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EXPORT – Salzano (Simest) al Made in Italy Pre-Summit del Sole 24 Ore:aiutato 14mila aziende ad andare all’estero – “A settembre-ottobre avvieremo misure per imprese che importano dall’area russa e ucraina”

BELTRAME (Confindustria): fornire ‘intelligence’ a Pmi per andare all’estero

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E’ in corso oggi pomeriggio il “Made in Italy Pre-Summit: Driving Innovation, Sustainability and Resilience”, evento del Sole 24 Ore, Financial Times e Sky Tg24 dedicato all’eccellenza italiana e all’Export, primo appuntamento di un percorso che prosegue il prossimo 4-5-6 ottobre con il “Summit Made in Italy”.

Nella tavola rotonda sulle prospettive per l’Export italiano tra trasformazioni geopolitiche e nuovi scenari economici sono stati presentati alcuni dati dal presidente Ice Carlo Ferro: «Negli ultimi 30 anni l’export italiano è cresciuto del 136%, i consumi delle famiglie del 13%. L’export è stato il drive che ha consentito di superare la crisi del 2008, e la stessa cosa stiamo iniziando a constatarla anche stavolta, con gli ottimi dati della ripresa post pandemia, con l’export che ha generato l’80% della crescita del Pil. Nonostante la guerra, i numeri ci sono ancora: nel 20-21, l’export è salito del 7% rispetto al pre-pandemia, e del 20,7% nei primi quattro mesi del 2022. Ma bisogna distinguere fra dati nominali e dati reali. E nei primi quattro mesi del 2022 la crescita in valori reali resta del 3%. La prospettiva nei prossimi due anni è di crescita ulteriore, del 2,1 nel 2022 e del 4% nel 2023».

Sulla guerra è ritornato anche Pasquale Salzano, presidente Simest: «La guerra ha portato una rottura dell’ordine internazionale che conoscevamo dal 1945 e un’involuzione di alcuni meccanismi. A fronte di una possibile recessione o peggio ancora di stagflazione, si delineano scenari che vedono la globalizzazione contrarsi, con rischi per i Paesi che hanno vocazione all’export come l’Italia. Per noi è dunque una situazione da tenere in grande considerazione. Nel suo sostegno alle imprese, Simest ha la possibilità di entrare nel capitale fino a un massimo del 49% per accompagnarle quando vanno all’estero. Questo ha permesso a 14mila aziende di avvicinarsi all’export. Dobbiamo portare le nostre imprese a innovare prodotto e processo, e a investire nella formazione». Salzano ha poi annunciato: «A settembre-ottobre avvieremo misure per imprese che importano dall’area russa e ucraina. E abbiamo messo a disposizione di imprese che fatturano almeno il 20% in quelle aree finanziamenti agevolati e prestiti a fondo perduto».

A proposito di Pmi e di situazione geopolitica, è intervenuta Barbara Beltrame, Vicepresidente Confindustria con delega all’Internazionalizzazione: «Le previsioni di recessione globale non sono una buona notizia: portano meno consumi e più costi sociali. Oggi stiamo vivendo non una semplice crisi, ma una multicrisi, la situazione geopolitica è molto complessa e difficile. Dopo la Germania l’Italia è il Paese più colpito ed esposto al gas della Russia. Stiamo aumentando gli stoccaggi, ma ci sono limiti oggettivi che pagano anche errori del passato. Come Confindustria vorremmo anche un servizio di intelligence per dare informazioni alle aziende, soprattutto le pmi, per valutare i rischi di una possibile presenza in un Paese. Per aiutare le Pmi a internazionalizzarsi occorre qualcuno che ci aiuti ad avere questo servizio di intelligence. In questo senso noi lavoriamo bene con Sace e Simest che però possono aiutarci di più. Potenziamo ancora di più, facciamo sistema ancora di più perché è quello che serve alle nostre imprese”».

Multicrisi, geopolitica e globalizzazione. La globalizzazione non tornerà a essere quello che era tre anni fa. Lo ha affermato con sicurezza John Chipman, Director-General and Chief Executive International Institute for Strategic Studies (IISS): «Nel 2023 continuerà il conflitto in Ucraina, ma anche prima c’erano elementi che avevano sfidato la globalizzazione, come le tensioni fra Cina e Stati Uniti, il Covid, che hanno evidenziato problemi della supply chain. Tutti sono molto cauti. Gli europei devono trovare un modo per rafforzare la difesa, per aumentare la cultura della strategia. In Europa il focus si sta spostando verso i Paesi del nord e dell’est, che stanno facendo da nuovo ago della bilancia».

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