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CIMITERI ROMA: NUOVO ALLARME CREMAZIONI, DEPOSITI PIENI A PRIMA PORTA

FEDERCOFIT: “AMA DISPONE IL TRASPORTO AL VERANO, AGGRAVI PER LE FAMIGLIE”

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Riunione ieri tra Federcofit e il direttore dei Servizi Funebri dell’AMA, Vitaliano De Salazar

 

Nuovo allarme per le cremazioni a Roma. I depositi delle bare presso il cimitero di Prima Porta al Flaminio sono nuovamente pieni, dopo lo scandalo delle centinaia di salme in giacenza solo un anno fa. AMA ha perciò inviato oggi una comunicazione alle agenzie funebri romane per disporre che le salme vengano trasportate al Verano in attesa della successiva cremazione al Flaminio. A lanciare l’allarme è Federcofit, la federazione del comparto funerario italiano, che proprio ieri aveva partecipato ad un incontro con il  direttore dei Servizi Funebri e Cimiteriali di AMA, Vitaliano De Salazar. “Durante questa riunione, De Salazar ci aveva garantito la massima collaborazione per risolvere una serie di problematiche relative ai cimiteri e alle cremazioni a Roma e anche per fornire un servizio adeguato e professionale alla cittadinanza”, dichiara Marco Aquilini, vicepresidente nazionale di Federcofit. “E invece stamattina abbiamo ricevuto questa inattesa comunicazione sul deposito temporaneo delle bare al Verano, che costringerebbe le famiglie dolenti, oltre ad un lungo periodo di attesa, anche a farsi carico di ulteriori spese per il successivo trasferimento a Prima Porta”.

 

Nelle scorse ore, Federcofit ha dunque inviato a AMA una lettera urgente, sottoscritta anche dalla federazione Feniof, in cui si chiede conferma se “l’onere del trasferimento della salma (e le conseguenti responsabilità) spetti all’impresa funebre, con conseguente aggravio di spese per il cittadino” e, in caso affermativo, si sollecita l’AMA a “rendere pubblica tale disposizione, onde evidenziare che l’eventuale aggravio di costi per il cittadino non dipende dalla volontà dell’impresa funebre”, ma dalle decisioni dell’azienda comunale. “Siamo davvero stupiti che, durante la riunione di ieri con De Salazar, non si sia fatto il minimo accenno a tale disposizione, che evidentemente, vista la ristrettezza dei tempi di comunicazione, era già stata decisa dall’amministrazione”, sottolinea Aquilini. “Vogliamo sperare che tali riunioni, pur non frequenti, servano in futuro a stabilire un clima di reciproca e sincera collaborazione che vada a vantaggio di tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle famiglie dolenti”.

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