Abate (Senato Gruppo Misto – Commissione Agricoltura): «Il Ministro Patuanelli cambi il Piano strategico nazionale o si dimetta. Confermati i timori sulla Pac: il piano di spesa è attento a tutelare gli interessi delle potenti corporazioni agricole svantaggiando la piccola e media impresa e i modelli più sostenibili».
ROMA – A mano a mano che emergono nuovi dettagli su come l’Italia utilizzerà i 34 miliardi della nuova PAC (che con i co-finanziamenti statali potrebbero arrivare a 50) si capisce chiaramente che saranno spesi male poiché andrà a rafforzare un modello di agricoltura non sostenibile, che favorirà ancora i grandi gruppi e che non ha nulla a che vedere con il Green New Deal.
Gli eco-schemi contenuti nel documento di programmazione inviato alla Commissione UE dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali sono deludenti. Basti pensare che, ad esempio, il tema della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici è, nei fatti, assente nella programmazione della PAC fino al 2027 nonostante molti dei problemi in agricoltura derivino dalle variazioni climatiche e nonostante questa si collochi in un periodo di tempo cruciale (l’orizzonte al 2030) per gli obiettivi fondamentali di riduzione delle emissioni dei gas che alterano il clima.
Il Piano Strategico Nazionale elaborato dal Governo Draghi, infatti, per tramite del Ministero retto da Patuanelli, sostiene ancora una volta un modello di zootecnia intensiva rinunciando ad una ristrutturazione del settore. Ancora: negli eco-schemi non c’è un vero riferimento alle aree funzionali alla tutela della biodiversità e degli elementi naturali del Paesaggio; sottovaluta la biodiversità agricola, altro tassello chiave per la svolta agroecologica e la resilienza del sistema alla crisi climatica. E manca molti altri obiettivi.
Una bocciatura che avevo ampiamente previsto nei miei precedenti interventi delle scorse settimane sia perché gli ultimi provvedimenti emanati dal Governo Draghi in materia di agricoltura dimostrano che tutti i fondi messi a disposizione dalla Pac e anche quelli del Pnrr, andranno a foraggiare le filiere delle varie organizzazioni e nulla arriverà ai poveri agricoltori che, al momento, non hanno nemmeno liquidità per organizzare la prossima campagna produttiva. Sia perché il responsabile del Mipaaf era stato diverse volte in Commissione Agricoltura al Senato ma aveva fatto le sue scelte portando avanti i relativi tavoli al Ministero senza definirci bene indirizzi, obiettivi, mezzi e priorità senza, quindi, capire dove stava portando l’agricoltura italiana.
Intuizioni confermate dalla versione definitiva del Piano e, a dimostrazione del fatto che il mio non era soltanto un giudizio politico ma anche e soprattutto tecnico e che entrava nel merito del testo preparato dal Mipaaf in vista della nuova Pac, è arrivato in queste ore il documento redatto dalla coalizione “Cambiamo agricoltura” che riunisce 17 associazioni della società civile che ha bocciato sonoramente le scelte del Ministro pentastellato Patuanelli.
In definitiva, come avevo purtroppo previsto, il Piano Strategico Nazionale della nuova PAC non è uno strumento efficace e orientato alla tanto sbandierata “transizione ecologica” dell’agricoltura.
Non posso che condividere, quindi, le osservazioni e le proposte delle associazioni redatte in vista della valutazione del documento di programmazione prevista dal percorso finale per la sua definitiva approvazione entro l’estate 2022 (la nuova PAC diventerà infatti operativa nel gennaio 2023) e invito il Ministro Patuanelli a rivedere il Piano altrimenti si dimetta perché sta trasformando l’agricoltura, secondo pilastro dell’economia italiana, in un settore ad appannaggio di pochi.
Roma, 6 febbraio 2022
Sen.ce Rosa Silvana Abate
Gruppo Misto – Capogruppo Commissioni “Agricoltura” e “Questioni Regionali”