Dopo quasi 20 anni di critiche, i bianchi Omini di Gomme del prontuario gastronomico si sono dati una mossa
EDOARDO RASPELLI E’ IL NUOVO CAPO
DELLA GUIDA ROSSA MICHELIN ITALIA
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la vera e propria raffica di critiche: prima la serie di articoli sul mensile di carta I Piaceri del Gusto, poi il portale ilgusto.it ed i dodici quotidiani collegati, infine, ultima ma non ultima “bomba” nella comunicazione, la copertina del suo RASPELLIMAGAZINE, il mensile digitale gratuito del mese di marzo in cui lui faceva una smorfia di disapprovazione e di sdegno davanti ad una montagna di vecchie guide Michelin.
Dopo tutto questo, la ribellione della casa madre francese e la Michelin Italia ha cambiato capo: dalla Guida Michelin 2023 il numero uno sarà il “cronista della gastronomia”, il giornalista e conduttore televisivo lombardo/piemontese Edoardo Raspelli.
Che cosa rimproverava il giornalista alla casa delle gomme più celebri al mondo? “Una cosa che salta agli occhi- dice Raspelli- è il trattamento riservato a certi ristoranti. Io, ad esempio, adoro il pesce (anche per via della mia salute e della mia eterna obesità). Come è possibile non menzionare nemmeno Acqua (ad Olgiate Olona,Varese)? E come dare una sola stelletta ad un Ma.Ri.na, che è di fronte all’ altro locale, al suo fritto aereo come una nuvola, alla sua zuppa di pesce?! Come si può dare lo stessa unica stelletta al Ma.Ri.na dove fino a poche settimane fa Pino Possoni in sala affiancava la sorella Rita (in cucina) ed a quel Claudio di Bergeggi (Savona) dove nelle mie ultime tre visite il mio pesce era assolutamente insipido? E come non premiare, il mare sul mare, lo Spurcacciun/a di Savona?!”
Ma non è solo questione di pesci. Quello che Raspelli ha raccontato sulle testate, di carta ed on line, è ancora peggio. Ha pescato a caso un pugno di ristoranti e si è accorto che la stessa recensione (più o meno) si ripeteva per anni: il Via Vai (a Ripalta Cremasca, Cremona), l’ Osteria Bartolini (a Cesenatico), Cucina Massimiliano Poggi (a Castel Maggiore, Bologna), Villa Aretusi (Bologna), Locanda Mariella (a Calestano, Parma), Romolo a Mare (Bordighera, Imperia), Edelweiss (Crodo, VB), Locanda dei Narcisi (Pozzolo Formigaro, AL)… fino ad arrivare alla Trattoria della Pergola (a Trevenzuolo, Verona) dove la Michelin si ripeteva, si ricopiava in modo pressoché integrale almeno tra il 2022 ed il 2003, qualcosa come 19 anni…
Le critiche di Edoardo Raspelli alla Michelin, però, non erano una cosa nuova, visto che la prima severa stroncatura risale addirittura al 2004 in un articolo fatto per QN, il Quotidiano Nazionale, dorso comune a tre quotidiani: Il Giorno di Milano, Il Resto del Carlino di Bologna, La Nazione di Firenze.
Primo articolo sul Corriere della Sera a 20 anni, nel 1969, dal 1971 redattore all’edizione del pomeriggio, il Corriere d’Informazione, fu Cesare Lanza che aggiunse ad Edoardo Raspelli, nel 1975, la figura del “cronista della gastronomia”. Terzo al mondo (dopo il duo francese Henry Gault & Christian Millau) a portare nel giornalismo, con i suoi voti anche negativi, la vera critica gastronomica, continuata poi sul quotidiano La Notte ed infine su La Stampa (dal 1982) e, attraverso il gusto.it , ora anche su Repubblica, Il Secolo XIX ed altri nove quotidiani locali.
Edoardo Raspelli ha collaborato con Piero Antolini (ex capo della Michelin) per le Guide Bolaffi; è stato fondatore e responsabile della pagina dei ristoranti dell’ inserto gastronomico de Il Manifesto, il Gambero Rosso, nel 1978 ha fondato la Guida dell’ Espresso con il duo francese ed il poliziotto stragista Federico Umberto D’Amato e l’ ha diretta tra il 1996 ed il 2001…
Ora l’ ennesimo importante incarico che gli è stato assegnato direttamente dalla casa di gomme dalla Francia.
