foto Goldschmied & Chiari. Doorway, 2022, Stampa su vetro e specchio Ø cm 140. Courtesy the artists |
Galleria Poggiali annuncia
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Le artiste espongono due opere inedite nella mostra Alloro a cura di Giovanna Zabotti al Padiglione Venezia
23 aprile al 27 novembre 2022 Giardini della Biennale, Castello, Venezia |
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La Galleria Poggiali è lieta di annunciare la partecipazione del duo di artiste Goldschmied & Chiari alla mostra Alloro all’interno del Padiglione Venezia della 59^ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia (aperto al pubblico dal 23 aprile al 27 novembre 2022).
La mostra, a cura di Giovanna Zabotti, è un progetto che esplora tre temi: l’avvicinamento dell’uomo alla natura, la forza della donna e la metamorfosi spiegata dall’arte; la scelta del titolo è legata al fatto che la pianta di alloro è nella tradizione classica il simbolo per eccellenza della metamorfosi. Come afferma la curatrice, la mostra affronta il tema della metamorfosi “in tutte le accezioni del suo significato: nel suo senso di trasformazione di un essere in un altro di natura diversa e come elemento tipico di racconti mitologici, religiosi, magici. La novità di questo Padiglione sta nel fatto che il visitatore non vedrà le opere d’arte ma le vivrà: si muoverà al suo interno ad un ritmo preciso scandito da una musica, che lo porterà inizialmente a indagare il proprio io, per poi vivere una sorta di percorso emozionale in tre dimensioni, fino ad assaporare lo sguardo dei giovani artisti verso il futuro“.
Per la mostra al Padiglione Venezia 2022, Goldschmied & Chiari presentano Portali e Magnifica, due opere inedite che aprono il percorso espositivo: sono opere nate nel 2022, dopo due anni di isolamento in cui la comunicazione è stata mediata da distanza e tecnologia. “Il sogno, la visione, l’inconscio sono stati gli strumenti attraverso i quali abbiamo navigato nei primi mesi di chiusura e immobilità corporea”, sottolineano le artiste.
“Siamo orgogliosi – dichiara Lorenzo Poggiali di Galleria Poggiali – di poter sostenere Sara Goldschmied ed Eleonora Chiari in una tappa così importante della loro carriera”.
Il progetto delle artiste per il Padiglione Venezia è un tempio celebrativo della femminilità multiforme, ibrida e mostruosa. L’ingresso del primo spazio che ospita l’opera Portali è inondato di luce magenta – riflessa da una grande finestra ricoperta dall’immagine trasparente di un portale – e stabilisce l’accesso a un mondo misterioso, oscuro e magico, un paesaggio visibile grazie alla luce naturale che filtrando dalla finestra riempie la sala di colore, illuminando un trittico di specchi circolari sulla parete.
I Portali sono specchi di grande formato sui quali sono fissati scatti fotografici speculari. Le foto ritraggono combinazioni di fumogeni colorati fatti divampare dalle artiste all’interno del loro studio. La performance dalla quale nascono queste opere è stata realizzata e commissionata nel 2021 della società Reti, tra i principali player italiani nel settore della consulenza informatica nel cui spazio industriale sono state scattate le immagini La seconda sala, cuore dell’installazione, strutturata come un luogo di culto, ospita uno specchio circolare, un polittico e due dittici. Di fronte al polittico è posizionato un altare dove sono adagiati vetri soffiati nelle antiche fornaci di Murano: si tratta di Magnifica, serie di vasi fitomorfici che rievocano un ibrido mutante tra bocche femminili e piante carnivore in attesa di divorare qualcosa. “La realizzazione delle forme del vetro comporta il respiro, il soffio, una bocca crea un’altra bocca – spiegano Goldschmied & Chiari –. Queste “sculture” installate nel Padiglione Venezia soffiano idealmente il fumo impresso nei Portali”.
Portali e Magnifica rappresentano la soglia di mondi enigmatici tra l’alchimia e la prescienza, sono portali della percezione e dell’immaginazione, composte da immagini speculari che si riflettono, come specchi e macchie di Rorschach. Sono specchi ardenti che enfatizzano le qualità incendiarie del materiale e la pericolosità della visione: il corpo dello spettatore riflesso nello specchio diventa un punto di convergenza, entra nell’opera, la moltiplica e si dissolve.
Alloro prosegue con le opere di Paolo Fantin & Ojcina, Pino Donaggio e Ottorino De Lucchi. Nella terza sala del Padiglione Venezia, infine, sono esposte le opere vincitrici della terza edizione del Premio Artefici del Nostro Tempo.
Il Padiglione è accessibile a numero contingentato per poter vivere al meglio l’esperienza, su turni di dieci di minuti circa. I visitatori saranno accolti dagli studenti dell’Università di Ca’ Foscari e dello Iuav.
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