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ATTENZIONE: Ogni settimana qualche lettore si lamenta di non ricevere più il Punto. Poiché ho tutta l’intenzione di continuare a scriverlo, prego chi venga a trovarsi in questa situazione di avvisarmi via mail perché non si riesce a capire il perché di questa auto-cancellazione che purtroppo continua da mesi e che di volta in volta cerco di sistemare. Grazie!

 

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Riassunto: Flop dello sciopero delle toghe italiane mentre si continuano ad ignorare sui media i prossimi referendum sulla giustizia sperando che gli italiani (schifati) restino a casa e non vadano a votare, facendo così mancare il “quorum”.

Anche il centro-destra sta facendo le prove generali per PERDERE le prossime elezioni politiche esercitandosi intanto in quelle amministrative alle cui sconfitte si è ormai abituato.

Ho intanto l’impressione che alcune certezze generali sulla guerra in Ucraina comincino ad incrinarsi e mi auguro che l’Italia la smetta di fornire armi pesanti limitandosi ad azioni e forniture umanitarie. Così come dobbiamo assolutamente garantire la sicurezza di Svezia e Finlandia – verso le quali Putin continua a ripetere di non avere aperto alcun contenzioso – e lo si può fare con accordi bilaterali, ma senza per questo provocare la Russia con la loro adesione ufficiale alla NATO.

Attenti, perché ci stiamo sempre più avviando a un disastro economico e sociale europeo e non si ha il coraggio di spiegarlo alla gente, anche se poi (vedi caso ENI che pagherà il gas in rubli) si fa ipocritamente l opposto di quello che si dice.

Continuo a notare una informazione poco obiettiva e spesso preconcetta, la “cancellazione” delle notizie se escono dalla linea ufficiale, i “due pesi e due misure” nel commentare i fatti, Zelensky che appare ovunque come una superstar e forse è soprattutto un furbo showman che approfitta della situazione. Così diventa “atto ostile” l’allontanamento di personale diplomatico italiano dalla Mosca dimenticando di ricordare che UN MESE FA  lo stesso aveva fatto l’Italia nei confronti di Mosca.

Non hanno mai ragione i “falchi” di qualsiasi parte, ma per costruire la pace – come invano continua a ricordare il Papa, di fatto zittito dai media – bisogna avere la volontà di farlo, non dando spazio ad una continua escalation di guerra. Che senso ha chiedere “un immediato cessate il fuoco” (Di Maio) e poi fornire altre armi italiane?

Ci pensino anche Draghi e il suo governo, con FI e soprattutto il PD che sembrano i più accaniti sostenitori di Zelensky: stiamo facendo una guerra per procura soprattutto a vantaggio degli USA che in Ucraina hanno mastodontici interessi economici e militari. Tutto con gravi danni per l’Europa.

Io – almeno – continua pensarla così e scopro che è anche il pensiero di circa il 63% degli italiani (stando a tutti i sondaggi) ma non bisogna dirlo troppo in giro perché la faccenda disturba  i manovratori.

 

W GLI ALPINI

Raramente mi è capitato di assistere ad una strumentalizzazione come quella sollevata contro gli Alpini da alcune associazioni femministe che si sono sentite “violentate” in occasione della recente adunata nazionale a Rimini.

“Mi hanno detto di avere un bel paio di gambe, faccele vedere” cinguettava davanti alle telecamere – in massa convenute ad intervistarla – una signorina ventinovenne (l’unica testimonianza che sono riuscito ad ascoltare) aggiungendo “E’ stato molto limitante e brutto perché io per non arrivare a sentirmi molestata verbalmente mi sono chiusa in casa.”

Da un apprezzamento pesante e sicuramente inopportuno, ai dichiarati “centinaia di casi” che poi però – alla prova dei fatti – sono ritornati praticamente al nulla, ma denigrando intanto centinaia di migliaia di persone.

Da ex artigliere da montagna – che con piacere ed orgoglio porta appena può il proprio vecchio cappello da alpino con la penna che mi sono cucito il secondo giorno di naja in caserma a Pontebba – chiedo ovviamente scusa a chi è stata offesa, ma certe denunce dei collettivi femministi avrebbero avuto più senso se gli/le/? (? Sta per x, ovvero status incerto) si fossero viste/i almeno qualche volta (anche una volta sola!) a dare una mano nelle mille occasioni in cui gli alpini hanno per esempio lavorato duro magari anche per loro rischiando la pelle ed impegnandosi senza risparmio durante le alluvioni, i terremoti, gli incendi boschivi, le frane che spesso devastano il nostro paese.

Questo non per “machismo” stupido, ma perché “gli/le/?”  avrebbero capito meglio la situazione e il lessico di chi sarà magari maleducato ma è comunque generoso, pratico e soprattutto concreto quando c’è da dare una mano e ha quindi piacere a ritrovarsi rumorosamente una volta all’anno per stare un po’ insieme.