PER GLORIA CIABATTONI- PAOLA TOMASSONI da raspelli
per il Quotidiano Nazionale di domenica 25-7-2004
LA MICHELIN HA CONFESSATO
Ci sono voluti quattro anni ma alla fine hanno confessato; per qualcosa come 48 lunghissimi mesi hanno resistito: o non rispondevano alle domande o non ribattevano alle critiche; oppure respingevano le accuse sdegnati, con supponenza, con virulenza…
Le imputazioni erano precise: gli accusati erano indicati per nome e cognome, ma loro si difendevano acremente, dall’alto della loro storia, del loro passato, della loro” fama”. Poi, dopo quattro anni, le bugie sono crollate miseramente, come un castello di carta e sono arrivate le confessioni: prima in Francia, con uno che era stato licenziato e che si è vendicato spiattellando tutti i misteri della casa madre; poi in Italia, dove non si è riusciti a coprire le menzogne e la confessione è uscita.
La Guida Michelin Italia indica ogni anno, più o meno, 7.500 locali pubblici (circa 4000 alberghi e circa 3500 ristoranti) ma gli ispettori che girano, che assegnano forchette per il servizio, stellette per la cucina, casette più o meno grandi per classificare gli hôtel, coloro che premiano e bocciano, per loro stessa confessione sono soltanto una decina…Come diavolo faranno ad esaminare 7.500 locali pubblici? In quanti alberghi dormiranno ogni notte?
La prima pulce nell’orecchio degli italiani la mise nell’agosto del 2000, su Il Giorno, Marco Gatti, che io ripresi nella mia rubrica Il Goloso del settimanale L’Espresso :il giornalista milanese intervistò un ex ispettore della Guida Michelin, il pavese Marcello Foresti, e poi utilizzò anche alcuni personaggi all’interno della casa di gomme di corso Sempione. Scoprì e scrisse dello “scandalo” gastronomico di un pugno di persone che, in soli 160 giorni di trasferta l’anno, avevano macinato, nell’edizione del 2000, 4.050 alberghi e 3.235 ristoranti. Il Servizio Turismo della Michelin ,in effetti, era composto da 12 persone, ma quattro si occupavano di segreteria e cartografia, solo gli altri otto giravano effettivamente. Marco Gatti pubblicò per primo anche i nomi: Fausto Arrighi, Paolo Riccardi…e gli altri sei…
Apriti cielo: per primi avevamo gridato “Il re è nudo” e la stampa ,incredula ossequiosa ed accondiscendente, corse in difesa della Guida Michelin. Arrivarono le smentite. Storica fu una puntata di Porta a Porta dove la rappresentante della Guida Michelin dichiarò che i ristoranti, loro, li provavano venti volte l’anno…
Pochi mesi fa lo scandalo travolse la Francia dove un ex ispettore vuotò il sacco e la confessione finì sui giornali di mezzo mondo, compresa mezza pagina del Corriere della Sera. Il ritardo nelle promozioni e nelle bocciature di ristoranti famosi, i ritardi nelle scoperte, non erano affatto dovuti a sacrosanti “piedi di piombo” di critici professionisti e professionali, attenti preparati e guardinghi, ma semplicemente a gente che i locali li “vedeva” una volta ogni tanto…
In Italia la confessione è stata pubblicata, con un titolo assolutamente anòdino ed una amichevole “pacca sulle spalle”, da Bargiornale che ha intervistato Fausto Arrighi, “responsabile italiano della Guida”.
“Allora, gli ispettori sono otto?” ha domandato Maurizio Marsico di Bargiornale :”Dipende dal momento. Qualcuno può passare a un altro incarico, non essere reperibile per quel determinato periodo, ma diciamo che gli ispettori sono circa una decina…”.
Il seguito dell’intervista è ancora peggio, ancora più disarmante: “Non possiamo provare tutti i ristoranti tutti gli anni, anche perché non esiste questa necessità per tutti. Se un certo ristorante desidera di essere valutato in modo più approfondito, perché magari aspira alla stella, cerchiamo di assecondare questa richiesta”…
Infine, sottolinea Bargiornale, ” c’ è una differenza tra locali visionati e provati”.
E voi poveretti che avevate comperato, a 21,5 euro, ogni anno la Guida con il millesimo ovviamente diverso pensando che fosse differente da quella dell’anno prima…
Edoardo Raspelli