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Massafra. Sezione  FIDAPA e prof. Casciaro fanno riscoprire la Concattredale di Taranto 

  

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Il prof. Casciaro e la sezione Fidapa di Massafra in un evento culturale di due giorni per riscoprire la bellezza e l’importanza dell’opera di Gio Ponti.

 

Si è da poco concluso l’evento culturale dal tema “Gio Ponti e la Concattedrale Gran Madre di Dio” di Taranto, fortemente voluto dalla Sezione FIDAPA di Massafra, da sempre impegnata a sensibilizzare la comunità al senso di appartenenza e alla responsabilità verso il patrimonio culturale e artistico presente nel nostro territorio.

L’evento è stato un momento di riflessione sulla possibilità che ha la nostra città, la nostra provincia di ridefinire il proprio futuro.

Articolato in due giorni, si è svolto il 28 gennaio presso il Teatro comunale “Nicola Resta” di Massafra, e il 29 gennaio a Taranto con la visita alla Concattedrale.

Venerdì 28 ha aperto i lavori la conferenza del prof. Raffaele Casciaro, ordinario di Museologia e Critica artistica e del Restauro presso l’università del Salento, Direttore del Dipartimento di Beni Culturali della stessa università e Presidente Nazionale dell’associazione culturale “Sala delle Asse” con sede a Milano nel Castello Sforzesco.

Il Professore ha illustrato le tappe fondamentali della formazione e del pensiero poetico-artistico di Gio Ponti e ha messo in luce tutta la poliedricità del genio: architetto, grafico e designer.

Dopo un breve focus introduttivo della Presidente della Sezione FIDAPA di Massafra, prof.ssa Maria Teresa Longo, sulla Concattedrale di Taranto in una prospettiva di analisi del contesto tarantino e della Committenza dell’opera, l’attenzione del prof. Casciaro si è soffermata in primis sulla mostra “Tutto Ponti, Gio Ponti archi-designer”, inaugurata a Parigi nel 2018, presso il Musée des Arts Décoratifs, in cui la riproduzione in scala della Vela della concattedrale tarantina apriva la mostra.

Attraverso una sintetica ed affascinante descrizione di opere, dalle manifatture in porcellana per Richard Ginori alle creazioni di designer, come arredamenti di interni di edifici pubblici e privati, il Professore ha evidenziato elementi stilistici, temi e forme costanti, rintracciabili in alcune tra le più moderne opere architettoniche sia civili che sacre del nostro Gio Ponti, come ad esempio l’edificio del dipartimento di matematica presso l’università La Sapienza di Roma o la chiesa di San Francesco al Fopponino a Milano, che costituisce l’antefatto diretto della progettazione della concattedrale di Taranto.

La visita e l’osservazione in loco del 29 gennaio, sotto la sapiente e esauriente guida del prof. Casciaro, hanno favorito la comprensione dell’opera, nel suo significato simbolico, culturale e sociale.

Se ricerca costante di Gio Ponti è stata la leggerezza (si pensi alla sedia super leggera), nella creazione architettonica, commissionata dall’arcivescovo Guglielmo Motolese, la leggerezza va intesa come possibilità di interpretare il sentimento religioso contemporaneo in forma di architettura. Funzione principale dell’opera tarantina è, infatti, quella di consolare l’uomo nella sua solitudine spirituale, sociale, morale. La purezza delle linee geometriche esprime il sentimento religioso nella sua essenzialità, per cui il fedele si sente abbracciato, consolato nella sua nudità dalla benevola potenza divina.

 

Più volte è stato sottolineato dal Professore come la funzione sacra della chiesa si incontri, fondendosi armonicamente, con il razionalismo, caratterizzato dall’impiego del cemento armato, usato in un’accezione di modernità assoluta, con il particolare ed esclusivo designer.

La scelta del colore verde che domina l’interno della concattedrale doveva essere collegata all’abbraccio verde del giardino in cui si immaginava si dovesse collocare l’edificio.

L’immersione simbiotica tra Natura-Dio e uomo nell’idea di Gio Ponti doveva essere totale. Purtroppo il progetto non è stato rispettato, per cui oggi ci sono solo pochi alberi, ma nonostante ciò è necessario farne tesoro, “…dobbiamo valorizzarli, preservarli, perché sono parte fondante dell’idea progettuale originale dell’architetto.”

Sono ormai trascorsi 50 anni dalla sua consacrazione, ma solo ora i Tarantini hanno preso coscienza dell’importanza dell’opera come punto di riferimento per il recupero della loro storia tanto da diventare simbolo di un riscatto culturale, sociale e civile della città.

 

Nelle foto: 1) La presidente della Fidapa Maria Teresa Longo e il prof. Raffaele Casciaro nel corso dell’evento al Teatro Comunale “Nicola Resta”. 2) La Concattedrale “Gran Madre di Dio” di Taranto (rappresenta una “vela” che si specchia nell’acqua delle tre vasche antistanti l’ingresso, simboleggianti il mare). 3) Scorcio interno della Concattedrale “Gran Madre di Dio” di Taranto.

 

Nino Bellinvia

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