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Con un’interrogazione pubblicata il 24 gennaio sono tornata a chiedere conto a Franceschini, con i colleghi Angrisani, Granato e Lannutti, delle gravi anomalie del commissariamento del Teatro Regio di Torino, già contestato con l’atto Senato 02898 del 26 ottobre 2021. Affidato a Rosanna Purchia benché in quiescenza, dunque contra legem, e dietro lauto compenso (140.000 euro e rimborso spese) nonostante la gratuità di tutti i precedenti, l’incarico si è protratto oltre i 6+6 mesi consentiti dalla normativa di settore (D.Lgs. 367/96). Fin da giugno, in effetti, la gestione straordinaria aveva cessato di avere giustificazione, essendo stato inviato, a marzo, il piano di risanamento al Commissario straordinario per le Fondazioni lirico-sinfoniche e chiuso in utile, a maggio, il bilancio 2020. Ciò nonostante, il commissario è rimasto in attività oltre la scadenza dell’8 settembre 2021, proseguendo senza ulteriore né possibile legittimazione ancora fino al 22 ottobre, per ‘vegliare’ anche sui passaggi a quella data non perfezionati della modifica dello statuto della Fondazione proposta dalla stessa Purchia il giorno prima della scadenza ‘regolare’ del suo mandato. Detta modifica, che stravolge molte previsioni del D.Lgs. 367/96, è stata approvata dal Ministero l’8 novembre 2021 e il Sindaco-Presidente l’ha pubblicata il 9. Lo stesso avv. Lo Russo, uscito vincitore dal ballottaggio il 19 ottobre, aveva subito indicato Rosanna Purchia nella squadra di governo della città, tra lo stupore generale, recependo, a nostro avviso, un ordine perentorio del Collegio Romano. Proclamato ufficialmente il 27 ottobre, già il giorno seguente il neo-sindaco si era affrettato ad affidare all’ex commissario la delega che ha consentito alla Purchia di continuare a gestire di fatto il Teatro in attesa di marzo 2022. Scadrà a metà del mese, infatti, la proroga concessa all’avv. Guido Mulè (datata 7 settembre!) quale “direttore generale con funzioni di direttore amministrativo”, figura inesistente prima che il commissario, non legittimato ad introdurre modifiche alla pianta organica, la imponesse alla realtà fin da settembre 2020, lautamente compensandola per i suoi servigi. I più avvertiti ritengono che quanto sopra preluda alla nomina di Mulè come sovrintendente, ‘geneticamente modificato’ dal nuovo statuto, per consentire alla regia ministeriale di continuare a governare saldamente il Regio di Torino.

Abbiamo chiesto, perciò, al Ministro della cultura se: “possa spiegare perché il Ministero abbia avallato quelle che a giudizio degli interroganti sono le forzature e irregolarità del Commissario straordinario del Teatro Regio di Torino, Rosanna Purchia, compresa la modifica della pianta organica a favore di un soggetto, l’avv. Mulè, privo dei requisiti e delle competenze richiesti per essere direttore generale prima e (in caso) sovrintendente poi; ma soprattutto la modifica dello Statuto della fondazione”. Inoltre: “se non convenga che l’accanimento con cui l’amministrazione straordinaria è stata portata avanti persino oltre la data limite consentita dalla normativa vigente, e addirittura con successiva nomina della Purchia all’assessorato per la cultura del Comune di Torino, rende evidente la volontà di chiuderla solo dopo avere modificato lo Statuto, per assicurare al nuovo sovrintendente, che gli interroganti assumono essere un altro “fedelissimo”, poteri inediti e non previsti dal Decreto Legislativo 367/96.

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Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – Commissione Cultura)

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