Carenza di sangue, è allarme in Sicilia: donatori in attesa, mancano i medici prelevatori
A provocare l’emergenza sangue non è la mancanza di donatori, ma la carenza di medici “prelevatori”, tutti dirottati nelle strutture Covid. A rischio la vita di 2700 pazienti talassemici e drepanocitici. L’appello di United e Fasted Onlus alle Istituzioni e al personale sanitario.
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Una forte carenza di sangue sta causando razionamenti, ritardi sulla programmazione trasfusionale e rinvii di trasfusioni in tutte le provincie siciliane. Una situazione di emergenza destinata ad aggravarsi con l’arrivo della stagione estiva. E che mette a rischio la vita dei 2700 pazienti talassemici e drepanocitici siciliani, impossibilitati a seguire regolari terapie trasfusionali. Stavolta, però, a determinare l’emergenza non è la mancanza di donatori. Ci sono, ma restano in attesa di donare il sangue perché mancano i medici e gli infermieri nei Centri Trasfusionali e nei Centri di Raccolta fissi delle associazioni donatori. Tutti dirottati, anche in virtù di rapporti economici più vantaggiosi, nelle strutture Covid.
Una situazione paradossale, questa, che ha dell’incredibile. A denunciarla la Federazione Italiana Talassemia, Drepanocitosi e Anemie rare -United Onlus e la Federazione Associazioni Siciliane di Talassemia, Emoglobinopatie e Drepanocitosi – Fasted Sicilia Onlus che hanno scelto la giornata mondiale della Talassemia per far sentire la loro voce. Lo hanno fatto con una nota congiunta, indirizzata ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio, al ministro della Salute, alle autorità sanitarie e agli organi di informazione.
«Nessuno di noi vuole polemizzare – si legge nella nota – anzi siamo grati al personale medico ed infermieristico per quanto fatto eroicamente in questa grave crisi sanitaria, ma adesso dovremmo provare a ritrovare una relativa normalità, ricordandoci che esistono i malati cronici “trasfusioni dipendenti” che hanno bisogno di sangue e dunque di personale sanitario “prelevatore”».
Due gli appelli di United e Fasted Onlus. Il primo, rivolto alle istituzioni affinché si attivino per trovare delle soluzioni immediate. Anche perché nel periodo estivo la situazione è destinata a peggiorare per l’effetto congiunto del calo di donatori e del fabbisogno crescente di sangue.
«Quando vi sono incidenti o interventi vascolari d’urgenza – osserva Filippo Meli, presidente di Fasted Onlus – il sangue viene prioritariamente dirottato per queste emergenze e chi subisce il ritardo o peggio il rinvio della trasfusione è il Talassemico o il Drepancitico». L’altro appello è indirizzato a medici e infermieri, perché possano volontariamente mettere a disposizione delle Associazioni di donatori un po’ del loro tempo, per prelevare il sangue.
«Segnali di allarme arrivano un po’ da tutte le regioni – spiega Raffaele Vindigni, presidente della United Onlus – ma i disagi più gravi sono in Sicilia, perché qui si concentra l’8% dei pazienti talassemici e drepanocitici dell’Italia e le strutture sanitarie sono sottodimensionate rispetto alle esigenze della popolazione. Dopo anni e anni di campagne di sensibilizzazione rivolte ai donatori, ci ritroviamo a non aver bisogno di loro ma di medici che prelevino il sangue. La salute e la vita dei pazienti talassemici e con patologie ematiche dipendono strettamente dalle trasfusioni. Sono pazienti cronici, per cui ritardi e rinvii nella terapia rischiano di aggravare la loro condizione generale. È una situazione gravissima e insostenibile, che esige una soluzione immediata».