pedaggi. Piacerebbe avere insomma un elenco preciso, chiaro, inequivocabile e se fossero pubblicati anche gli importi stanziati, le date previste di completamento e i responsabili dei lavori sarebbe davvero un gesto apprezzato da tutti,
POVERA ROMA…
Sono stato a Roma dopo quasi un anno di assenza causa Covid e l’ho trovata non solo sporca, ma soprattutto degradata, a pezzi, abbandonata. Non credo sia tanto una questione di colore politico dell’amministrazione capitolina, ma dell’andazzo generale che la sta trasformando in una città africana. Strade piene di buche, acciottolato sgarrupato, sporcizia ed erbacce ovunque (e siamo a gennaio!), sosta selvaggia, marciapiedi fatiscenti, trascuratezza ovunque e anche nel centro storico che dovrebbe essere il fiore all’occhiello del nostro Paese. Invece tutto è lasciato andare, sciatto, sporco, abbandonato come le migliaia di monopattini dimenticati in ogni angolo di strada. Non ci meritiamo una capitale come questa che il mondo ci invia ma che, evidentemente, non sa farsi amare dai suoi cittadini!
QUANDO GLI AGGRESSORI SONO IMMIGRATI…
L’aggressione ad alcune ragazze in centro a Milano per Capodanno è stato davvero un brutto e censurabile episodio, ma che porta anche a qualche considerazione visto che nei primi giorni di queste violenze non se ne era parlato nonostante fossero perfettamente a conoscenza dei giornali e delle forze dell’ordine.
Questo silenzio mediatico si spiega perchè – osservando i video – si nota come i presunti aggressori fossero magrebini, pur alcuni “di seconda generazione”, come ci si è poi affrettati a sottolineare. Insomma, se nessuno sostiene assolutamente che tutti o la gran parte degli immigrati nordafricani siano dei violenti o degli aggressori, così come purtroppo ci sono anche tanti italiani che si macchiano quotidianamente di gravissime violenze, tacere però questo aspetto solo perchè “non fa fino” e non si vuol turbare la sensibilità della gente verso gli immigrati la dice lunga sulla qualità dell’informazione che giornalmente ci viene propalata.
Patetico che il sindaco di Milano – dopo aver taciuto per 10 giorni e accusato per questo di poca sensibilità – annunci poi con grande ritardo (ma altrettanti squilli di tromba e copertura mediatica) la costituzione come parte civile dell’amministrazione, sempre tacendo su chi siano i presunti colpevoli. In realtà per dieci giorni in nessun TG e in ben pochi articoli di cronaca si era ammesso questo aspetto, nè si è considerato il fatto che le ragazze sono state salvate dalle Forze dell’ Ordine presenti, ma apparse abbastanza impotenti davanti alla violenza e ai numeri del “branco”. Forse Sala dovrebbe quindi anche spiegare ai milanesi come mai queste siano le condizioni sociali e di vivibilità del centro di Milano dopo tanto (troppo) “politicamente corretto”.
Immaginate se ad aggredire le ragazze fosse stato un gruppo di giovinastri di “estrema destra”: scommettiamo che tutto sarebbe stato messo per giorni in prima pagina (vedi l’assalto alla CGIL) e che tutti i progressisti e le progressiste della penisola avrebbero pianto e denunciato in coro l’insopportabile e pericolosa “violenza fascista”?
Con questo numero IL PUNTO riprende la consueta cadenza settimanale, un saluto e un rinnovato buon anno a tutti.
Marco Zacchera