Tutti noi bioregionalisti riconosciamo la nostra identità locale nel luogo in cui siamo nati o viviamo. Quindi bioregionalista può essere anche una persona che non è nata nel luogo, ma che vivendolo lo riconosce come un’espressione di sé. A quel punto si integra completamente nel luogo. Ma non solo nel luogo, anche nella comunità con cui vive. E non solo quella umana, ma di tutti gli esseri viventi che vi partecipano. Per questo chiunque può essere bioregionalista in qualsiasi luogo, perché è soltanto un’apertura verso la presenza nel luogo e nel momento in cui ci viviamo.
Per questa ragione noi bioregionalisti organizziamo le celebrazioni dei vari equinozi e solstizi… ci sono determinati momenti dell’anno che vanno riconosciuti come importanti. Però non gli diamo un’importanza assoluta in quanto riconoscimento di una qualche divinità naturalistica. È soltanto un percorso da celebrare per essere felici di poter vivere nel momento in cui siamo. Un modo per riconoscere che altri, più belli o più brutti, hanno comunque un loro significato e valore.
La maggior parte della gente, soprattutto quelli che fanno riti un po’, diciamo così, newage, magari preferisce festeggiare il solstizio d’estate, ricordare i Celti, Stone Ange e tutte le cose di quel genere, per contemplare la bellezza del sole nella sua pienezza. Ma altrettanto importante, chiaramente, è il solstizio invernale perché dopo la vita che si è richiusa ad approfondire le radici, risorge e pian piano ritorna ad esprimersi. Oppure l’equinozio di primavera, dove la vita ci riporta ad una bellezza. O quello d’autunno dove condividiamo la consapevolezza che la bellezza ha un grande valore.
Se in primavera di questo valore non ce ne rendiamo conto perché tutto quanto fiorisce, in autunno le cose che cominciano pian piano a scemare, hanno un significato più forte. Non a caso si dice che proprio l’autunno è il momento per la raccolta dei frutti migliori dell’uomo, per l’uomo. Come ad esempio la vite e l’ulivo. L’ulivo è simbolo di vita in assoluto, la vite rappresenta il senso dello spirito.
Noi siamo espressioni di un grande corpo vivente. Questo grande corpo non è soltanto la terra. Di solito ci occupiamo del pianeta Terra, Gaia, come una forma vivente unificata. Allo stesso tempo l’ecologia profonda compie un passo verso quello che potremmo definire anche panteismo, dove tutto quanto ciò che è Uno e si manifesta in ciò che è in tutte le forme.
Paolo D’Arpini – Rete Bioregionale Italiana
Fonte: https://bioregionalismo.blogspot.com/2022/04/nel-bioregionalismo-tutto-e-espressione.html