Ai colleghi giornalisti che hanno montato il caso ricordo (visto che lo dimenticano sempre) che cosa piuttosto succede in mille concertoni serali in giro per la penisola, oppure durante i “Rave party” tollerati per giorni e giorni dove accade di tutto (e gira di tutto, a cominciare dalla droga liberamente declinata) nella beata indifferenza della Ministro dell’Interno e dei capi della Polizia. Oppure in quelle feste in piazza dove certi atteggiamenti di violenza (ma quella vera!) sono all’ordine del giorno.

Le stesse associazioni femministe e di gender non mi pare abbiano mai sollevato in questi casi grandi e pubblici clamori.

Media pronti a sputare veleno contro gli Alpini, ma che per esempio hanno dimenticato di raccontare per giorni interi quanto era successo ancora lo scorso Capodanno quando – in piazza del duomo a Milano – un branco di nordafricani ha usato violenza fisica a tante ragazze indifese. Notizia censurata per giorni dalla stampa “per bene” nonostante le continue denunce de “Il Giornale” perché l’atteggiamento dei magrebini non doveva incrinare la candida e pacifica immagine del sindaco di Milano (organizzatore dell’evento “multietnico”), o turbare le  coscienze innocenti degli italiani creando magari poi “tensione”, “reazioni” e “difficoltà all’integrazione” nei confronti dei violentatori alcuni dei quali – si è poi sottolineato – “erano però immigrati di seconda generazione” quasi con questo a minimizzare la portata dei loro atteggiamenti.

Ecco i due pesi e le due misure, autolesioniste e cretine, proprie di un popolo rincoglionito dalle chiacchiere e dalla demagogia, infarcito quotidianamente di scemenze con tutte le declinazioni sessiste possibili salvo quelle normali, un popolo che non ha più nemmeno una propria coscienza e un minimo di capacità a dimensionare i fatti e le situazioni inserendole nel loro contesto.

Ha fatto benissimo il sindaco di Trieste a “mandare in mona” in diretta (turatevi le orecchie, prodi benpensanti!) tutti i commentatori da strapazzo o le isteriche reazioni di quelle attiviste che alla fine, dimenticate l’annunciata pioggia di denunce in questura, hanno precisato che a Rimini “Si è trattato di “fischi, cat-calling, minacce e vere e proprie molestie che hanno colpito diverse persone colpevoli solo di voler vivere la propria città. Molestie mascherate da goliardia e tradizione che in realtà sono figlie di una cultura patriarcale che vuole donne, persone trans e gender non conforming assoggettate al potere e alla paura, al ricatto e alle minacce in caso di rifiuto”.

Ecco, ci mancavano proprio anche i “gender non conforming”!  Rispetto per tutti ma per me siamo diventati invece un popolo ricattato proprio da una infima minoranza sessualmente “particolare” che – grazie ad un mondo politico succube – vuole inculcare a livello nazionale ed europeo questo disastro di assurdità già dall’infanzia e nelle scuole. Una demolizione progressiva della normalità, la voluta frantumazione di ogni riferimento storico e culturale che proprio negli Alpini hanno una visibilità concreta e che quindi vanno denigrati. Insisto: siamo all’assurdo e meno male quindi che ci siamo ancora noi, modesti “normali”. Insisto: W gli Alpini (e gli Artiglieri da montagna, soprattutto!!).

 

IL FLOP DELLE TOGHE

Siamo da tempo al surreale nei rapporti tra i poteri dello Stato fissati dalla Costituzione, è così lunedì scorso – mi è sembrato nel disinteresse generale – le associazioni di categoria (meglio, di corporazione) dei magistrati italiani hanno dichiarato uno sciopero contro il governo Draghi e il Parlamento per aver varato (per ora solo alla Camera) la mini-riforma Cartabia e – in particolare – contro la proposta di mini-divisione fra le carriere.

Premesso che più della metà delle toghe non hanno scioperato – sconfessando quindi apertamente l’ANM già moralmente distrutta dal caso Palamara e dintorni – siamo davvero all’assurdo con la magistratura che osa scioperare contro il parlamento e il governo: un oltraggio costituzionale.

Anche per questo si deve andare a votare ai referendum del 12 giugno nonostante il colpevole e ignobile silenzio dei media: gli italiani sono stufi che i magistrati siano esempio di “casta” chiusa e non riformabile.

Incombe su questa diatriba così esasperata, il solito silenzio del “prode” Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che – ricordiamocelo – è anche formalmente il capo della magistratura italiana.

Un silenzio colpevole, incomprensibile, inconcepibile di una persona che è stata santificata dai media, ma che non sta svolgendo il suo doveroso ruolo di difensore “super partes” delle Istituzioni.

 

LETTURE

A chi è interessato a conoscere meglio la figura di Putin segnalo il numero di aprile di LIMES, estremamente interessante e documentato

 

 

BUONA SETTIMANA A TUTTI                                                             MARCO ZACCHERA

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