Ucraina. Il capovolgimento geopolitico – Come sottolinea il politologo Aleksander Vedrussov, la politica estera russa, con il Protocollo di Minsk (un accordo per porre fine alla guerra dell’Ucraina orientale, raggiunto il 5 settembre 2014 dal Gruppo di Contatto Trilaterale sull’Ucraina, composto dai rappresentanti di Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Doneck (DNR), e Repubblica Popolare di Lugansk (LNR), aveva dato a Kiev ogni opportunità per mantenere il Donbas in Ucraina. La pazienza strategica di Putin si basava sullo sviluppo degli Accordi di Minsk, tuttavia, l’insistenza di Poroshenko, e poi di Zelenskij, a risolvere la situazione con mezzi militari, “ha letteralmente spinto le repubbliche popolari tra le braccia della Russia”. Vedrussov indica anche che l’odio di Kiev per il Donbas si è acuita da anni, dove la retorica che punta al disprezzo e scontro rimaneva invariata nei cambiamenti dell’amministrazione: “L’odio verso il Donbas e i suoi abitanti è coltivato da anni nell’opinione pubblica ucraina. Il primo presidente dell’Ucraina e capo della delegazione di Kiev al TCG, Leonid Kravchuk, paragonò il Donbass a ‘un tumore canceroso che va rimosso’…”
NATO. Il parere di Sergio Romano: “A mio avviso dopo la Guerra Fredda, l’Occidente avrebbe dovuto avviare la smobilitazione della Nato. Era una struttura nata al tempo della contrapposizione con il Patto di Varsavia. Collassato quest’ultimo non aveva senso tenere in piedi un assetto militare che sarebbe stato visto come struttura di pura aggressione. Putin “non ha tutti i torti” a reagire all’avanzamento degli insediamenti militari della Nato nell’area ex Urss. Non solo l’Occidente non l’ha smantellata o rimodulata, ma ha pensato di “puntare i cannoni” contro Mosca…”
Storia di una guerra ad orologeria – Scrive Michele Rallo: “Segnalo un fatto del 2008, relativo al riconoscimento da parte americana (con europei pecoronamente al séguito) della indipendenza del Kosovo, proclamata in spregio alla intangibilitá dei confini e dell’unitá territoriale di uno Stato sovrano. É esattamente ció che sta avvenendo oggi nel Donbass. Ma questa volta gli europei si scandalizzano e accettano una politica sanzionista che si ritorce contro i loro intreressi (gas, grano, eccetera). Unica costante: l’obbedienza agli ordini di Washington…”
E venne il tempo delle canzoncine… – Scrive Norman Solomon: Fifty-nine years ago, Bob Dylan recorded “With God on Our Side.” You probably haven’t heard it on the radio for a very long time, if ever, but right now you could listen to it as his most evergreen of topical songs: https://www.youtube.com/watch?v=P4EkQfXtheg – “I’ve learned to hate the Russians. All through my whole life If another war comes It’s them we must fight. To hate them and fear them. To run and to hide. And accept it all bravely. With God on our side”
(Rassegna a cura di Paolo D’Arpini)
Fonte: https://paolodarpini.blogspot.com/2022/02/ucraina-quel-che-non-si-legge-sui.html