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Giornata del mar Mediterraneo. Da Agropoli a Sapri, la costa cilentana descritta nel libro “Mirari”
L’ 8 luglio si celebra la giornata internazionale del mar Mediterraneo. La variegata costa su cui si affaccia il Parco Nazionale del Cilento, luogo simbolo della Dieta mediterranea, i cui antichi abitanti di Paestum e Velia già erano indissolubilmente legati al Mare Nostrum, è uno tra i più bei paesaggi italiani, un territorio in cui natura e cultura sono indissolubilmente legate al mar Mediterraneo, al punto da ispirare uno tra i romanzi più rappresentativi del Cilento: “Mirari”, scritto da Antonella Casaburi ed edito da Lastarìa Edizioni, fulminante esordio letterario accolto con favore dalla critica, esposto al Salone Internazionale del Libro di Torino, alla Fiera del Libro di Roma e alla Fiera internazionale del libro di Praga.
Di seguito, dei passi descrittivi del paesaggio mediterraneo tratti dal romanzo “Mirari”.
Agropoli. “Avanzando lentamente da nord, alle fioche luci della sera, era garantita loro una veduta invidiabile sulla città. La rupe su cui sorgeva Agropoli vecchia pareva tuffarsi nel mare, così come il cielo, che, attraverso la pioggia che s’infrangeva sulle onde, diventava un tutt’uno col Tirreno”.
Costa cilentana. “A piccoli passi risalì lentamente il morbido crinale alberato. Lo scompiglio che aveva in mente fu dissipato dall’immagine che le si mostrò davanti. Alla sua destra la città di Velia troneggiava sull’acqua limpida, e tutte le emozioni che Giulia provava sapevano d’imprevisto; imprevisto era odorare i profumi della natura mescolati dalla brezza del vento e dal calore del mare; imprevisto era essere in quella terra autentica, viscerale, pura, senza orpelli. E si sentì conquistare”.
Velia antica. “Era un’alba con il cielo tutto rosso. Un vento umido sollevava la schiuma salata del mare avvolgendo la Torre di Velia in un finissimo manto bianco, e goccioline trasparenti si posavano sui rami degli ulivi e sulle tegole della Dolcezza dei Sogni. Giulia guardava dall’alto la costa e le onde che alte s’infrangevano sulla battigia; stringendosi in un maglione caldo ascoltava la voce forte del mare. Sempre la stessa, con la stessa energica forza, da millenni. Guardando di fronte a sè, verso l’antica Velia, Giulia si domandò se anche i suoi abitanti davanti a ciò che adesso vedevano i suoi occhi (lo stesso paesaggio, le stesse morbide colline, le stesse insenature scavate nella roccia, le stesse piante d’ulivo) avessero sentito il richiamo forte di quel territorio”.

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