La Magna Grecia della letteratura di Pierfranco Bruni sulle rive di Taranto in una elegante cartella tra disegni e linguaggi
di Stefania Romito
Quando un luogo diventa poesia? Quando viene abitato dall’anima del poeta nel candore dell’incanto.
La Taranto che emerge dal progetto lirico di Pierfranco Bruni, dal titolo “Mi racconta d’infinito la città dei mari”, patrocinato dal Sindacato Libero Scrittori Italiani, soddisfa ogni istanza emozionale attraverso un viaggio metafisico tra versi e immagini. Taranto luogo di memorie in cui si percepiscono gli echi ellenici trasportati dal vento del mito. Città della Magna Grecia che conquista il cuore del poeta per il suo illustre passato e il fascino della magnificenza.
Un progetto nato dall’amore che lo scrittore, poeta e saggista Pierfranco Bruni (già candidato al Nobel per la Letteratura) nutre nei confronti di una città che ha custodito gran parte della sua esistenza. Un luogo in cui l’inquieto si intreccia al sereno di un tempo scandito dai rintocchi dell’anima… in sere di città vecchia, e passeggiate di ponti, nel fresco d’aurore. Un luogo elettivo in cui il paesaggio penetra tra le pieghe di un’esistenza pronta ad accogliere l’essenza che abita la Bellezza. Del lavoro di Pierfranco Bruni è stato realizzato un book trailer che percorre in sintesi il suo viaggio poetico e Taranto: Video cartella lirica: https://youtu.be/OLo3s8r_Qgc.
Così Pierfranco Bruni penetra la città di Taranto mediante la rappresentazione visiva di creazioni artistiche e componimenti lirici di intenso spessore esistenziale. Il poeta si fa disegnatore di immagini in grado di cogliere il senso archetipico e antropologico della città dei due mari. Taranto città di marinai che solcano la rotta di Ulisse in viaggi che hanno sempre i ritorni nelle attese dei silenzi. Una dimensione lirica atemporale in cui le epoche sono fili di ricordi che solcano le rughe dei vecchi capitani d’àncora.
La grande abilità del poeta Bruni appaga l’anima del lettore nel catturare l’indefinibilità di un orizzonte avvalendosi della rappresentazione visiva e immaginaria “di un volo di airone che si colora di reticenza”. Quella stessa ritrosia che suggella le labbra degli amanti. Bruni coglie le percezioni celate dal velo del mistero e le restituisce con versi di sublime intensità: Come orizzonte perduto/d’infinito oltre la linea/dello sguardo osservo/lo spazio degli aironi/che hanno del volo/la reticenza del rischio/ di un bacio d’amante/ sulle labbra dell’amore.
Una felicità perseguita e conseguita mediante quel sentire che è riconciliazione dell’io con il tutto. Un’estasi panica che il poeta vive unendo le sponde della propria anima con gli “angoli delle vele” che si intrecciano al mistero di destini mai dimenticati.
Un percorso poetico artistico nato dal progetto dal titolo “Sulle rive di Taranto – Nel Novecento poetico delle ricordanze”. Un lavoro letterario, di cui la cartella lirica ne è metafisica espressione, ideato anni fa da Pierfranco Bruni che si prefigge l’obiettivo di omaggiare quei poeti che hanno avuto in Taranto la loro musa ispiratrice, come Michele Pierri, Raffaele Carrieri, Giacinto Spagnoletti e Cosimo Fornaro.
Taranto, città che racconta epoche vissute tra i viaggi di marinai e i sapori di Oriente. Questa è la Taranto di Pierfranco Bruni.