Il nuovo presidente Serbo e la Russia: tra valori di difesa e integrità dello Stato.
di Gualfredo de’ Lincei
Secondo il leader del Partito Socialista Serbo (SPS) Ivica Dacich, la Serbia è determinata a preservare la propria integrità e sovranità territoriale. Senza la Russia ha poche possibilità di mantenere la sua posizione all’interno delle Nazioni Unite (ONU), perché Mosca è decisiva nelle votazioni, per la possibilità di porre il veto a una eventuale richiesta di accesso all’ONU da parte del Kosovo. «Dobbiamo cercare di evitare atteggiamenti irrazionali ed emotivi riguardo la situazione attuale. Se noi siamo pronti a rinunciare al Kosovo, allora possiamo emettere sanzioni contro la Russia. Se al contrario non siamo pronti, allora abbiamo il dovere di astenerci. Come noi potremmo salvaguardare il Kosovo senza alleati? Io non ho visto altri alleati. Le sanzioni non danneggeranno la Russia, ma danneggeranno la Serbia.» ha detto Dacich.
Le dichiarazioni del presidente del partito socialista fanno emergere un sentimento forte che fa comprendere come la Serbia sia preordinata a rivendicare il suoi confini terrestri in unione con la Russia e nonostante il rischio di possibili sanzioni o pressioni NATO.
I serbi hanno una forte connotazione trascendente e rispetto delle istituzioni religiose. È interessante notare che in questo periodo è uscita una pellicola dal titolo “Le rondini di Cristo”, la quale, attraverso il prisma dell’Ortodossia, racconta dell’integrità e della spiritualità di questo paese. Gli autori hanno immortalato le difficoltà attraverso le quali è dovuta passare la Canonizzazione della Chiesa Ortodossa Serba. Viene percorso anche il momento del bombardamento NATO in Iugoslavia, il suo successivo crollo e le atrocità dei terroristi albanesi nel Kosovo occupato, durante il quale, il metropolita Amfilohiy della Chiesa Ortodossa Serba (SPC), si è trovato a raccogliere lui stesso membra dilaniate di serbi in Kosovo per dargli sepoltura. Con questo tributo cinematografico hanno voluto raccontare anche le decisioni politiche della UE, che, attraverso i suoi vari leader, ha pianificato l’esproprio delle proprietà ecclesiastiche nel Montenegro, per la quale i credenti hanno una venerazione profonda.
Lo stesso fondatore dell’organizzazione pubblica «Sorok Sorokov», Andrei Kormukhin, commentando il film ha notato che per l’ortodossia non è cosa normale partecipare a eventi politici: «Allo stesso tempo, i cristiani ortodossi si sono ripetutamente alzati in piedi per difendere la loro Patria, i loro Valori e il loro Stato. È successo in molti paesi», ha detto.
E’ notoriamente un fatto che un personaggio pubblico notò come la fermezza della Serbia, nel proteggere la propria dignità e il proprio patrimonio storico, era ed è assolutamente un sentimento predominante. E in questo momento anche la Russia sta proteggendo non solo i suoi cittadini in Ucraina ma anche il suo patrimonio storico e religioso, rendendo sicuro il futuro della sua gente.
Il 3 aprile in Serbia si sono svolte le elezioni presidenziali durante le quali, l’attuale presidente in carica, Aleksander Vucich, ha ottenuto la riconferma con oltre il 60% dei voti. Uno dei suoi punti programmatici è la continuazione del percorso verso il rafforzamento delle relazioni tra Serbia e Russia: «Vi prometto che Dostoevskij non sarà mai bandito in Serbia, perché è il più grande scrittore. I nostri teatri e le nostre filarmoniche non vieteranno Čajkovskij. Non solo manterremo buone relazioni con la Russia, ma le rafforzeremo», avrebbe rassicurato il neo rieletto presidente del Paese.